Il Potere? Braghette e canotta

Il Potere? Braghetta e canotto Il Potere? Braghetta e canotto La spiaggia della seconda Repubblica I NUOVO LOOK TIPI da spiaggia. Che non se ne sono mai visti così tanti, in politica, con gli inconfondibili costumi balneari offerti festosamente a taccuini, macchine fotografiche e telecamere. E colpisce, quasi sgomenta la canotta bianca di Bossi. Ma perché la catenella al collo no? E la camicia sbottonata di Berlusconi? Il piede nudo in primo piano di Matteoli? Fini sotto la doccia? Ferrara sdraiato nudo in barca? Tipi da spiaggia, tutto a un tratto: carne nuda e straccetti colorati addosso, un'intimità primordiale un po' rubata e un altro po' esibita con astuta naturalezza. L'estate dell'informazione come una zona franca, oleosa, accaldata, carnevalizzata, in cui il Potere si spoglia, o si traveste, si svilisce, per riacquistare - e naturalmente rivendere al pubblico più indifeso - una propria normalità mimetica: noi come voi, al mare, rilassati, sciamannati, mezzi nudi. Come tutti. Come tutti, veramente, fino a un certo punto. Perché pochi, in fondo, si farebbero fotografare d'estate come il ministro D'Onofrio: petto peloso, faccia perplessa e cappellino bianco da bimbo che scruta i faraglioni, o in amaca con cappellone cinese, o ai fornelli con cappello da cuoco, o con la vanga sulle spalle e cappellaccio... Né tutti si sentirebbero a proprio agio come si sente il ministro dell'Interno Maroni, che arriva allegramente in Sardegna in maniche di camicia, ma circondato da funzionari in giacca e cravatta scure, costretti al decoro, e tuttavia avviliti da quello stile vacanziero insieme spregiudicato e privilegiato. E davvero, di fronte alla micidiale e vitalistica canotta di Bossi, detta anche «vogatore» - indumento così simbolicamente distante da quell'altra canottiera fradicia di sudore che segnò l'inizio della fine di Craxi - di fronte alla generale rilassatezza uno non capisce, non sa che pensare. Cesi, a parte l'istintiva avversione estetica, ci si scopre a oscillare tra il più rassegnato dileggio e una vana tentazione moralisticheggiante. Alla fine ci si limita a riconoscere, analiticamente, che mai come quest'anno i politici sono riusciti a combinare vacanze fintamente private e pubblico vaniloquio, apparente relax e ricaduta auto-propagandistica, il tutto in una straniante sequela di vertici al mare, tra barche, villone sarde, piscine d'acqua dolce e non, condomini assediati da cronisti, sabbie assolate e telecronache «rubate» da bagnanti e poi trasmesse a puntate (è il caso di un Bossi, stavolta in costume da bagno, che racconta come avrebbe fregato Andreotti) da Canale 5. Canotta, dunque, e anche peggio. Mai come in questo preannuncio, infatti, di Seconda Eepubblica si sono imposti alla vista e all'attenzione, senza avvertenze, senza precauzioni emotive. anzi come se fosse la visione più gradevole e rassicurante possibile, tanti corpi di politici, tante pelurie, tanti polpacci, e cosce, unghie, coni leccati, bicchieri di plastica, ciabatte di gomma, materassini, creme abbronzanti e cappelletti vari, i più strambi. Smania davvero contagiosa, omologante, perfino convenzio¬ nale, ormai. Vai, dunque, con il repertorio dei tipi da spiaggia. Ministro Fiori, accucciato in costume sulla rena, con il sandaletto, solitario. Ecco D'Alema, costumino e maglietta a strisce, in estensione familiare sotto l'ombrellone. Scognamiglio s'è fatto ritrarre pensoso, prima, durante e dopo il bagno, sgocciolante quindi, ma ancora più serio e compreso, al telefono. E poi? Poi ci sono le braghe di Pagliarini, dotato anche di scarpe di pezza. E poi, ancora, i bikini della Mussolini, il quasi ombelico della Cristina Matranga, gli zoccoli e la borsa da mare di Stefania Prestigiacomo, Miss Parlamento, ahilei, che l'altro giorno ha posato per Marie Claire e poi l'hanno beccata in due pezzi. Quindi il nudo d'annata del ministro Previti, che era un campione di pallanuoto, un fisicaccio (e su Gente si può pure fare il paragone con Bud Spencer, da giovane). Fino al genere sexy che lì sempre prima o poi si va a parare - per cui c'è Martelli, un revenant, che in braghe gialle al¬ lunga la manina sulla fidanzata, e pure l'onorevole Del Noce, costume a righe, che su Novella 2000, settimanale che ha aperto la strada e conquistato l'egemonia, spalma la crema sulla tetta dell'amica, tetta che però «l'anno scorso - come si legge in didascalia appariva molto meno prosperosa». E qui, per onestà, fatta salva la terribile disponibilità della grande maggioranza dei soggetti fotografati, va anche detto chiaro e forte che è diventata irresistibile e smodata, invadente e pervasiva, l'attenzione dei media per i politici (e i loro cari). Sulle ragioni profonde di questa particolare, reciproca attrazione - qualcosa che richiama neanche troppo alla lontana un eventuale incontro tra guardoni ed esibizionisti - non esistono teorie certe. Di sicuro negli ultimi anni il mondo dell'informazione ha assistito e spesso partecipato in prima persona ad un'obiettiva dilatazione della sfera privata. Forse, azzardando e semplificando, i lettori chiedono e i politici offrono in pasto ai giornali il loro corpo, la loro fisicità, la loro ciccia, insomma quel che c'è di primario, come smentita alle chiacchiere, ai vaneggiamenti, alle finzioni, all'inesistenza. Ma resta il fatto che, abituati a uno stile tutto sommato pudico e del tutto alieni dalle abitudini di altri Paesi in cui i capi di Stato possono tranquillamente presentarsi in pantaloni corti (comunque kaki), una volta cambiato registro i potenti italiani risultano irrimediabilmente bizzarri e spesso pure indecenti. Con le dovute eccezioni - un grottesco Leone fotografato in piscina a Capri - la Prima Repubblica, infatti, non metteva in mostra volentieri il proprio corpo. Basti pensare al Moro con l'accappatoio fino alla caviglia oppure addirittura vestito sotto l'ombrellone di Terracina. Oppure all'imbarazzatissimo Berlinguer sorpreso in pantaloncini. Sono gli Anni Ottanta, con la scoperta smaniosa e prontamente commerciabile della politica-spettacolo, che occorre ringraziare. E' qui, tra un Craxi in pareo sulla spiaggia di Hammamet e un De Mita languidamente sdraiato a Maiori con catenona al collo, che è partito l'equivoco del politico più raggiungibile alla gente comune, «uno come noi». E' qui, con Spadolini in piscina, Mammì sul windsurf, Ferri disteso sul bagnasciuga come un'odalisca, Occhetto in barca, Sbardella con la camicia aperta, Amato che tira la barca, Vizzini che fa ciaf ciaf con le figlie, e Cossiga che lancia la T-shirt con il verso di Rimbaud: «Ho incontrato l'alba dell'estate». E' qui che, anche in politica, il Carnevale ha cominciato ad essere replicato ogni estate. Filippo Ceccarelli jj| Moro restava con l'accappatoio ! sotto l'ombrellone, Berlinguer ft imbarazzato per i pantaloncini Da Craxi a Bossi, così il corpo da privato è diventato pubblico jj| ! ft I I politici di ieri al mare: da sinistra, Enrico Berlinguer, Bettino Craxi e Aldo Moro Ed ecco I politici di oggi durante il rito della vacanza al mare. A lato, il segretario del pds Massimo D'Alema, a destra Giuliano Ferrara, sotto Umberto Bossi immortalato con la canottiera

Luoghi citati: Capri, Ferrara, Maiori, Sardegna, Terracina