I più venduti delle vacanze: un sondaggio in 15 librerie tra città mari e monti di Stefano Bartezzaghi

/ più venduti delle vacanze: un sondaggio in 15 librerie, tra città, mari e monti / più venduti delle vacanze: un sondaggio in 15 librerie, tra città, mari e monti ALBENGA L'attesa di Biamonti Minisondaggio in quindici librerie che non han fatto vacanze, alla ricerca dei titoli più venduti tra luglio e agosto. Partiamo da Albenga: lì si apre oggi la rassegna «libri di Liguria», incontri e spettacoli fino al 4 settembre. Tra gli organizzatori Girolamo Delfino, dinamico patron della «San Michele» e editore di storia locale. «Premieremo Francesco Biamonti. Il suo Attesa sul mare è il romanzo che ho venduto di più insieme a La guerra del basilico di Nico Orengo. Ovviamente, dopo aver esaurito la Tamaro. Fra gli stranieri, molto richiesto II postino di Neruda del sudamericano Skarmeta. Naturale qui il successo dei due racconti-reportage di Peter Mayle Un anno in Provenza e Toujours Provence. Davvero sorprendente l'eterno fascino del Piccolo Principe di Saint Exupéry, 150 copie solo il 31 luglio, nei 50 anni dalla morte. AOSTA E COGNE // vento di Sveva Anche tra le vette alpine è Susanna Tamaro a guidare la cordata delle vendite. «Riesce a tenerle testa solo Sveva Casati Modignani, Come vento selvaggio», dice Pier Fausto Cavallo, titolare, con orgoglio, della «più alta libreria d'Italia», a Cogne. E «l'effetto Wojtyla» in Valle? «Non più di tanto, solo qualche copia dell'intervista di Gawronski». Cavallo ha ceduto da un anno l'altra libreria ad Aosta, che continua però a portare il suo nome. Lì c'è ora Federico Mattioli: «La Tamaro più di tutti. E poi le Notti africane della Gallmann, Il cliente di Grisham, lo Sgarbi raccontato da Barbara Alberti». Un titolo montanaro? «Le ore della luna», i diari dei guardaparchi nel Gran Paradiso». BOLOGNA Nella casa della Allende Sul ponte di comando a Bologna, Romano Montroni controlla i movimenti della flotta Feltrinelli, 27 librerie, l'ultima aperta ad Ancona da metà luglio: «Tantissima Tamaro e, a ruota, un ottimo Tabucchi. Molti tascabili: Lo casa degli spiriti della Allende, La compagnia dei celestini di Benni, Il giovane Holden di Salinger (un "effetto Picwick": e il successo tv di Baricco ha giovato anche al suo Oceano mare). Fra gli stranieri, oltre a Grisham, i più complessi Accoppiamenti di Peter Schneider e II segreto di Joe Gould di Mitchell». Qualche sorpresa? «Una perla Sellerio 93,1 gioielli di Madame de*** ài Louise de Vilmorin. E l'esordio del giovane Brizzi, Jack Frusciante: già esaurito». CAPRI E ISCHIA //postino di Troisi A tutta Tamaro: «Va' dove ti porta il cuore stacca tutti di molte lunghezze», confermano Riccardo Esposito e AuxUia Veneruso, librai e editori alla Conchiglia di Capri. E poi? «Tutto Grisham. 7/ cliente, premiato al Bancarella, trascina L'appello e II socio. L'improvvisa morte di Troisi, l'annuncio del prossimo film a Venezia ha rilanciato anche II postino di Neruda di Skarmeta». Altra isola, identici nomi. Alla «Guida 3» di Ischia, Patrizia Di Michele ribadisce il primato della Tamaro, il successo di Grisham. Aggiunge la Allende. Lamenta che sinno ormai introvabili Baricco e diversi titoli consigliati a «Picwick», primo fra tutti II canto della neve silenziosa di Selby Hubert jr. CATTOLICA e RIMIMI L'avvocato Grisham Sotto gli ombrelloni della riviera romagnola la vacanza «tutto compreso» quest'anno prevede anche la Tamaro: «Va'dove ti porta il cuore si vende proprio a tutti, giovani e anziani», dice alla Libreria Due Mondi Pietro Molino. Nessun altro italiano? «Continuano a richiedere Maurensig, La variante di Lùneburg». Mentre alla Moderna di Rimini «vince in casa» l'altro adelphiano, Pietro Meldini con L'avvocata delle vertigini: naturalmente dopo la Tamaro («stupefacente: un successo così non si vedeva dall'80, quando uscì II nome della rosa»), Tabucchi e la Allende. Altri longseller? Il Siddharta a Cattolica, Il piccolo principe a Rimini. E poi, molti gialli, primo fra tutti II cliente di Grisham. NOME OMEN. Questi cortigiani che anagrammano i nomi dei sovrani, traendone grandiosi elogi... Questi poeti che ripetono come un mantra il nome dell'innamorata... La manipolazione del nome pare conservare un potere magnetico sugli interessati e sugli astanti. Lo si vede anche in campi non enigmistici. • TI FRUSTO RISPETTO. Il «rispetto» impone una nominazione e una titolazione scrupolosa (non si dice «Scalfaro»; si dice: «Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro»). Quando si polemizza in modo ritualmente civile - specie nelle assemblee condominiali -, si dice «signor»: «Il cane del signor Brambilla non dovrebbe fare i suoi comodi nell'ascensore». Ormai l'uso vorrebbe essere solo ironico (si vedano i fax da Ham- mamet, quando parlano del «dottor Di Pietro»). Nei processi televisivi sul calcio, un allenatore che vince lo si chiama mister, un allenatore che perde lo si chiama signor («il signor Sacchi non dovrebbe sostituire Baggio» ma: «il mister ha fatto benissimo a sostituire il signor Baggio»). • POI,EMIZZAN<». I. IL \<)MI. E' PAZZO. In una situazione di rispetto, ogni gaffe sul cognome dell'Altro è considerata imbarazzante. Nelle polemiche più violente, la manipolazione del nome è uno sfregio volontario. Umberto Bossi si segnala per i suoi «BerlusKajser» e «Paperetto» («A Paperetto ci passo, ci ri¬ Alla Lutteri di Franco Sovilla non entrano solo le signore di Cortina, arrivano dal Cadore e dalla Val Pusteria in cerca del titolo giusto per le vacanze. Il preferito, «a stragrande maggioranza», è Va' dove tiporta il cuore. Seguono Sostiene Pereira di Tabucchi, i due Sepulveda, IZ vecchio che leggeva romanzi d'amore e H mondo alla fine del mondo, L'appello di Grisham. Nessun saggio? «Processo all'Italia di Marcella Andreoli, le inchieste di Tangentopoli. Sono invece scomparsi i comici. Torna a prevalere il desiderio di un buon romanzo». Ad esempio? «I bucanieri della Warthon, e poi, dal catalogo Adelphi, Lernet Holenia, Werfel, Schnitzler». Un consiglio per chi ama la montagna? «La collana I licheni della Vivalda. Un titolo per tutti: La morte sospesa di Simpson». Insegne Tabucchi Bossi e Berlusconi son di passaggio, la Tamaro non la smuove più nessuno: anche a Porto Cervo, nella cartolibreria della signora Fenu, non c'è chi la supera. Unici concorrenti Forsyth e Grisham. E così pure al CentroLibri di Olbia. Cambiando costa, non cambiano i voti dei lettori. Alla Lobrano di Alghero il signor Franco lascia parlare il computer: Va' dove ti porta il cuore primo assoluto. Molto distanziati, nell'ordine, L'appello, Sostiene Pereira, Notti africane, L'ottimismo di Alberoni. Il risultato è identico rientrando in città. Alla Cocco di Cagliari «il primato della Tamaro è fuori discussione. Dopo, molto dopo, Grisham, Tabucchi e il Montefoschi premiato allo Strega». Tamaro, Bobbio, Culicchia, Tabucchi, Montalban: è la cinquina di Silvio Destefanis, effervescente bookmanager. La sua «Città del sole», dai portici di via Po, quest'estate si è trasferita ogni sera lungo la rive droite del fiume, all'Ippopotamo, dove un tempo c'era lo zoo: incontri con autori, spettacoli, musica bibite e naturalmente bancarelle di libri «per scoprire e agganciare quel pubblico, soprattutto giovani, che di solito non ti arriva in libreria». Risultati? «Buoni, specie per i tascabili, Einaudi e Feltrinelli, dal Giovane Holden a Pennac. Un pubblico con pochi soldi, ma pieno di curiosità. Magari non sa bene cosa leggere, ma ha voglia di provarci». Un suo consiglio? «Sepulveda». La Tamaro mattatrice Vince di gran lunga la Tamaro anche in terra di Versilia. «Ottimo esito per Tabucchi, purtroppo solo secondo», dice Graziella Pasquinucci, alla Galleria del Libro. E gli altri? «A lunga distanza, frammentati. Spiccano solo Grisham, Forsyth e la Galmann di Notti africane». La saggistica? «Un tonfo. Sì, un po' di Berlusconi, 7994 Colpo grosso, un po' dì Veltroni, il Berlinguerpensiero. Ma davvero pochino. L'unico filone che sembra interessare è la spiritualità, dalla religione all'esoterismo. Un consiglio? Cigni selvatici della cinese Jung Chang». gramma abbia poi un valore di definizione, è un sovrappiù. In enigmistica è già significativo l'anagramma Cicerone=concerie. Può incuriosire, ma non è particolarmente funzionale al gioco, che l'anagramma di Marco Antonio sia antico romano. • ERACLITO E CRATILO. I nomi come auspici, i nomi come numi: gli Antichi sapevano già che il nome proprio ha uno statuto specialissimo, nella lingua (il platonico Cratilo, citando Eraclito, sostiene che i nomi sono naturali, e guidano alla conoscenza delle cose). Oggi le pratiche anagrammatiche sono depurate da ogni residuo mistico. Ci si gioca, ci si crede ma per CORTINA Un doppio Sepulveda PORTO CERVO E ALGHERO TORINO Lungo il Po con Bobbio TAORMINA E ACIREALE VIAREGGIO / cigni di Jung Chang A CURA DI Luciano Genia gioco. Poi, però, abbiamo a che fare con i nomi: li imponiamo nel battesimo, li ricordiamo o li scordiamo, e con la potenza evocativa del nome proprio facciamo i conti ogni giorno. E il nome, talvolta, scotta. • NOMI: MINO. «Quanto ad anatomia, andò una volta a vedere un amico del secondo anno, Walter, magro ed estroverso, che notomizzava un cadavere. Era un uomo interamente nudo, di color verde. Passi. Walter gli aveva segato la calotta della testa all'altezza dei sopraccigli, e gliela levava e gliela metteva come un cappello. Passi. Ma quando sentì Walter parlare casualmente di Angelo [...] come se il cadavere si chiamasse Angelo, ci mancò un filo che svenisse, e finì col tralasciare anche anatomia» (Luigi Meneghello Fiori Italiani, Rizzoli 1976). Stefano Bartezzaghi