Così Deiman scatenava Ciaikovskij di Giorgio Pestelli
Morto a 12 anni Morto a 12 anni Così Deiman scatenava Ciaikovskij w Uin ENT'ANNI fa Vladimir Delman era venuto in Italia e poco dopo aveva preso la cittadinanza italiana: in due decenni era diventato un personaggio di spicco nella vita musicale del nostro Paese, lavorando in particolare con le maggiori istituzioni lombarde e emiliane, e specializzandosi in qualche modo nelle interpretazioni di Ciaikovskij; al quale, negli ultimi anni, aveva finito anche con l'assomigliare fisicamente, nei bianchi capelli e nello sguardo inquieto sotto l'aria distaccata da gran signore. Nato a Leningrado 72 anni fa, tra i fondatori del Teatro dell'Opera da camera di Mosca, in Italia ha lavorato soprattutto come direttore stabile del Comunale di Bologna, dell'Orchestra Rai di Milano, dell'Orchestra Arturo Toscanini di Parma. Ciaikovskij dunque; e certo le realizzazioni di Deiman erano affascinanti perché congeniali e familiari; il ciclo completo delle Sinfonie, l'Eugenio Onieghin (che gli valse un Premio Abbiati) sono nel ricordo dei molti che li hanno ascoltati in varie città italiane: la cosa che colpiva di più, perché il pubblico latino c'era poco avvezzo, era la naturale semplicità, la mite tenerezza con cui era rievocato il mondo della vecchia Russia della piccola borghesia, dei proprietari terrieri, i duetti da camera di fanciulle sognatrici, i cori all'aperto dei contadini, l'affiorare continuo di canti popolari, specialmente ucraini, e tanti altri aspetti dove di Ciaikovskij sentivi soprattutto la leggerezza di tocco, il settecentismo rococò velato di nostalgia; il che non impediva che poi al momento buono le torve forze che covavano nel musicista si scatenassero con l'evidenza dovuta. Ma Deiman era anche altro che lo specialista di Ciaikovskij: era un musicista fecondo, impregnato del temperamento russo ebraico delle sue origini; era un artista, non un burocrate della bacchetta, e quando aveva i suoi cinque minuti trascinava e commuoveva come a pochi interpreti è consentito. Giorgio Pestelli
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