Ostia divisa da un arresto
Ostia divisa da un arresto I Sorpreso a spacciare eroina davanti alla stazione ferroviaria: sei mesi fa era stato picchiato durante un raid Ostia divisa da un arresto Droga, in cella tunisino aggredito dagli skin ROMA. Da martire di un'aggressione razzista a un arresto per droga. Sullo sfondo di una cittadina, Ostia, che torna a dividersi sulla sua vicenda. E' proprio un destino beffardo quello di Ali Ben Salah Sadaani, tunisino, salito sei mesi fa alla ribalta delle cronache per una presunta aggressione di naziskin, e finito già da sabato scorso in prigione; sorpreso in flagranza di reato mentre tentava di spacciare una dose di eroina a un tossicodipendente, nella stazione antistante la stazione della metropolitana Lido centro di Ostia. Lo scenario delle sventure del muratore nordafricano è proprio la cittadina laziale. Assurta, al tempo dell'aggressione ad Ali, al ruolo di città intollerante e razzista. Coinvolta in un gran battage televisivo e attraversata da un corteo di cinquemila persone solidali con l'extracomunitario. Eppure già allora qualcuno avanzò il sospetto che i cinque giovinastri che aggredirono il tunisino, poi catturati e condannati per di¬ rettissima, non fossero nazisti in erba, ma alcuni tossicodipendenti con qualche conto da regolare. E ora ha buon gioco il «Pecora», Teodoro Buontempo, a denunciare «la criminalizzazione di Ostia che fecero allora i progressisti». Ha detto il consigliere comunale dell'msi-An: «La nostra richiesta di indagini a 360 gradi era quindi legittima. E i progressisti che avevano fatto di uno spacciatore di droga un idolo antirazzista ora devono chiedere scusa a Ostia». , Certo che quel 19 febbraio nella centralissima via delle Baleniere si svolse un pestaggio in piena regola. Condotto da parecchie decine di minorenni, usciti da una discoteca, con i più piccoli attorno a fare il tifo e i più grandicelli che lo gonfiavano di botte. Per questo i «progressisti» non ci stanno; le tesi giustificative del pestaggio non convincono. Caritas, Cgil, Cisl e Uil insorgono: «L'aggressione contro un immigrato - è scritto in una nota - è stata un fenomeno di mera violenza razzista e contro di essa organizzammo una grande risposta pacifica e di massa». «E poi - proseguono allora le forze dell'ordine non riferirono di possibili coinvolgimenti di Ali Sadaani ne) traffico di droga, che deve essere combattuto con la stessa efficacia dei fenomeni di razzismo». Convinte della pista-droga per il pestaggio del tunisino e improntate alla difesa di Ostia le altre reazioni. «E' evidente ha detto Amerigo di Domenicantonio, segretario del Casap, associazione di imprenditori, commercianti e professionisti di Ostia - che, a questo punto, bisogna rivedere la. dinamica dell'aggressione. In quell'occasione Ostia passò come la capitale italiana dell'intolleranza razzista, cosa che invece alla luce dei recenti avvenimenti appare una tesi del tutto strumentale e falsa». Per l'Assobalneari, «il linciaggio morale di una intera città non era assolutamente giustificato da un atto di intolleranza che per cultura e tradizione non appartiene agli ostiensi». Giuseppe Ciotoli, presidente dell'associazione «Anco Marzio», che raggruppa tutti i commercianti del centro storico, ha aggiunto che «si volle far passare quell'episodio come un volgare atto di intolleranza; oggi possiamo dire probabilmente che la chiave di lettura avrebbe dovuto essere diversa». Insomma tutti coloro che avevano intuito che c'era qualcosa che andava al di là dell'aggressione razzista, hanno buon gioco nel dire «io l'avevo detto». E Ali, che agli studenti che lo visitarono in ospedale disse: «Se può essere esempio per i giovani sono disposto a perdonare i miei aggressori», deve ora rispondere dell'accusa di detenzione illegale di stupefacenti a fini di spaccio. [s. s ] Teodoro Buontempo attacca i progressisti: fecero d'uno spacciatore un idolo antirazzista I Ali Ben Salah Sadaani, il tunisino aggredito a febbraio da un gruppo di skin a Ostia. Adesso è stato arrestato per spaccio di droga
Persone citate: Ali Ben, Giuseppe Ciotoli, Teodoro Buontempo
Luoghi citati: Roma
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