Funivia c'è l'ombra di un sabotaggio di Giorgio Macchiavello
QUEL CAVO Sciagura del Monte Bianco, i gestori rischiano recriminazione per omicidio colposo Funivia, c'è l'ombra di un sabotaggio La commissione di inchiesta: ipotesi da non escludere 11. CASH QUEL CAVO COURMAYEUR DAL NOSTRO INVIATO E' omicidio colposo l'ipotesi di reato fatta dai giudici per l'incidente della funivia del Monte Bianco. Ieri magistrati, tecnici e carabinieri hanno compiuto un sopralluogo ai Pavillon, dove si è spezzata la fune che martedì ha fatto precipitare una cabina e ucciso il vetturino di 40 anni Francesco Condonici. Alla stazione intermedia sono saliti i procuratori della pretura e del tribunale di Aosta, Giorgio Vitari e Luigi Schiavone, insieme con i responsabili della società e due ufficiali dei carabinieri. I magistrati dovevano determinare a chi spettasse la competenza dell'inchiesta. «Per ora abbiamo deciso di lavorare sull'omicidio colposo», dice il procuratore Vitari, che si occuperà delle indagini. «L'alti a ipotesi era il disastro colposo - aggiunge il procuratore Schiavone -, ma i dati che abbiamo raccolto sono tranquillizzanti. Le 23 persone rimaste bloccate nel- l'altra cabina non hanno corso rischi, per cui il fascicolo riguarderà solo l'omicidio colposo». «Comunque è ancora tutto da accertare - aggiunge Vitari -. Per questo motivo abbiamo nominato nostro consulente Dante Marocchi, libero docente al Politecnico di Torino in Tra¬ sporti funiviari». Qualcuno ha avanzato l'ipotesi di un attentato, ma Vitari è scettico: «Al momento lavoriamo sull'ipotesi dell'omicidio colposo. Non sul disastro colposo e meri che meno ci sono elementi per far pensare a un attentato o a un sabotaggio». I prossimi atti giudiziari? «L'in¬ vio degli avvisi di garanzia e l'autopsia». Il corpo di Francesco Condoluci sarà trasportato ad Aosta questa mattina per gli accertamenti; quindi verrà autorizzato il funerale. Ieri con i magistrati sono saliti al Pavillon anche gli ingegneri della commissione istituita dal ministro dei Trasporti Publio Fiori e il consulente nominato dal tribunale. Il loro sopralluogo si è prolungato fino a metà pomeriggio. I tecnici si sono calati nella fossa del contrappeso, dove si è spezzato il cavo, e sono saliti a esaminare l'altro spezzone, nel prato a qualche centinaio di metri dalla stazione. «Siamo allibiti», dice l'ingegnere Vittorio Ripa, direttore dell'Ufficio impianti a fune del dicastero dei Trasporti che, con gli ingegneri dell'Ustif (Ufficio speciale trasporti impianti a fune) fa parte della commissione ministeriale. «In 32 anni di carriera non ho mai visto nulla di simile. Il cavo, nel punto dove si è spezzato, sembra un pennello irregolare. Non c'è una rottura netta. La causa è qualcosa che sfugge alla nostra esperienza». Il cavo della funivia aveva 29 anni; l'anno prossimo sarebbe stato cambiato, come prescrivono le norme in materia di trasporti a fune. «Tutti i controlli imposti dalla legge erano stati fatti - aggiunge Ripa -. In ogni caso siamo all'inizio dell'inchiesta e nessuna ipotesi può essere esclusa, compresa quella del sabotaggio. Ma non abbiamo trovato segni evidenti che possano indurci a pensarlo. C'è il rischio che si voglia demonizzare qualcuno, cercare un colpevole che non è detto ci sia». I due spezzoni del cavo verranno tagliati e portati in un laboratorio specializzato. «Sarà esaminata la "situazione metallurgica" dei fili che compongono il cavo - spiega l'ingegnere Marocchi -. A occhio nudo non si vede nulla di strano». Il perito della procura è ancora più esplicito sull'ipotesi di un attentato: «Tracce evidenti non ce ne sono». Giorgio Macchiavello ._ 2*. i L'impianto della funivia che collega Courmayeur al rifugio Torino. Martedì una cabina della linea del Monte Bianco si è schiantata, l'operatore è morto
Persone citate: Dante Marocchi, Giorgio Vitari, Luigi Schiavone, Marocchi, Publio Fiori, Schiavone, Vitari, Vittorio Ripa
Luoghi citati: Aosta, Courmayeur, Torino
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