la pulizia sociale di Fidel

la pulizia sociale di Fidel la pulizia sociale di Fidel «Almeno cento carcerati tra i balseros» di mariel come ON ha nulla a che vedere con la realtà, è proprio questo che voglio mettere in chiaro con gli americani», ha protestato ieri Ricardo Alarcon, capo della delegazione cubana che discute all'Onu con rappresentanti degli Stati Uniti sul problema dell'immigrazione. Ma gli americani sostengono di avere le prove che Fidel Castro ha incoraggiato un certo numero di detenuti a invadere la Florida con le zattere, una replica di quanto avvenne 14 anni fa con il grande esodo dal porto di Mariel. «Ci sono indicazioni abbastanza chiare - ha detto un funzionario del Dipartimento di Stato al «New York Times» che dei prigionieri hanno ricevuto permessi di due o tre giorni con la specificazione che se fossero tornati sarebbero stati rimessi in galera». Il chiarimento, nella sua ovvietà, costituiva un incoraggiamento piuttosto evidente, ma, secondo le informazioni raccolte dagli americani, il governo ca- strista si sarebbe spinto anche oltre. Funzionari dell'amministrazione Clinton sostengono di aver ricevuto «rapporti piuttosto credibili secondo i quali le autorità cubane hanno in alcuni casi reso disponibili ai detenuti i materiali necessari per costruire una zattera». Nonostante le offese smenti¬ te del governo cubano, il senatore Bob Graham, democratico della Florida, ha raccontato di aver visto a Guantanamo un centinaio di persone che i militari della base ritengono essere ex detenuti. Il gruppo viene custodito in un magazzino per le munizioni, distaccato dagli altri rifugiati, che sono ormai circa 15 mila. Nel frattempo vengono condotte delle indagini per stabilire se i presunti ex detenuti siano dei criminali comuni o dei prigionieri politici. Si cerca anche di capire quando sono stati rilasciati, se recentemente o molto tempo fa, perché questo fa evidentemente differenza. Il ricordo di quanto accadde con i «marielitos» brucia ancora. Nell'80 125 mila cubani alluvionarono la Florida in seguito alla decisione di Castro di non bloccare più alcun tentativo di fuga dall'isola, la stessa cosa che sta facendo adesso. Nell'arco di 5 mesi, centinaia di barche possedute o affittate da cubano-americani funzionarono da ferry-boat tra il porto di Mariel, a una cinquantina di chilometri da L'Avana, e Key West. Con i 125 mila arrivarono anche 1500 ex detenuti, dei quali ancora oggi gli americani chiedono il rimpatrio a Cuba, più un certo numero di malati di mente e di portatori di malattie contagiose. Oggi le barche dei cubanoamericani non vanno più a Cuba, perché sarebbero sequestrate dalla Guardia Costiera americana, e gli esuli arrivano su zattere rudimentali. Ma oggi come allora, Castro starebbe utilizzando l'esodo anche per pulire la sentina della sua disastrata barca. [p. p.|

Persone citate: Bob Graham, Castro, Clinton, Fidel Castro, Ricardo Alarcon

Luoghi citati: Cuba, Florida, L'avana, Stati Uniti