Il Vaticano Gore fu appoggi l'aborto

Accuse della Santa Sede al vice-presidente Usa: «Troppe parole ambigue sul tema della pianificazione famigliare» Accuse della Santa Sede al vice-presidente Usa: «Troppe parole ambigue sul tema della pianificazione famigliare» Il Vaticano; Gore, fu appoggi l'aborto E' scontro alla vigilia della Conferenza del Cairo CITTA' DEL VATICANO. E' polemica aperta, ormai, fra la Santa Sede e gli Stati Uniti; l'articolo su «La Stampa» di Al Gore, vicepresidente della Casa Bianca e capo della delegazione Usa alla Conferenza del Cairo su Popolazione e Sviluppo ha provocato una reazione pubblica da parte del direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls. «Non vogliamo imporre l'aborto», ha scritto Al Gore, facendo riferimento alla «bozza preparatoria» della Conferenza, ampiamente criticata dalla Santa Sede nei mesi scorsi, e ancor oggi oggetto di attacchi. «Sgomberiamo il tavolo da un falso problema - ha scritto il vicepresidente -, gli Stati Uniti non hanno cercato né cercheranno di stabilire un diritto internazionale dell'aborto». Il Vaticano però non sembra credergli. Navarro ha criticato 1'«ambiguità di linguaggio che percorre il documento»; e in particolare ha condannato l'uso di termini quali «salute riproduttiva» e «salute sessuale», espressioni usate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo il portavoce vaticano, sia l'uno che l'altro termine implicitamente contengono l'eventuale ricorso all'aborto. Di conseguenza, ha concluso Navarro, è la bozza stessa «che smentisce l'affermazione di Al Gore». L'accusa vaticana non si presenta totalmente limpida, nella sua formu- lazione. Durante la conferenza stampa, è stato fatto notare al portavoce della Santa Sede che l'ultima e definitiva bozza contiene una frase di esplicito rigetto dell'aborto come metodo di «family planning». E' la seguente: «Una più grande attenzione ai bisogni della salute riproduttiva delle adolescenti e delle giovani donne potrebbe prevenire la grande quantità di morbilità e di mortalità materna, attraverso la prevenzione delle gravidanze indesiderate e ogni conseguente aborto compiuto in condizioni non sicure. La "maternità sicura", una nozione che non include la "promozione" dell'aborto come metodo di family planning, è stata accettata in molti Paesi come una strategia per ridurre la morbilità e la mortalità materne». Il portavoce della Santa Sede ha risposto che l'intera frase, così decisiva per chiudere il «falso problema» di cui parlava Al Gore, si trovava fra parentesi. Un controllo del testo ufficiale della bozza permette di affermare con sicurezza che solo i due termini «maternità sicura» e «promozione» sono fra parentesi, e devono quindi, eventualmente essere discussi; il nucleo centrale della frase, inequivoco, fa parte a tutti gli effetti della bozza. Ma anche nel caso che il problema aborto fosse (come pare che sia) risolto, la Santa Sede non firmerà un eventuale docu- mento che consigli l'uso di strumenti di prevenzione delle nascite diversi da quelli promossi dalla dottrina cattolica. E' questo il senso della risposta del dott. Navarro, a chi gli chiedeva se fosse possibile un compromesso su questo tema. Già nella Conferenza del Messico del 1984 la delegazione vaticana si è comportata in questo modo; e la stessa linea verrà tenuta al Cairo. Una previsione che appare in contrasto con la proclamata determinazione di andare al Cairo «con l'idea di contribuire ad ottenere un documento di consenso, cioè approvato all'unani¬ mità». Ieri il sottosegretario di stato Usa Tim Wirth, che guiderà accanto al vicepresidente Al Gore la delegazione americana al Cairo, ha detto che ogni Paese «deve decidere per se stesso, nella cornice del suo ordinamento nazionale, come regolare una questione estremamente personale e spesso controversa come l'aborto. La dichiarazione è stata fatta in una conferenza stampa a Washington, poche ore dopo la risposta a Gore da parte di Navarro. Marco Tosarti Benazir Bhutto ha confermato la sua presenza al Cairo Sopra, Al Gore; a fianco Joaquin Navarro Valls