Caro padre-padrone addio di Mirella Serri

La tesi rivoluzionaria di un antropologo berlinese: le madri e lo Stato da sempre hanno annullato il suo ruolo La tesi rivoluzionaria di un antropologo berlinese: le madri e lo Stato da sempre hanno annullato il suo ruolo Caro padre-padrone addio Nella storia non sei mai esistito I ARO padre, caro padrone I 'che fine ha fatto la tua I autorità? Un tempo sede- I i vi sullo scranno, impu_^dJ gnayi un metaforico scettro, oggi, all'epoca dei «mammi» (padri femnunilizzati) e delle donne piene di grinta e dal pugno di ferro, non conti proprio più niente. Già, si parla sempre del buon tempo antico, quando tu davi un ordine che veniva eseguito immediatamente, ma a quando risale lo sconquasso del tuo reame? La perdita dello scettro? E' troppo facile vedere l'origine delle crepe che solcano il ruolo paterno nel nostro secolo, addirittura nei nostri anni più recenti. II padre-padrone - ovvero il detentore di un potere assoluto che a volte poteva anche essere violento - è in crisi da molto più tempo. L'assenza del padre di cui soffre la contemporaneità viene da lontano ed è andata via via facendosi sempre più evidente. E' la tesi di Dieter Lenzen, quarantottenne professore di antropologia alla Freie Universitàt di Berlino esposta nel sostanzioso volume Alla ricerca del padre. Dal patriarcato agli alimenti che uscirà da Laterza. Dal Paleolitico ai nostri giorni Il libro, che ha già suscitato vivaci reazioni e molto dibattito in Germania, è un provocatorio viaggio nella storia, dalle origini all'antico Egitto, dal Medioevo ad oggi, sulle tracce del «padre perduto». Un inseguimento e una ricerca - osserva lo studioso con perentorio atto di accusa - di cui gli antropologi e gli storici non si sono quasi mai occupati, intenti invece ad osservare l'affermarsi della donna nelle varie fasi storiche. Altro che matriarcato! Altro che epoca felice in cui il potere politico sarebbe stato esercitato dalle donne che, indipendenti e poligame, potevano usufruire del diritto di decidere persino il luogo dove doveva risiedere la famigliola del Paleolitico! Len- zen non esita a prendersela con personalità del calibro di Ernest Borneman e di Jakob Bachofen, e lancia strali anche contro Engels, poiché il matriarcato sarebbe solo un'invenzione letteraria. Al contrario il vero periodo d'oro dei rapporti tra maschi e femmine sarebbe iniziato proprio nel Paleolitico con il predominio di un «padre non patriarcale», capace di offrire amore, conforto, sicurezza - tutte qualità che in seguito sono divenute attributi specificamente femminili - insieme ad una funzione pedagogica e di insegnamento. Nella Grecia classica questo dominio del padre subisce un primo violento scossone. A Sparta, per l'importanza che ha la difesa militare, l'educazione comincia a diventare un compito pubblico. E ad Atene l'istruzione dei bambini (maschi s'intende) avviene fuori della famiglia in scuole dove hanno accesso anche i ragazzi provenienti da strati sociali più bassi. Il padre cessa di essere un modello che il figlio può proporsi di imitare o anche di superare: «Nella letteratura del periodo classico - osserva Lenzen - si moltiplicano gli esempi che mostrano la nascita di un rapporto di ostilità tra padre e figlio. L'esempio più frequentemente citato è il dialogo delle Nuvole di Aristofane che ha per protagonisti un padre e suo figlio. Strepsiade, che ha fatto educare suo figlio Filippide da Socrate secondo le dottrine dei sofisti, deve sperimentare sulla propria pelle come questa educazione fuori delle mura domestiche si ritorca contro di lui. Più di ima scena mostre Strepsiade mentre viene minacciato dal figlio con un bastone». La storia è disseminata di esempi del declino del padre: il cristianesimo potenzia la figura della madre e la tendenza alla «femminilizzazione» si mantiene durante tutto il Medioevo. Lo dimostra la crescente diffusione del culto di Maria. Anche Lutero fa lo sgambetto all'incespicante padre, conferendo allo Stato prerogative paterne. Con l'età moderna si moltiplicano poi i sosti¬ tuti dell'autorità del padre, poiché non è solo la donna che nei secoli soppianta il potere del maschio nella famiglie e sui figli. A far crollare l'impero del padre contribuiscono le teorie sul bambino di illuministi e romantici, i princìpi pedagogici che si sviluppano nell'Ottocento affiancati dalla religione e dallo Stato in un inesorabile svuotamento delle competenze paterna che giunge oggi al suo culmine. Il colpo finale dal nazismo Il nazismo (e anche il fascismo) nostalgico sostenitore della famigliola e dell'autorità indiscussa dà poi un colpo definitivo all'effigie del patriarca: i regimi totalitari sbandierano l'ideologia di un'educazione del popolo affidata allo Stato. Infine, il dopoguerra. Arriva poi alla ribalta della storia la figura femminile, brava organizzatrice della famiglia negli Anni Cinquanta e Sessanta, spesso unica educatrice. Con il femminismo e il radicalismo autoritario del '68 il «padre nuovo» si è femminilizzato, è diventato un «mammo», una «madre senza seno». Questo nel migliore dei casi. Nel peggiore è sempre più una figura marginale, estromesso dalla famiglia con il divorzio (unico compito: pagare gli alimenti). Persino nel suo ruolo riproduttivo il padre non è più essenziale: con l'affermarsi deUe tecniche di fecondazione artificiale non serve quasi più a nulla. Ora, di fronte ai disastri provocati dal tramonto del padre che fare? Tornare al Paleolitico? Lenzen non ha risposte, ma agita la bandiera della sua scoperta. Addio padrepadrone: le donne, i figli credevano di avere un nemico patriarca e invece era solo un fantasma. Mirella Serri La paternità «umiliata»: un fenomeno amie: '.

Persone citate: Dieter Lenzen, Engels, Ernest Borneman, Jakob Bachofen, Lenzen, Lutero, Socrate

Luoghi citati: Atene, Berlino, Egitto, Germania, Grecia, Sparta