la scatola nera inchioda il pilota

Agadir, smentita la compagnia marocchina: nessun guasto, è stato suicidio Agadir, smentita la compagnia marocchina: nessun guasto, è stato suicidio la scatola nera inchioda il pilota «Hafatto precipitare l'aereo per suicidarsi» ROMA. L'Atr-42 della Ram, la compagnia che gestisce le linee aeree marocchine, precipitato il 21 agosto tra Agadir e Casablanca (bilancio, 44 morti) è stato portato deliberatamente a sfracellarsi a terra dal comandante e non è caduto per un cedimento strutturale, come supposto in un primo tempo da diverse fonti, anche del settore aeronautico. Un cedimento c'è stato, ma è stato l'effetto della manovra suicida del primo pilota e non la causa dell'incidente. Una manovra assolutamente vietata dai manuali che avrebbe messo in crisi le strutture del bimotore franco-italiano. E' quanto si desume dalla lettura integrale del «cockpit voice recorder» e da alcuni risultati preliminari del «flight data recorder». Gli ultimi 30 secondi devono essere stati terrificanti: dopo che il comandante ha buttato giù l'aereo virando bruscamente a sinistra e mettendolo quasi in verticale, il velivolo ha superato in pochi secondi tutti i limiti strutturali a causa delle eccessive velocità e accelerazione di gravità. L'impatto è avvenuto quasi in verticale con l'aereo in volo rovescio, dopo una folle discesa da 1800 metri a 600 in soli 17 secondi. L'ala sinistra si è staccata due o tre secondi prima dell'impatto ed è stata ritrovata a 385 metri dal punto in cui si è schiantato l'aereo. Il cedimento dell'aereo era stato ipotizzato da alcuni pilo¬ ti dell'Air Maroc, mentre la compagnia ha già riconosciuto l'estraneità dell'aereo nell'incidente. La velocità massima strutturale (la Vne, velocity never exceeded) dell'Atr-42 è di 530 km/h, l'accelerazione massima in volo dritto tre volte quella di gravità. Secondo i dati resi noti ieri due secondi prima dell'impatto l'aereo aveva una velocità di 670 km/h e un'accelerazione di 4 volte la gravità. Si trovava in volo rovescio con una inclinazione di 80 gradi. Nell'incidente hanno perso la vita otto italiani i cui resti sono stati sepolti insieme a quelli delle altre vittime in cinque bare comuni, ad Agadir. Tutti i corpi erano irriconoscibili e hanno convinto le autorità marocchine la tumulazione collettiva. Una decisione vivacemente contestata dai parenti delle vittime italiane, [r. cri.] Le bugie delle hostess ai passeggeri «Niente paura, allacciate le cinture» L

Luoghi citati: Agadir, Roma