Don Pasquale non se la prenda e salga sul «Palcoscenico»

1 TIVÙ' & TIVÙ' Don Pasquale, non se la prenda e salga sul «Palcoscenico» COM'È' gentil, la notte a mezzo aprii», canta Emesto alla sua bella, che si chiama Nerina ma anche, con un agile cambio di identità, Sofronia. La vuole sposare, e con i soliti intrighi del melodramma, alla fine ci riuscirà: il vecchio Don Pasquale dovrà rassegnarsi ad essere beffato dai più giovani. Potrà soltanto fare, come si dice, buon viso a cattivo gioco, e sceglierà il perdono come unica soluzione. L'opera di Donizetti diretta da Riccardo Muti, orchestra e coro della Scala di Milano, è andata in onda l'altra sera su Raidue per «Palcoscenico». Nelle acque stagnanti estive, la rassegna è stata un piccolo faro, se non altro di differenza. Magari l'audience non premia, ma trovare qualcosa che non sia il solito film dato mille volte è sempre meglio che non trovare nulla. Tanto più che su questo «Palcoscenico» sfilano allestimenti di pregio. Le opere liriche difficilmente hanno successo in tv, a parte casi particolari come fu la «Tosca», kolossal con Placido Domingo, spettacolo beneficiato di un fortissimo battage pubblicitario. Chi ama la lirica non si un f taric dicato al teatro di Eduardo: sono cominciati gli spot, schegge tratte da «Questi fantasmi», «Natale in casa Cupiello», «Napoli milionaria», l'elogio alla caffettiera napoletana, «a da passa a nuttata», piccole meraviglie classiche che meno male una rete manda in onda. Oltre tutto in prima serata. Minoli prenderà anche gratifiche milionarie, come ci informano le cronache, ma almeno è l'unico che osa con teatro e lirica. Il programma più seguito, l'altra sera, è stato un film che faceva sognare, «Un angelo da quattro soldi», con Paul Hogan, l'attore australiano che gli spettatori ricordano dormire per terra vicino al letto in «Mister Crocodile Dundee». Quello che andava al bar a raccontare i fatti suoi, ed era la sua psicoanalisi personale. L'«Angelo» è stato seguito da oltre 5 milioni e mezzo di persone; 4 milioni 332 mila hanno invece ripassato la storia delle Midway, con la complicità di Toshiro Mifune, Henry Fonda e James Coburn. Sempre sulla breccia, quei vecchiacci. Alessandra Comazzi =J trova a proprio agio, con tutti quei primi piani sui cantanti che falsano le prospettive; chi non l'ama, non l'ama e basta, e non sarà la televisione a fargli cambiare idea. Eppure, quel «Don Pasquale» di lunedì era così incantevole, così gradevole, di così immediata comprensione, che anche i non adepti alla setta dei melomani potevano trarne motivi di rasserenamento, se non di divertimento. Sì, le storie sono sempre tirate per i capelli: in questo caso, poi, persino il librettista Ruffini ritirò la firma, contrariato per le eccessive modifiche apportate al testo dal musicista. E così il 4 gennaio del 1843 l'opera andò in scena a Parigi, al Théàtre des Italiens, sotto l'intera responsabilità donizettiana: era una commedia musicale borghese che inaugurò, dicono gli esperti, il genere comico-sentimentale. Ma queste sono teorie: la pratica è che Nuccia Focile, Ferruccio Furlanetto, Lucio Gallo, Gregory Kunde e Claudio Giombi erano deliziosi da ascoltare, e anche simpatici da vedere, con le loro smorfie e le bocche strette. Dalla settimana prossima, Raidue trasmetterà un ciclo de¬

Luoghi citati: Milano, Napoli, Parigi