le Ore del sesso suonano da 25 anni
Milano, una mostra celebra il compleanno del periodico fondato da Saro Balsamo Milano, una mostra celebra il compleanno del periodico fondato da Saro Balsamo le Ore del sesso suonano da 25 anni Da settimanale di informazione a leader del porno ANNIVERSARIO A LUCI ROSSE SPARA» in copertina una donna ammiccante e svestita e l'ultima sensazionale inchiesta politico giornalistica. Ma non è il solito settimanale di attualità, bensì «Le Ore». Venticinque candeline quest'anno, oggi hard che più hard non si può, ma ieri (1970) «informazione, divertimento, attualità, scandalo, polemica nei limiti del buon gusto» come recita l'editoriale del primo numero. Tante le copertine passate sotto i ponti in questi 25 anni. Una selezione, 200 foto e più, saranno esposte il 16, 17 e 18 settembre a Mi-Sex la mostra milanese che vuole fare impallidire Erotica. «Non si può raccontare la storia di "Le Ore" come una semplice vicenda di pornografia. E' molto di più, è un pezzo di storia del costume italiano», dice Gianmarino Amiotti, curatore della mostra destinata a diventare un libro (scandalo). Il primo numero, 16 novembre 1970, è una chicca. Prima c'era solo la rivista «ABC». «Le Ore» si presenta con un cast di collaboratori di primo piano. Sfilano: lo scrittore Luciano Bianciardi, autore de «La vita agra» e traduttore di Henry Miller; il polemista Giorgio Saviane, definito «riformista e femminiere implacabile»; lo scrittore Giancarlo Fusco, Milena Milani, Francesco Cardella. A mettere insieme il cast di collaboratori per «dare notizie senza strumentalizzazioni», come è scritto nella presentazione del primo numero, è Saro Balsamo. Ex marito di Adelina Tattilo, oggi editore di «Playmen», la leggenda vuole che sia stato lui a togliere l'ultimo velo ad Aichè Nana nel primo strip integrale (1960) al club «Il Rugantino» di Roma. La scena, pari pari, è finita nel film «La dolce vita» di Federico Fellini. Vita amara, quel 1970. La bomba di piazza Fontana è scoppiata da poco, l'autunno caldo è appena passato, c'è la contestazione giovanile e lo «sboom». E c'è lo spazio per lanciare un giornaletto, 114 pagine, carta patinata, in cui convivono gli ultimi scandali di Tamara Baroni, ex femme fatale dell'industriale del vetro Buoi Bormioli; i «diari autografi dei marchesi Casati Stampa di Soncino», coinvolti in una strage avvenuta nelia capitale il 30 agosto '70 e un'inchiesta sull'omicidio di alcune prostitute a Torino, con l'intervista a Giuseppe Montesano, allora capo della Mobile. Inchieste e foto osé è il cocktail della rivista, almeno per cinque anni. Attrici, più o meno sconosciute, sfilano senza veli. L'elenco è interminabile. Alcune posano per «Le Ore», di altre si pubblicano foto di scena «spinte». Tra le (allora) sconosciute c'è Romina Power, tra le famose Catherine Deneuve. In mezzo tutte le altre: Brigitte Bardot, Paola Quattrini, Rosemarie Dexter, Barbara Bouchet, Patty Pravo. Ma le vere colonne del gior- naie sono le tante Meg, Susanna, Carole, Olga, Ulla, Antonia, Barbara, Susy e Paula, senza veli, pose audaci, seni al vento, una stellina o la didascalia contornata al posto giusto. «A metà degli Anni 70 - spiega il curatore della mostra - il giornale venne diffidato dal pubblicare nudi in copertina. Per alcuni mesi uscirono allora copertine "feticcio" con primissimi piani di piedi, mani, ombelichi o con simboli grafici come losanghe, quadrati, vere e proprie copertine artistiche». Lo spauracchio dell'articolo 528 del codice penale (pubblicazioni e spettacoli osceni), non ferma l'escalation pornografica di «Le Ore». Alla fine degli Anni 70 compare la dicitura «vietato ai minori di 18 anni». La rivista viene venduta incelofanata. Scompaiono le inchieste, gli articoli di polemica politica, le analisi di costume. E le firme illustri, soppiantate da pseudonimi di fantasia. «Inizia l'era dei servizi fotografici comperati all'estero, Amsterdam, Copenaghen, Los Angeles. Le modelle sono professioniste, nulla è più lasciato all'immaginazione», dice Gianmarino Amiotti. «Le Ore» figlia una quantità incredibile di altre testate pornografiche. Oggi sono 93 le riviste e quasi 50 le serie video. Sono cambiate anche le protagoniste delle copertine e dei servizi interni Adesso sono Ilona Staller, Lilli Carati, Karin Schubert, Moana Pozzi le reginette (porno) di «Le Ore». Ma questa è un'altra storia. Fabio Potetti Ai primi numeri collaborarono Bianciardi e Saviane Poi la svolta hard AcBP Due copertine de «Le Ore». Accanto lo scrittore Luciano Bianciardi: nei primi anni di attività scrisse anche testi per la rivista hard
Luoghi citati: Amsterdam, Copenaghen, Los Angeles, Milano, Roma, Soncino, Torino
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