I gioielli ultima nota dei cantanti di Marinella Venegoni
Dopo la rapina a Dallara: così si sono «riciclate» le star degli Anni 50 Dopo la rapina a Dallara: così si sono «riciclate» le star degli Anni 50 I gioiella ultima nota dei cantanti Vendite all'asta ai concerti delle vecchie glorie E MUSICA TONY Dallara non vuole più sentirne parlare. Ha passato la giornata di ieri a letto, nella sua casa di Milano, consolato dalla moglie dopo la brutta avventura dell'altra sera a Vieste: le due automobili e il furgone su cui viaggiavano il cantante e cinque rappresentanti di preziosi della ditta Janvier sono stati bloccati per strada di notte, al termine di uno spettacolo, da otto rapinatori che hanno portato via 350 milioni di campionario - gioielli e orologi -, i portafogli e i telefonini delle vittime, poi rinchiuse nel furgone. «Al telefono non mi aveva detto mente per non spaventarmi - racconta la moglie -, mi ha confessato soltanto che gli avevano rubato le valigie. Poi si è fatto portare a casa in macchina dalla Puglia: è arrivato sconvolto, dice che vuol cercare di dimenticare». Tony Dallara era in tournée musicale, pagato dalla Janvier di Milano, che per conto di tre ditte produttrici di gioielli organizza serate in alberghi eleganti: «Sono delle aste come quelle che si vedono in televisione - spiega la cantante Wilma Goich, che in passato era stata scritturata per lo stesso motivo -. Invitano i clienti, espongono quadri, tappeti e gioielli. Poi ogni tanto interrompono ed entriamo in scena noi cantanti, eseguiamo dei pezzi accompagnati dalle basi». Il richiamo del cantante conosciuto dà lustro alle serate ed ingrossa le file della clientela delle aste: e non si creda che non sia tuttora famoso 0 protourlatore Tony Dallara, con le sue «Ti dirò» e «Come prima» cantate a squarciagola con lo stesso trasporto di quando faceva scandalo negli Anni Cinquanta. Continua a farsi le sue brave serate, tutto l'anno, alternandole alla pittura. A dispetto delle hit parades, del¬ la promozione selvaggia delle novità discografiche, due terzi di italiani - soprattutto in provincia, soprattutto della mezza e della terza età - continuano ad avere come colonna sonora canzoni e cantanti del passato: li amano, li vanno ad ascoltare, chiedono autografi. Tony Dallara è quasi un ragazzino, in confronto alla «banda dei quattro» dei Cinquanta, Nilla Pizzi, Gino Latilla, Carla Boni, Giorgio Consolini, che pure girano senza sosta per l'Italia con il loro cellulare in tasca, per non perdere neanche l'occasione di una scrittura; ma identica, festosa accoglienza ricevono nelle località più remote altri che potrebbero essere loro figh, come i rocchettari ante litteram Bobby Solo o Little Tony, ed Edoardo Vianello specializzato trentanni fa in canzoni da mare, oppure la sua ex moglie Wilma Goich dalla voce così fresca; mentre domani, a Bellinzona, correranno in trentamila ad ascoltare il beat italiano, con Shel Shapiro dei Rokes, Maurizio VandeUi dell'Equipe '84, i sempreverdi Dik Dik. Sono spesso personaggi che con il mercato della musica commerciale non c'entrano più; spesso hanno perso ogni contatto con la discografia, da decenni non vengono chiamati in tv o vi appaiono solo attraverso malinconiche «schegge». Ma metteteli su un palco, e vedrete che il successo è assicurato. Più spesso, arrivano come Dallara con le basi musicali delle canzoni, solo raramente con un gruppo. La loro stagione è soprattutto l'estate, il loro cachet abbordabile, fra uno e cinque milioni (contro i duecento di un concerto di Ramazzotti). La crisi economica e la fine dell'Italia delle tangenti li ha riportati a galla a furor di popolo: le feste di piazza un tempo disponevano di budget abbondanti e potevano permettersi di scritturare le star del momento; ora i soldi non arrivano più da chissà dove, migliaia di manifestazioni clientelali sono state cancellate e i comitati di festeggiamento raccolgono fra la popolazione pochi quattrini: e perciò si è scoperto che sì, i nomi del passato funzionano alla grande. La regina è sempre Nilla Pizzi. Odia parlare dell'età ma si sa che è intorno ai settanta: almeno due generazioni di giovani non hanno mai sentito nominare la sua «Edera» ma lei sta vivendo un revival impressionante. Ha passato luglio in Canada e Australia: «E non ho avuto in Italia una serata libera dal 2 agosto, sono impegnata fino alla fine di ottobre. I pomodori mi aspettano a casa ma non riesco nemmeno a fare la conserva, e ho dovuto rinunciare ad un invito a cantare in crociera », civetta. Poi confessa: «Certo, quest'anno è dura soprattutto per chi chiede molti soldi, bisogna sapersi accontentare. Però io se lavoro sto bene, lo stress mi viene a non far niente». Wilma Goich, la cui voce incantava nella lontana «Le conine sono in fiore», è un altro bell'esempio della nuova tendenza. Le sue serate vanno a gonfie vele: «Più in provincia, in posti sperduti, ma qualche volta anche in città, nelle sale da ballo. Il pubblico è fatto di gente brillante, che non si accontenta di stare davanti alla tv ed esce di casa. Ci sono spesso anche giovani e giovanissimi». Garinei e Giovannini l'hanno appena scritturata per il loro nuovo spettacolo invernale, con Gianfranco D'Angelo: «Non mi ero proposta e non me lo aspettavo», confessa. Marinella Venegoni Sopra Tony Dallara, aggredito e rapinato mentre trasportava gioielli. A destra Wilma Goich e Nilla Pizzi
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