«Colpo grosso», specchio djtalia
«Colpo grosso», specchio djtalia Uno studio americano sancisce: Paese che vai, gioco a quiz che trovi «Colpo grosso», specchio djtalia Ma il pubblico sta già cambiando tendenza MILANO. «Colpo grosso» di Umberto Smaila è diventato oggetto di analisi e di studio per gli universitari statunitensi. Il popolare gioco a premi viene infatti esaminato, insieme con altre trasmissioni del genere in auge in mezzo mondo, in un libro di Anne Cooper-Chen, docente dell'Università dell'Ohio. Lo studio - del quale riferisce «The European» di ieri - si intitola «Games in Global Village: a 50-nation Study of Entertainment Television». Il villaggio globale, però, in tv non funzionerebbe; Cooper-Chen sostiene infatti che in ogni Paese la formula del gioco a premi risulta regolarmente adattata ai gusti dei pubblici nazionali. Dal che se ne deduce che «Colpo grosso» è perfettamente in linea con lo stile di noi italiani. Non soltanto, ma il direttore artistico di Italia 7, Popi Minellono, autore di questa trasmissione e di altre 200 dello stesso genere, ha dichiarato: «I miei programmi sono un inno alla banalità: di questo, sono fiero». E per quanto riguarda specificamente «Colpo grosso»: «I concorrenti sono felici in quanto possono farsi una reputazione di play-boy». Sulla linea da seguire in futuro, qualche cambiamento però è previsto: «Non è facile ammetterlo, ma penso che la gente cominci a essere stufa di banalità. Sto pensando a un altro tipo di programmi, che frughino nella vita delle persone». Delle trasmissioni a premi, finora le televisioni statunitensi sono state fonti e ispiratrici per il resto del mondo, Europa in testa, con le televisioni dell'Inghilterra (la prima nel proporre un gioco a quiz statunitense, «Love at first sight»), della Francia, Spagna, Germania e dei Paesi nordici che facevano a gara nell'accaparrarsi le varie idee per rieditarle sugli schermi nazionali. Il nostro Paese non ha fatto eccezione, al contrario; a volte sono anche sorte questioni travagliate in merito alla regolarità del contratto di cessione dei diritti di autore. Dei programmi ideati in Italia, invece, solamente due hanno varcato l'oceano in senso inverso: «Colpo grosso», appunto, e «C'eravamo tanto amati», entrambi citati nel libro. Anne Cooper-Chen ìicorda anche fenomeni «indotti» dal successo di questi giochi, e di nuovo cita il nostro Paese, dove esiste un'associazione nazionale dei concorrenti ai giochi televisivi, della quale è punto di riferimento Marcella Taralli che ha lasciato il lavoro di insegnante di ginnastica per fare a tempo pieno la concorrente di quiz, vincendo parecchi milioni, viaggi esotici e partite di generi alimentari. Davvero briciole, al confronto dei miliardi che queste trasmissioni procurano a chi li produce: per esempio «Love letters», imperniato sulle «gioie» della vita matrimoniale, frutterà a Endemol, il maggiore nome europeo nel campo della tv-divertimento, 250 milioni di dollari quest'anno, con la prospettiva di raddoppiarli entro i prossimi 5 anni. Ornella Rota
Persone citate: Anne Cooper-chen, Cooper, Games, Marcella Taralli, Ornella Rota, Popi Minellono, Umberto Smaila
Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Milano, Ohio, Spagna
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