I porcini? Pochi benedetti e cari di Giuliano Dolfini
A causa della siccità la raccolta è molto scarsa: quelli che si vendono vengono dall'estero A causa della siccità la raccolta è molto scarsa: quelli che si vendono vengono dall'estero I porcini? Pochi, benedetti e cari Sui banchi dei dettaglianti decine di quintali d'importazione Arrivano da Francia, Polonia, Svezia, Finlandia, exJugoslavia Troppa siccità. E di conseguenza niente funghi. Cosi gl'importatori li fanno arrivare dalla Francia, Polonia, Svezia, Finlandia. Ed anche dalla ex Jugoslavia. Ieri ai mercati generali ne sono giunti una decina di quintali che sono stati venduti ai dettaglianti. Sono in molti a ritenere che una parte dei porcini finisca nelle vallate, rivenduti dai locali come prodotti del posto. «E' un periodo di magra spiega il vicedirettore dei mercati generali Giovanni Garrone - quei pochi che giungono arrivano dall'estero. Le quotazioni? Noi non le rileviamo poiché la quantità è limitata e tipicamente stagionale. Comunque i nostrani sono pochissimi». «Ieri • ha spiegato un esperto - i prezzi dei porcini variavano da 25 a 40 mila lire al chilo. Negli ultimi giorni i prezzi sono ribassati. Ma è la nostra produzione che manca. Gli esperti dicono che dovrebbe cominciare adesso,se il tempo sarà favorevolo». Chi si illude di mangiare un'insalatina con fettine di porcini crudi della Val di Lanzo o della Val Sangone o il tipico risotto ai funghi è un po' ingenuo. Ci sono sì dei boleti nei negozi o nei ristoranti. Ma arrivano dall'estero. E per lo più dai Paesi nordici. Marco Bronzino, commerciante di Rubiana, che alla frazione Favella ha avviato un'isola «micologica» per la coltiva- zione di funghi in un bosco di castagni, roveri e faggi, spiega: «Nei Paesi nordici ne sono cresciuti moltissimi e di ottima qualità. Lassù la temperatura in questo periodo è sui 20 gradi. Poi c'è molta umidità. L'unico problema è di farli arrivare in fretta ed alla giusta temperatura di conservazione». Vista la siccità prolungata e il caldo, si ripeterà Testate-autunno dell'anno scorso, che per la raccolta dei funghi fu un anno nero, con prezzi molto elevati? Giancarlo Vinassa, micologo, afferma: «Il mese più adatto per la raccolta di funghi è settembre. Però sono 45 giorni che non piove, a parte qualche isolato temporale che non ha bagnato a sufficienza il terreno. Fino a 40 centimetri sotto terra non vi è traccia di umidità. Perché crescano i funghi, ci vorrebbero piogge abbondanti e prolungate». Quali sono le condizioni ambientali ideali perché nei boschi crescano i porcini? «Terreni puliti, alberi adatti, umidità e temperatura adeguata. Se manca uno solo di questi presupposti, funghi addio. Cioè salta il ciclo biologico che fa sviluppa- re il micelio, la finissima radice sotterranea del fungo», risponde Vinassa. Occorre quindi - secondo gli intenditori - che il terreno sia caldo e che di notte il termometro non superi i 19 gradi. Serve poi l'acqua piovana. Purtroppo gli sporadici e brevissimi piovaschi che ogni tanto ci sono nelle vallate non sono serviti a nulla. «Finora è stata un'estate che ha dato poche soddisfazioni agli appassionati - ci dice Cesare Paschetta della Comunità montana Val Sangone, regno dei «buie» - perché ha fatto troppo caldo. Da noi i cercatori ogni giorno sono attenti alle previsioni e al mattino scrutano il cielo. Ma scuotono il capo scettici perché i temporali prolungati non arrivano». Ed in piazza Molines di Giaveno le due nuove associazioni dei raccoglitori e venditori di funghi (sono un centinaio in Val Sangone) stanno preparandosi per accogliere i clienti di quest'autunno. Ovviamente accendono ceri perché piova. Altrimenti sarà un altro anno di magra. Giuliano Dolfini Pochi funghi questanno nei mercati: cari e in maggior parte arrivano dall'estero
Persone citate: Cesare Paschetta, Favella, Giancarlo Vinassa, Giovanni Garrone, Marco Bronzino, Vinassa
Luoghi citati: Finlandia, Francia, Jugoslavia, Polonia, Rubiana, Svezia
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