Critici al contrattacco

«Idiozie, bisogna proteggere i quadri» Critici al contrattacco «Idiozie, bisogna proteggere i quadri» wjL professor Francis Ha1 skell, guru dell'arte e granii de frequentatore dei musei I italiani, spegne la radio acg \ cesa nel suo studio di Oxford proprio mentre lo speaker sta leggendo le ultime, asciutte notizie. Al telefono fa una premessa: «Non leggo il Times da molti anni e, da allora, vivo felice. Quest'articolo mi convince che dovrò continuare nella decisione fino alla fine dei miei giorni». «Idiozie, solo idiozie - si scalda il professore -. Un paio d'anni fa ho portato mia moglie a Mantova appunto per mostrarle la Stanza degli sposi. Avrei potuto avere un trattamento preferenziale, ma siamo rimasti in adorazione solo un paio di minuti: sapevo, come dovrebbero sapere quelh che si occupano di arte come il signor Cork, che c'erano problemi di conservazione». L'articolo del Times piomba come un fulmine nelle stanze della direzione generale del ministero dei Beni culturali e ambientali. Quella di Francesco Sisinni, chiuso nel suo ufficio tutta l'estate per dimostrare che i musei funzionano e hanno le porte spalancate anche il giorno di Ferragosto. L'ambasciata italiana a Londra aveva provveduto ad inviare per fax una copia del- l'«atto d'accusa». Sul tavolo di Sisinni era già annotato il numero di telefono del sovrintendente di Mantova: per chiarimenti immediati. Ma, poi, la lettura dell'articolo ha mostrato l'assoluta gratuità degli insulti di Cork. «Il problema della Camera degli sposi - spiega Sisinni - è particolarmente serio ed il restauro lo ha bene evidenziato. I pochi minuti disponibili sono conseguenti all'obbligo di fare accedere un limitato numero di visitatori per volta onde evitare il fenomeno della condensa, problema che si presenta anche per Giotto, per la Cappella degli Scro- vegni di Padova e per Leonardo al Cenacolo di Milano. Ma uno studioso, si sa, può sempre chiedere ed ottenere, per ragioni appunto di studio, una visita straordinaria». Quel che brucia è quell'assurda accusa di «cinismo»: «Richard Cork certamente ama i beni culturali italiani - continua Sisinni -, peccato che indulga a qualche luogo comune. E certamente va oltre misura se quell'accusa di cinismo la rivolge anche agli operatori del settore ed in particolare del ministero dei Beni culturali ed ambientali che assicurano, tra mille difficoltà, la tutela di un così prezioso patrimonio. Cork dovrebbe sapere - en¬ tra nei dettagli Sisinni - che la prima difficoltà è nella sproporzione tra il numero di beni che l'Italia detiene e le scarse risorse finanziarie, oltre ai carenti organici di personale del ministero: 100 mila chiese monumentali, 50 mila castelli, 30 mila dimore storiche a fronte di un bilancio che oscilla intorno allo 0,20% di quello statale ed un organico pari ad un quarto di quello necessario. Tuttavia, Cork dice che non ha potuto visitare chiese e palazzi perché in restauro. Dunque, perché non prende nota dello sforzo di un immane recupero che sta restituendo al pubblico complessi monumentali importantissimi per la storia e la civiltà? Non parlo del Nord, dove la situazione sostanzialmente positiva è nota, ma mi riferisco al Sud, così poco o così malamente conosciuto. Il signor Cork ha visto, ad esempio, il miracolo della Certosa di Padula, il progressivo recupero di Pompei o della Reggia di Caserta, o delle chiese e in genere dei monumenti di Napoli? Lo sa Cork che i musei italiani sono oltre 3 mila, di cui oltre 800 quelli dipendenti dal ministero? Si è accorto della creazione del Sistema nazionale museale quale sistema di servizi? E dei restauri complessi e soprattutto dell'apertura al pubblico prolungata: 10 ore al giorno? Lo sa che il 15 agosto abbiamo registrato nei soli musei a pagamento oltre 105 mila visitatori?». Il signor Cork questa volta ha esagerato. E allora che incassi il boomerang di ritorno lanciato dallo storico dell'arte Carlo Bertelli: «Sarebbe bene che i corrispondenti del Times, prima di lasciarsi andare a pregiudizi, andassero a vedere il modo indecente con cui sono esposti i Trionfi del Mantegna a Hampton Court. E' scandaloso, c'è un vecchissimo e rumorosissimo sistema di condizionamento dell'aria che non funziona. Alcune delle opere sono presentate con una cornice che vorrebbe riprodurre l'assetto di un tempo, altre in cornici d'oro. Inoltre, c'è una specie di rampa di truciolato che non si capisce a cosa serva. L'umidità e il caldo della sala, una vecchia serra, sono insopportabili e anche se nessuno ti caccia te ne vai perché non resisti». Detto questo, continua Bertelli, «noi in Italia abbiamo problemi di comunicazione e di accoglienza che altri Paesi hanno risolto. E da noi si resta abbastanza indifferenti al problema. Sono perfettamente consapevole del fatto che la Camera degli sposi non può essere visitata da un pubblico numeroso senza interruzione, però bisogna dirlo al pubblico, non deve sentirsi privato di quello che sente come un diritto». Ma, da qui a bollarci dei peggiori «crimini», ne passa. Pier Luigi Vercesi

Luoghi citati: Caserta, Italia, Londra, Mantova, Milano, Napoli, Padova, Pompei