E gli avvocati lo abbandonano «Questo è un processo politico»

E gli avvocati lo abbandonano «Questo è un processo politico» E gli avvocati lo abbandonano «Questo è un processo politico» 8: ::-:::$»^ra^i^Jw^^*^^KWTO^»W^%^>^^^™^ LA DENUNCIA DEI LEGALI «€NAPOLI ARO Franco, non possiamo più difenderti». Firmato: Gustavo Pansini e Giovanni Esposito Fariello. L'ultimo, drammatico capitolo della De Lorenzo-story è stato scritto ieri pomeriggio dagli avvocati dell'ex ministro della Sanità, che con un colpo a sorpresa hanno rimesso il mandato nelle mani del loro cliente. In una lettera inviata al carcere di Poggioreale, i due legali che invano hanno chiesto in questi mesi la libertà per il detenuto più famoso d'Italia si dichiarano sconfitti: «Non resta, a questo punto, che attendere la scadenza naturale del termine massimo della custodia cautelare, giacché dobbiamo prendere atto che nei tuoi confronti non di corretta applicazione delle regole processuali si tratta, ma di una sorta di autentico giustizialismo popolare contro il quale ogni argomentazione di natura tecnica diventa inutile». A questo punto, spiegano gli avvocati a De Lorenzo, «crediamo che non potremmo darti nulla al di là della solidarietà spirituale. Non possiamo ancora prestarci a essere un grottesco paravento di decisioni metagiuridiche, prese nel rispetto delle garanzie apparenti ma che sono in aperto dispregio delle regole processuali e, soprattutto, del principio di uguaglianza del trattamento dei cittadini davanti alla legge». Ed ecco la conclusione: «Nel rimetterti il mandato, sentiamo il bisogno di formulare l'augurio che anche nel nostro Paese possano essere recupera¬ ti i lavori di una giustizia giusta, equilibrata e a misura d'uomo». L'avvocato Pansini ha un diavolo per capello: «Scrivetelo pure: quella lettera è una dichiarazione di sconfitta di tutti gli avvocati napoletani, che non a caso hanno fatto due mesi di sciopero in nome di una giustizia degna di questo nome», sbotta. Ma come si comporterà se «Sua Sanità» dovesse pregarlo di continuare a difenderlo? «In questo momento non saprei proprio che cosa dire. Aspetto la risposta di De Lorenzo, poi deciderò». Di mostruosità giuridica parlano anche i familiari di De Lorenzo. «Viviamo in un Paese in cui la politica è una componente fondamentale - commenta il figlio dell'ex ministro, Ferruccio -. Inoltre, sull'inchiesta sulla sanità la procura della Repubblica di Napoli si sta giocando la reputazione. Mio padre deve rimanere in prigione perché su di lui devono ricadere tutte le responsabilità». Rabbia, esasperazione, ma anche tanta stanchezza. Ferruccio De Lorenzo dice che non vuole più parlare: «Non posso ridurmi ad una macchietta, non voglio interpretare pubblicamente la parte del figlio disperato». Ma poi lancia accuse anche ai giornali. «Riportano fedelmente le veline passate dalla magistratura, ma non entrano nel merito dell'inchiesta. Eppure basterebbe andare a rileggersi i verbali d'interrogatorio di altri indagati come Cavazza, Aleotti e Muzio, oppure il memoriale del professor Vit¬ toria (morto suicida un anno fa, ndr), per trarre certe conclusioni. Ma nessuno è disposto a farlo, nessuno ha il coraggio di dire che, ad esempio, l'accusa di associazione a delinquere contro mio padre è un'assurdità. A questo punto vogliamo essere soli con il nostro dolore». Chiede di essere lasciata in pace anche Marinella D'Aniello, la moglie dell'ex ministro. Si è chiusa nella sua casa in via Stazio, sulla collina di Posillipo, e quando sente che al telefono c'è un giornalista reagisce con fastidio: «Ho già detto e ripetuto che la vicenda di cui è rimasto vittima mio marito è esclusivamente politica. E' una storia allucinante, sulla quale spero che un giorno sia fatta vera giustizia». Ma poi la signora taglia corto: «Non ho più niente da dire, i nostri problemi personali ormai interessano solo gli appassionati di telenovelas. Credetemi, vorrei tanto essere dimenticata, e che il silenzio cadesse una volta per tutte sulla famiglia De Lorenzo». [f. mil.l Il figlio: la procura su questa inchiesta si gioca l'immagine La moglie di De Lorenzo Marinella e l'avvocato Gustavo Pansini

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