Dolce è la guida

***** i progressi e la diffusione del servosterzo Dolce è la guida Contributo a sicurezza e comfort Un dispositivo sempre più raffinato Le manovre di parcheggio; il sinuoso rincorrersi delle curve sulle strade collinari o di montagna; i cambi di corsia durante i sorpassi autostradali. Altrettante situazioni di guida per ognuna delle quali gran parte del comfort e della sicurezza di marcia dipende da un organo meccanico che ogni automobilista - è proprio il caso di dirlo - si trova tra le mani: il volante. Termine improprio, a sottintendere il sistema di sterzo nella complessità dei suoi componenti: scatola guida e relativa tiranteria di collegamento con le ruote, piantone e, appunto, volante. Nessuna velleità di abbozzare un trattato tecnico, state tranquilli! Ma l'importanza dello sterzo ai fini del comportamento dinamico di un autoveicolo è davvero grande e non consente di generalizzare più di tanto. Lo abbiamo detto, sono in gioco il comfort e soprattutto la sicurezza. E, come quasi sempre avviene nelle questioni di tecnica, si tratta di conciliare esigenze tra loro contrastanti. Lo sterzo deve essere leggero da azionare in parcheggio e alle basse velocità, ma deve conservare una adeguata sensibilità della strada alle velocità più elevate. Deve essere progressivo nella risposta, per evitare variazioni troppo brusche di traiettoria e quindi di assetto della vettura (causa di rollio eccessivo e di scuotimenti fastidiosi), ma anche quanto possibile diretto nella manovra, per agevolare scioltezza e precisione in curva. Che fare? I tecnici hanno trovato più d'una soluzione al problema. Intervenendo direttamente sulle caratteristiche meccaniche del sistema di sterzo, con accoppiamenti di ingranaggi a passo variabile: in questo mo¬ do è possibile dosare lo sforzo al volante o la rapidità di intervento per piccoli o per maggiori angoli di rotazione del volante. La soluzione più funzionale ed efficiente è però venuta dal servosterzo, dispositivo che, sfruttando la pressione di un circuito idraulico, moltiplica opportunamente lo sforzo esercitato dalle braccia sul volante. Anche in questo caso, i sistemi più sofisticati offrono una funzionalità variabile: a seconda della soluzione prescelta, la regolazione tiene conto dell'angolo di sterzata, della velocità di marcia della vettura o del regime motore. Quale che sia il sistema adottato, l'obbiettivo del progettista è quello sopra esposto: abbinare comfort e sicurezza, con docilità di azionamento in manovra ma sensibilità e precisione adeguate alle velocità più elevate. Manco a dirlo, anche questo campo, giorno dopo giorno, sta rientrando sotto l'ampio regno dell'elettronica, che, grazie al monitoraggio in tempo reale della dinamica della vettura, consentito da sensori sempre più sofisticati, propone affinamenti nelle caratteristiche di risposta altrimenti neppure ipotizzabili. Ma, anche in tema di sterzo, sicurezza vuol dire sicurezza passiva. Ce ne siamo più volte occupati: gran parte delle risorse della ricerca in materia sono dedicate proprio alla sicurezza passiva del sistema di sterzo, che, nel malaugurato caso di violento urto frontale, non deve risultare invasivo verso l'interno dell'abitacolo e deve svolgere un'azione protettiva nei confronti del corpo del guidatore (capo e torace). Protagonista di questi mesi è l'airbag, ormai comune anche sulle piccole vetture. Forse meno nota, ma almeno altrettanto importante, è però l'evoluzione nell'architettura degli organi di sterzo che dalla pericolosissima concezione utilizzata agli albori dell'auto - con scatola guida avanzata, oltre l'asse ruote, collegata al volante da un piantone tubolare rigido, vera arma minacciosamente puntata direttamente al petto del guidatore - ha portato ai sistemi di oggi, in grado di offrire amplissimi margini di protezione anche nel caso di urti frontali di grande violenza: con scatola guida arretrata dietro al blocco motore; e con piantone di sicurezza, snodato, in due o più parti, nelle costruzioni più sofisticate, anche in grado di assorbire l'urto accorciandosi (con accoppiamento scorrevole di due tubi, uno dentro l'altro) o deformandosi. Nei modelli di recente progettazione, poi, l'esperienza accumulata nei crash test ha portato a riprogettare l'ancoraggio del piantone volante alla traversa sottoplancia. Essa diviene parte integrante del sistema di sicurezza passiva della scocca. Raffaele Sanguinea ***** Moderno sterzo con volante sicuro

Persone citate: Raffaele Sanguinea