I subacquei

I subacquei I subacquei «Parte civile al processo» ROMA. «Ogni anno ci ammazzano un atleta. E Roberto era uno dei migliori. Allenava i nostri ragazzi per le gare, era un po' il nostro Sacchi. Non è giusto che sia finita così: è ora di dire basta a questi assassini». Alberto Ciarla, responsabile nazionale della Federazione italiana pesca sportiva (Fips) e segretario mondiale della commissione di pesca subacquea non riesce quasi a parlare. E' reduce dal funerale di Roberto Marcozzi, il giovane romano ex nazionale di sub, falciato da un motoscafo in Sardegna. Marcozzi era anche l'allenatore della squadra del «Tirreno-sub Roma», il circolo di cui Ciarla è presidente. «Mi costituirò parte civile. Non si può continuare con questa impunità totale». «Non voglio criminalizzare tutta la categoria - prosegue -, ma contesto l'assoluta disparità di trattamento fra chi va sott'acqua e chi sta sopra. Noi sub siamo sottoposti a controlli ultra minuziosi, ci multano e sequestrano l'attrezzatura per un niente. E ci accusano di essere predatori marini quando in realtà dobbbiamo rispettare un regolamento molto restrittivo. Ma quando si tratta di difendere i sub dalle eliche di questi killer, che si divertono persino a far lo slalom fra i palloncini, nessuno fa niente: le regole ci sono ma non si fanno rispettare». [AdnKronos]

Persone citate: Alberto Ciarla, Ciarla, Marcozzi, Roberto Marcozzi, Sacchi

Luoghi citati: Roma, Sardegna