Chiara Mastroianni: mia madre è un tipo tosto

Chiara Mastroianni; mia madre è un tipo tosto Festival di Montreal: la figlia dell'attore italiano e di Catherine Deneuve racconta i genitori Chiara Mastroianni; mia madre è un tipo tosto Sono superstiziosa come mio padre, se un provino va male penso a lui MONTREAL. «Accarezzavo l'idea di fare cinema e mia madre all'inizio si è opposta. In quel caso non è stata l'attrice, ma la madre ad opporsi: sapeva che era un mestiere molto duro, soprattutto per le donne». La madre è Catherine Deneuve, la ragazza che parla con disponibilità, ed accento francese, è Chiara Mastroianni, figlia di Marcello. «Dopo il primo film "Ma saison preferée" di André Techiné, mia madre ha cambiato atteggiamento. Perché ha capito che ero anche più cocciuta di lei, che quando vuole qualcosa, diventa molto tosta. Ha capito che non c'era niente da fare. Invece mio padre non è mai stato contrario perché è molto fatalista: finché uno è contento, lui è contento». Nel film di André Techiné che ha segnato il debutto dell'illustre rampolla recitava anche la Deneuve, in qualità di madre anche nella finzione. E alla prima uscita mondana, durante il festival di Cannes '93, Chiara aveva tenuto a precisare che la presenza della madre nel film era «più rassicurante che inquietante»: «Volevo dire che anche gli altri attori giovani del film, dinanzi ad un'attrice famosa con la reputazione di essere una donna fredda, potevano rimanere impressionati. A me è andata bene perché la conoscevo. Era una persona in meno di cui aver paura perché era la mia prima volta sul set. Avevo più paura di incontrare Daniel Auteuil, che di girare con lei perché non lo conoscevo. Poi, dopo un po' che tutti ti fanno domande sul fatto che tua madre sta nel film ti viene da rispondere qualsiasi cosa, dicono: "Tua madre è inquietante?", io rispondo: "No, è rassicurante", ma non so neppure se lo penso davve¬ ro». Chiara Mastroianni è al festival di Montreal per accompagnare il film «La belle étoile» di Antoine Desrosières, un film sull'apprendistato sentimentale di un ragazzo che finisce per amarla. La giovane attrice ha anche un ruolo nell'ultimo lavoro di Robert Altman sul mondo della moda. «Faccio la parte della schiava di Kim Basinger. Avevo paura di questa prova perché non avevo mai recitato in inglese e sapevo che si doveva anche improvvisare. Ma Altman è veramente geniale, magico. Anche se sul set lo vedevo pochissimo perché c'erano trenta attori». Chiara Mastroianni ha appena finito di girare, a Roma e Assisi, il film del giovane regista francese Xavier Beauvois, «N'oublie pas que tu va a mourir». E' anche reduce da una vacanza italiana a casa di papà Marcello, nella campagna vicino a Pistoia. «Vedo spesso papà - rivela Chiara -, che viene frequentemente a trovarci a Parigi. Ora che non abito più dalla mamma ho più occasione di vederla. Perché quando sei in casa sai che c'è la presenza e quindi non ti vedi mai. Ora invece che c'è la mancanza c'è più bisogno di rivedersi. Ma quando siamo tutti e tre mi fa strano di vederli insieme perché non li ho mai considerati una coppia. Forse una coppia cinematografica, anche se non ho mai visto un loro film». In che modo si sente influenzata dai suoi genitori? «Sento molto forte l'influenza di mio padre, pur non essendo vissuta con lui: se faccio un provino che va male non me la prendo perché mi ricordo le sue parole e i suoi consigli. L'influenza di mia madre è più difficile da trovare perché sta in me, fa parte dell'educazione». Oual è la sua massima ambizione? «E' come una forma di superstizione, ma in questo sono come mio padre: non voglio che il cinema diventi la mia vita. Non è che mi sveglio la notte e mi dispiace di non aver interpretato Ofelia... Però poi quando vedo le altre attrici che ci tengono tanto, allora mi dico: "Forse sono una parassita". Non voglio vivere questo mestiere come un'angoscia, ma come un gioco». Sua madre l'ha portata mai con lei sui set? «Mi portava solo durante le vacanze, perché era molto rispettosa della scuola. Mi sarebbe piaciuto se mi avesse portata di più e spesso mi mancava... Ma si sa, quando sei piccolo, non hai il senso del tempo che passa e anche due giorni ti sembrano sempre due settimane». Si ricorda il primo set in cui l'ha portata? «Forse non è il primo, ma è quello che più mi ha colpita: "La città delle donne" di Federico Fellini, per le scenografie veramente fantastiche. Fellini mi fece fare la comparsa ma solo più tardi mi accorsi che tagliò il mio pezzo». Daniela Bisogni «Vederli insieme mi sembra strano: non sono una coppia. Il mio primo ruolo è stato con Fellini, ma fia tagliato» Chiara Mastroianni: «Mia madre all'inizio si è opposta, non voleva che facessi l'attrice. Mio padre no se uno è contento lui è contento»

Luoghi citati: Assisi, Cannes, Montreal, Parigi, Roma