«Quel signore bara»
«Quel signore bara» «Quel signore bara» Tesi inattendibile per la Magli Perrot e Giani Gallino: discutiamone BOSIZIONI storicamente poco attendibili». E' drastico il giudizio di Ida Magli riguardo alle tesi di Lenzen sulla progressiva perdita da parte del padre del suo ruolo nei secoli. No, proprio non convince l'antropologa l'idea di un regno patriarcale che è stato smantellato nel corso della storia: «Una figura paterna tenera e pedagogica, come la descrive Lenzen, c'è stata solo nell'antico Egitto». «Ma già in Grecia non era più così - continua la Magli -. E poi bisogna distinguere tra Atene e Sparta. In quest'ultima città il rapporto tra allievi e maestri era spesso anche di natura omosessuale, e questo cambiava ovviamente la natura del legame pedagogico. A Roma il padre aveva il diritto di vita e di morte sulla famiglia. Il cristianesimo non ha certo valorizzato la figura femminile, anche se è vero che la donna è diventata "soggetto", parte attiva nel sacramento del matrimonio. Mentre in precedenza era il padre che sceglieva per i figli. Io non parlerei di padre nel corso dei tempi, ma di autorità e potere su cui venivano costruiti tutti gli altri poteri. Non a caso il Papa si chiama così e i sacerdoti padre. Fino ad alcuni decenni fa, se un padre non voleva riconoscere un figlio, nessuno poteva obbligarlo. Mi sembra, dunque, che il viaggio di Len- zen nei secoli sia un tentativo maschile di ricostruire la storia scrollandosi un po' di colpe da dosso. Ma barare con la storia non serve». Più accomodante con le opinioni dell'antropologo tedesco è Michelle Perrot che ha diretto con George Duby La storia delle donne in Occidente. La studiosa riconosce come tendenza la perdita dell'autorità maschile nella vita privata, la cui organizzazione è affidata soprattutto alle donne. Mentre gli uomini, da parte loro, controllano la sfera pubblica: «Però questo fenomeno, in atto dall'Ottocento, non vuol dire una limitazione del dominio del padre. Non è perdita di potere. Gli uomini, in famiglia, nel determinare l'educazione dei bambini, continuano a fare il bello e il cattivo tempo, grazie anche al loro privilegio economico. Quello che poi Lenzen chiama processo di femminilizzazione nell'immagine del padre è in realtà un modo di abolire le differenze tra maschio e femmina e di dare a entrambi i genitori compiti educativi distribuiti equamente». Indubbiamente per la psicologa Tilde Giani Gallino siamo arrivati ad un momento molto basso nell'autorità di colui che un tempo era il signore incontrastato, l'accentratore di tutti i diritti. «In Grecia la madre allevava i maschi fino al settimo anno di vita. E poi le venivano sot¬ tratti. Oppure, è un altro esempio, nel Rinascimento i matrimoni tra aristocratici venivano combinati dal padre quando i figli avevano pochi anni. Se ci confrontiamo con il passato, è vero che assistiamo a una continua eliminazione del potere del padre. Così come credo nessun padre moderno possa essere paragonato nell'esercizio dell'autorità con il padre di Kafka o con quello di Freud. Ancora oggi l'immagine del padre nella società com'è riflessa nelle leggi è estremamente autorevole. Naturalmente, poi, quello che avviene nel privato, se esistono o meno o i capofamiglia nel senso letterale della parola, è difficile dirlo». [m. s.J
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