Cuba-Usa il negoziato parte fra i veleni

A New York il primo incontro, Castro accusato di aver mandato detenuti verso la Florida A New York il primo incontro, Castro accusato di aver mandato detenuti verso la Florida Cuba-Usa, il negoziato parte fra i veleni Comincia l'assalto via terra alla base di Guantanamo Tre esuli tentano di passare: dilaniati da una mina WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I colloqui tra Cuba e Stati Uniti sull'immigrazione sono iniziati ieri tra le polemiche e una crescente sensazione di panico prima di assumere un andamento «serio e professionale», come ha detto un portavoce americano. Le polemiche nascono dall'accusa rivolta dal governo americano a quello cubano - che nega - di aver incoraggiato decine di detenuti a unirsi agli esuli sulle zattere alla deriva verso la Florida. Il panico deriva da una preoccupante svolta che gli esuli stanno imprimendo alla loro strategia: mentre a migliaia continuano a essere intercettati dalla Guardia Costiera nello stretto, i profughi puntano ormai direttamente su Guantanamo, alcuni su barche, ma altri a nuoto e altri ancora cercando di attraversare i campi minati che dividono la base dalla Cuba di Fidel Castro. Mercoledì tre di loro sono stati dilaniati dall'esplosione di una mina. Chi cerca di raggiungere Guantanamo su zattera, o anche a nuoto, corre un rischio limitato, perché si tratta di attraversare un braccio di mare protetto da un'insenatura non più largo di un miglio. Corre invece rischi enormi chi tenti l'abbordaggio alla base a piedi, attraverso le mine. Ma non è questo che preoccupa il governo americano: il fatto che i rifugiati vadano direttamente a Guantanamo segnala il fallimento definitivo di una politica. Il 19 agosto scorso Bill Clinton, rovesciando una politica vecchia di quasi 30 anni, annunciò che da quel momento nessun esule cubano immigrato illegalmente avrebbe ricevuto il permesso di rimanere negli Stati Uniti e che tutti i «balseros» ripescati in mare sarebbero stati spediti nella base di Guantanamo, in pratica rimandati indietro a Cuba. Clinton sperava che questo annuncio funzionasse da deterrente contro l'esodo, che invece cominciò a intensificarsi in misura esponenziale proprio da allora. Adesso gli esuli, a centinaia al giorno, raggiungono direttamente Guantanamo, dimostrando di preferire una specie di campo di concentramento sulla stessa Cuba alla vita nella parte dell'isola governata da Castro. Soltanto mercoledì sono arrivati a Guantanamo 120 esuli, mentre il flusso si intensifica. Nella stessa giornata la Guardia Costiera aveva pescato in mare quasi 2 mila e 200 «balseros». «Per quanto ho sentito finora, definirei i colloqui seri, professionali e costruttivi», ha detto ieri David Johnson, del Dipartimento di Stato. L'incontro tra le due delegazioni era iniziato nella prima mattinata presso la sede della rappresentanza americana all'Onu. I colloqui, che gli americani vogliono mantenere ristretti al tema dell'immigrazione e i cubani vorrebbero allargare alla questione dell'em- bargo, dovrebbero durare parecchi giorni. Nel frattempo, il governo americano ha annunciato piani per sfoltire Guantanamo al ritmo di 300 rifugiati cubani al giorno, che verranno mandati in un campo a Panama. Ma, se Guantanamo fosse un albergo, il direttore potrebbe dichiararsi più che soddisfatto, dal momento che sono sempre molti più quelli che arrivano di quelli che partono. Gli Stati Uniti hanno bisogno di un accordo con Castro, perché altrimenti la situazione non presenta vie d'uscita. Se Ricardo Alarcón, capo-delegazione cubano ai colloqui, sarà bravo, potrà strappare delle concessioni. Oltretutto la pressione su Bill Clinton perché cambi strategia verso Cuba continua a aumentare. C'è la pressione di numerosi capi di Stato stranieri, a cominciare dal francese Francois Mitterrand, che ha de¬ finito «crudele» l'embargo. E, negli Stati Uniti, il senatore Claiborne Peli ha chiesto un'iniziativa di «alto livello» nei confronti di Cuba, mentre anche Jesse Jackson si batte per la fine delle sanzioni. Un gruppo di avvocati della Florida vuole fare causa al governo americano per la detenzione di 90 bambini cubani in un centro rifugiati vicino a Miami. Paolo Passarmi ll presidente francese Mitterrand polemico con Washington «L'embargo contro l'isola è crudele» Profughi cubani salgono su un gommone della guardia costiera dopo il rovesciamento della loro zattera Foto piccola: Fidel Castro Bambini haitiani e cubani giocano a pallone con un militare Usa nel campo profughi di Guantanamo