«lo meglio della banca»

«lo/ meglio della banca» «lo/ meglio della banca» «E vado incontro a molti rischi» LE STORIE VITTIMA E «CARNEFICE» A CONFRONTO CTORINO OME per la maggior parte degli usurai, c'è una storia di debiti alla base della scelta di Adolfo Priotti di diventare un prestasoldi. «Quelli contratti da mio padre. Era perseguitato dai creditori. Ho voluto passare dall'altra parte della barricata». L'anno era il 1949. Da allora, questo anziano professore di Pinerolo - nel Torinese - ex insegnante di lingue a Cuneo e a Saluzzo, sposato con una tedesca, ha accumulato una fortuna incalcolabile. Su questa poltrona del suo soggiorno, di fronte a una scrivania Anni 50, si sono sedute centinaia («ma che dico, migliaia») di persone. Artigiani, commercianti, «ma anche poliziotti, carabinieri, giornalisti» giura lui. «A proposito, l'altra settimana è venuto un suo collega. Lo conosce?». Giudicato svariate volte da svariati tribunali, è sempre riuscito a evitare condanne. Ancora adesso, la sua posizione è quella di indagato in attesa di processo. I carabinieri hanno raccolto parecchie testimonianze di suoi clienti: il professore è accusato di prestare denaro a un tasso del 30-40 per cento mensile. Usura. Affronterà i giudici a novembre. «Non li temo» ringhia l'accusato, e sembra sinceramente sicuro di farcela anche questa volta. Vive in una casa-bunker, videocitofono, telecamere, cani addestrati. Il garage è aperto sul muso di una Mercedes blindata fatta costruire in Germania, co¬ sto 300 milioni. «Al mondo solo Gheddafi ne ha una identica a questa». Sul comodino, una pistola con il colpo in canna. L'hanno chiamato «il professore usuraio», ma lui si definisce «un banchiere o un finanziere, faccia lei». Insomma, un benefattore? «Comunque non uno strozzino». Dice che le accuse contro di lui sono inventate: «Ho le banche contro, ecco la verità. Pratico i loro stessi interessi - il 20 per cento annuo - ma non faccio pagare competenze trimestrali, commissioni, valuta, interessi negativi, annessi e connessi. Sono loro i veri sfruttatori». E per riscuotere? Si parla di usurai che minacciano, aggrediscono, impongono la firma sotto una polizza sulla vita. «Io chiedo solo assegni post-datati. Da un paio d'anni è legale. E se gli assegni non sono coperti, ricorro all'ufficiale giudiziario per i pignoramenti. Una pratica legale anche questa». Per quanto possa suonare assurdo e magari offensivo, Alfonso Priotti si considera «una vittima». Prego? «Ma sì, vengono qui, prendono i soldi, poi ti denunciano e tu perdi tutto e ti ritrovi in un mare di guai». Beh, c'è anche chi si toghe la vita. «Io i miei clienti cerco di trattarli bene. Sono le mie pecore: se muoiono, dove la vado a prendere la lana?». Le è mai capitato? «Suicidi no. Ma una volta, nel 1984, un mio cliente fu ammazzato. Un certo Giacomo Lea, di Moncalieri. Non s'è mai saputo chi è stato. E io ho perso i miei soldi». Considera il fenomeno dell'usura una «montatura». «Certo, esistono i poco di buono. Ma non sono poi tanti come sembra. Li disapprovo. Come le dicevo, è controproducente. Se io la carico di 20 chili, lei li porta. Ma se gliene butto addosso 100, cade. E con lei cado anch'io. Non conviene a nessuno». Soldi ne ha fatti tanti Priotti, in una vita passata a dare e a riscuotere. Ma adesso, a 73 anni e in attesa dell'ennesimo processo, giura che se dovesse tornare indietro cambierebbbe strada. «Vuole diventare miliardario? Faccia debiti, debiti, debiti. Poi non paghi. Denunci il creditore per usura. Vivrà felice per il resto dei suoi giorni». Gianni Armand-Pilon Adolfo Priotti, di Pinerolo

Persone citate: Adolfo Priotti, Alfonso Priotti, Gheddafi, Giacomo Lea, Gianni Armand-pilon, Priotti

Luoghi citati: Germania, Moncalieri, Ome, Pinerolo, Saluzzo