Un addio senza le salme

Un addio senza le salme Un addio senza le salme Agadir, i resti delle 44 vittime sono stati raccolti in cinque bare AGADIR. Volti disfatti dalla tensione e dal dolore quelli dei familiari delle vittime italiane dell'incidente aereo di domenica scorsa fra Agadir e Casablanca, che hanno partecipato ieri alla cerimonia funebre. Era assente solo la famiglia di Massimo Graziani, di Firenze, attesa comunque entro breve ad Agadir. La chiesa di S. Anna, dove si è svolta la cerimonia, è un ex deposito di frutta e verdura, nel cuore della medina di Agadir, la prima chiesa cristiana essendo stata distrutta dal terremoto del 1960. E' un ampio locale, suggestivo, luminoso e spoglio, come un vero luogo di preghiere ecumeniche. Nell'ingresso era stato affisso un elenco con i 40 nomi dei passeggeri e la frase «nessun sopravvissuto». In chiesa dominava una gran croce nuda, un altare con un cero e alle pareti intonacate d'azzurro le formelle in ceramica della via Crucis. Molte le corone di fiori, alcune degli equipaggi della «Royal air Maroc». Hanno concelebrato il rito il parroco don Gilbert Bonouvrie (olandese), un sacerdote francese e padre Giancarlo Quadri, della chiesa italiana di Cristo Re a Casablanca. «Siamo di fronte all'unico Dio - ha detto commosso padre Bonouvrie - e gli chiediamo di voler accogliere nella sua pace tutti i nostri cari scomparsi, e in quel tutti intendo i 40 passeggeri senza distinzione di razza, di religione e di nazionalità». Il sacerdote ha citato un aneddoto indiano: «Il giorno in cui la morte verrà a bussare alla tua porta, che dono le offrirai? e l'uomo rispose: quello della coppa della mia vita riempita di sorrisi e di serenità aspettandola». Sono state lette alcune pagine del Vangelo secondo Matteo. Don Quadri ha poi ricordato la sofferenza dei familiari che non possono vedere i corpi dei loro cari su cui piangere e pregare. «Ma al di sopra di noi tutti - ha detto il sacerdote - c'è Gesù Cristo e in suo nome dobbiamo sentirci uniti e non disperati». Una ragazza del gruppo dei familiari in lacrime si è alzata e ha invocato: «Signore, dacci la forza di vivere ancora senza di loro fino al giorno in cui potremo raggiungerli». Fra i più visibilmente affranti, il professor Alunni, noto ginecologo di Tivoli, che non vuole rassegnarsi aU'impossibilità di aver restituite le spoglie della figlia Francesca. Il prof. Alunni ha però detto di non avere lamentele sull'assistenza ricevuta dalle autorità italiane. Diversa invece la reazione di altri familiari delle vittime, imo dei quali ha giudicato inammissibile il fatto che alcuni congiunti hanno appreso la notizia della tragedia dai giornali la mattina dopo e non dal ministero degli Esteri. All'uscita dalla chiesa ci sono stati attimi di tensione quando un italiano di Casablanca ha tentato di impedire all'operatrice del Tg5 di filmare i familiari delle vittime, che hanno dimostrato insofferenza per cineprese e fotografi. Alcune autorità marocchine hanno poi chiesto un contegno più rispettoso del dolore dei parenti delle vittime. Dalla chiesa di S. Anna il corteo si è trasferito all'obitorio dell'ospedale «Hassan II», dove è stata allestita una grande tenda, sotto la quale sono state disposte, su morbidi e rossi tappeti dell'Atlante, cinque bare. In esse erano contenuti i resti di tutte le 44 vittime dell'incidente aereo. Alla vista di queste bare, molti congiunti si sono lasciati andare a scene di disperazione. Una madre che ha perso il figlio di 31 anni non riusciva più a trattenere il suo pianto dirotto, così come le parenti di due tecnici marocchini, uno di 24 anni e il fratello di 28. Padre Quadri ha chiesto di recitare ima preghiera comune, poi alcuni familiari hanno baciato le bare anonime, poiché nessun nome era stato scritto sui sigilli. I familiari e le autorità si sono poi spostati al cimitero musulmano per l'inumazione comune. [Ansa]

Persone citate: Alunni, Gesù, Gilbert Bonouvrie, Graziani

Luoghi citati: Agadir, Firenze, Tivoli