LA MEMORIA IN ROSA DELL'EUROPA di Barbara Spinelli

LA MEMORIA PARIGI RICORDA LAGOSTO '44 LA MEMORIA IN ROSA DELL'EUROPA PARIGI che festeggia i cinquantanni della propria liberazione è il culmine di questo anno europeo tutto dedicato alle celebrazioni, alle cerimonie: a Roma e a Milano, in Normandia e in Provenza. Sono mesi che la capitale francese si agghindava per il 25 agosto, per l'ora in cui la città insorse contro i nazisti nel '44, e infine il giorno tanto atteso è arrivato: con i suoi spettacoli e le sue sfilate, con i suoi discorsi altisonanti, le sue Messe, i suoi Suoni e Luci. Sono circolati anche molti souvenir, perché la Liberazione è diventata un mercato che tira. Sono circolate anche alcune frasi leggermente vacue, sulla Francia che unanime respinse il nemico, perché le feste storiche sono spesso cerimonie dell'autosoddisfazione (o anche del risentimento, a seconda). Ma la rappresentazione ha avuto successo e questo importava. E' stata una specie di vacanza, un viaggio turistico nei ricordi che ha rallegrato gli animi. Non ci sono stati i traumi italiani, i postfascisti in Francia non sono al governo per opporre la loro risentita memoria a quella degli antifascisti. Parigi è la città dei Lumi, e dei proiettori: come su un grande schermo ha guardato, gli occhi sgranati, il film della propria magnificenza e del proprio trucco, del proprio maquillage. Tutto quest'anno di celebrazioni ha qualcosa di strano, di leggermente cinematografico. E come in tutti i film, c'è una parte della realtà che rimane all'oscuro, negletta dalle telecamere. E' la parte tragica dell'agosto 1944, che non si concluse in feste di popolo, in pianti e danze di gioia ma in un massacro senza fine: è Varsavia che insorse quindici mesi dopo l'insurrezione del ghetto, nel luglio '44, e che fu massacrata e ridotta in macerie da Hitler, il quale ordinò di cancellarla dalla carta geografica. Quando Parigi cominciò a costruire le prime barricate e iniziò la sua ribellione, sapeva bene quel che già da un mese accadeva a Varsavia, sapeva che i morti lì già si contavano a decine di migliaia, e temeva lo stesso incubo. Lo strazio le fu risparmiato, Barbara Spinelli CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA

Persone citate: Hitler, Luci