Castellari giallo sull'amico di S. S.

Castellari, giallo sull'amico Castellari, giallo sull'amico Interrogato per oltre nove ore Forzato lo studio di un perito ROMA. Suicidio o omicidio? Il caso Castellari ruota attorno all'enigma sulla sua fine. E le indagini per tentare di far luce sono state caratterizzate, ieri, da due nuovi eventi: il quinto interrogatorio di Mario Selis, uomo di fiducia dello scomparso manager delle partecipazioni statali, e il giallo della finestra rotta all'ospedale San Luigi di Orbassano dove sono raccolti dei reperti sul caso Castellari. Si tratta di materiale che deve essere sottoposto a un'ultima perizia medico-legale ordinata dal sostituto procuratore Davide lori. E venerdì notte qualcuno si è introdotto nella stanza, senza però portare via nulla. Quest'ultimo punto è stato denunciato dal dottor Torre, uno dei periti. Per quanto riguarda Selis, in sostanza ha confermato le dichiarazioni fatte al settimanale «Epoca»; un'intervista esaminata al dettaglio, il cui contenuto aveva convinto lori a interrogare Selis di nuovo. Dopo nove ore di colloquio, il custode della villa di Castellari ha detto che inizialmente pensava all'ipotesi del suicidio, ma in seguito, riflettendo sulla vicenda, ha avuto dei dubbi. Tanto da pensare anche alla possibilità dell'omicidio. Anche perché nei giorni in cui si scatenava la bufera giudiziaria attorno al manager, Castellari era tranquillo. E calmo apparve anche il 18 febbraio del '93, quando Selis lo vide per l'ultima volta. Quanto al ritrovamento del corpo, Selis ha ammesso di non essere stato lui ha trovarlo, ma la polizia. Un altro punto discusso è stato quello del «poliziotto grosso e barbuto». A «Epoca», Selis aveva detto che nei primi giorni della scomparsa di Castellari, un agente lo aveva intimidito: «Lei deve stare zitto, non deve parlare con nessuno, anche se pensa che sia scappato, capito?». Bene, il poliziotto è stato rintracciato, è un ispettore in servizio fuori Roma, che ha ammesso di aver parlato con Selis ma senza la minima intenzione di intimidirlo. Gli aveva chiesto soltanto di tenere per sé quanto emergeva attorno alla scomparsa del suo padrone. Un altro punto preso in esame nel corso dell'intervista riguardava la pistola di Castellari. Una pattuglia di finanzieri, impegnata nell'inchiesta sulla vicenda Enimont, perquisì la villa del manager e si trovò a esaminare anche la pistola, regolarmente denunciata. Selis aveva detto ai giornalisti del settimanale che nel tamburo c'erano quattro colpi, e non cinque come si era sempre detto, però ieri ha spiegato ai magistrati che Castellari utilizzava la pistola per fare il tiro a segno, [s. s.]

Luoghi citati: Orbassano, Roma