Tre problemi tormentano la Juventus di F. Bad.

Dopo i ko di Lisbona e Marsiglia i dirigenti bianconeri tornano sul mercato per Pusceddu Dopo i ko di Lisbona e Marsiglia i dirigenti bianconeri tornano sul mercato per Pusceddu Tre problemi tormentano la Juventus Paulo Sousa e Deschamps non ispirano le punte I malesseri di Baggio Vigili troppo solo l/qttacco non segna «Da un Avvocato speravo di essere sempre difeso» «Senza Robi e Del Piero per me tutto più difficile» Lippi: paghiamo la fatica e il gioco va perfezionato TORINO. Non piove ancora sul «coniglio bagnato», ma dense nubi si profilano all'orizzonte. Baggio si sta stancando della Juve? Nel giugno '95 scade il contratto. Sponsor e sirene lo attirano verso altri lidi, magari esotici come quelli giapponesi. Tutto può accadere, se qualcosa non si muove. Dalla società si attendono segnali. «No comment». A Villar, domenica l'Avvocato aveva detto: «Baggio dice che non è più un coniglio bagnato? Aspettiamo che piova. Platini era più uomo squadra». La provocazione ha scosso le trecce di Robi. L'altro ieri la prima risposta: «Agnelli farebbe bene ad aspettare la fine della stagione. Ormai ci ho fatto l'abitudine alle sue esternazioni, voglio andare avanti per la mia strada». Ieri, durissima, la seconda frecciata che contiene anche un messaggio: «L'Avvocato, visto che è avvocato, dovrebbe difendermi, non attaccarmi. In ogni caso, se alla Juve e ad Agnelli non vado più bene, basta che me lo dicano. A fine anno potrei anche andarmene». E' stufo il Codino, da Sacchi in poi non gliene va più bene una. Lui che ha tenuto in piedi l'Italia al Mondiale contro la Nigeria. Lui, senza il quale la Juve fa cilecca come a Marsiglia, salvo quando non c'è la sua controfigura, Del Piero, salvatore della patria a Parma. «Io dico che parla bene Lippi quando afferma che la squadra deve trovare la sua identità a prescindere da me. E sono convinto, mi auguro anzi per il bene della Juve, di avere ragione. Non nego che con me e con Del Piero la Juve è un'altra cosa. Ma la squadra a Marsiglia era stanca e quando un giocatore non sta bene fa una fatica immane». E ancora: «Spero di farcela per Verona, mi piacerebbe giocare un tempo. Non so se resisterò di più. In questo momento il carico di lavoro è tale, per me, che mi sembra di avere una roulotte attaccata alla schiena». Anche i centrocampisti non corrono... «Beh, possono sempre salire in motoretta». Una battuta sugli scooter regalati alla squadra dallo stabilimento Piaggio di Pontedera. |f. bad.] TORINO. E' meno grave del previsto, ma l'allarme rimane. Vialli ha subito a Marsiglia una distorsione tibio-tarsica alla caviglia destra, le radiografìe hanno escluso altre complicazioni. Dopo due giorni di riposo riprenderà il lavoro forse già domani, ma con cautela. Se lunedì prossimo riuscirà ad allenarsi con i compagni, potrebbe anche compiere il miracolo di giocare contro il Chievo in Coppa Italia, il mercoledì successivo. Intanto, per Gianluca, da ieri sono cominciate le terapie di recupero. A Marsiglia, prima dell'infortunio che l'ha tolto dal campo quando ancora la Juventus sembrava in grado di uscire indenne dall'aspro scontro con l'Olympique, Vialli non ha entusiasmato, al pari di Ravanelli, suo compagno di attacco. A parte l'autogol di Sensini a Parma, nelle altre due partite di un certo spessore tecnico, disputate dalla Juventus in questo periodo, sono venute due sconfitte: a Lisbona e a Marsiglia. Senza che la squadra reagisse in maniera accettabile. «E' mancata la lucidità - spiega Vialli, riferendosi all'ultima partita - e non siamo stati capaci di gestire le difficoltà. Bisogna imparare ancora molto, trovare vie alternative. Quando vedi che la giornata si mette male, occorre saper far correre di più la palla. Noi invece abbiamo voluto continuare nel nostro gioco senza tenere conto che gambe e cervello non rispondevano». E confessa: «La coperta è sempre troppo corta, storia vecchia. A me, è logico, serve e mi facilita avere alle spalle sia Baggio sia Del Piero. La loro fantasia mi è di aiuto. Ma se parlo con Perazzi o Rampulla loro preferiscono di certo avere tanti... Desailly davanti alla difesa e a centrocampo. Toccherà a Lippi trovare gli equilibri giusti fra le due formule. Io però sono fiducioso, basta aspettare di essere al completo, quando avremo Baggio le cose cambieranno». Intanto, voci di mercato: il ventenne Sartor andrebbe al Cagliari in cambio di Pusceddu. Che fine ha fatto la linea verde? Franco Battolato TORINO. Lippi già sotto processo? Non è un'esagerazione. L'altra sera il vicepresidente Bettega ha parlato a lungo con l'allenatore, tornando da Marsiglia. Ci teneva a ben figurare il neo dirigente bianconero. Il tecnico, a sua volta, è apparso desolato. «Abbiamo pagato la terza partita in quattro giorni, non è che me l'aspettavo, ma solo così riesco a giustificare la sconfitta». L'attacco non segna, zero gol fra Lisbona e Marsiglia, un'autorete a Parma. Ecco la difesa dell'allenatore: «Non è una versione di comodo, ma in questo periodo la fatica si paga. Ravanelli poteva realizzare sullo 0-0. Ma così come non mi sono esaltato per il successo di Parma, non mi abbatto per questa battuta d'arresto. Dagli aspetti negativi si trae sempre qualche indicazione positiva». A centrocampo Paulo Sousa e Deschamps non si battono secondo le attese. «Chi gioca nel ruolo del portoghese non può rendere se al suo fianco non c'è chi riparte e partecipa al gioco. Il francese comunque non mi è dispiaciuto in assoluto». In difesa continuate a prendere gol. «Un errore dello stopper (Kohler, ndr) o di Rampulla ci sta. Siamo stati poco intraprendenti, un po' appesantiti, lunghi tra un reparto e l'altro, la stanchezza ha fatto il resto». Paulo Sousa ha confessato di non aver mai lavorato così tanto: «In Portogallo non si faceva una preparazione così dura sul fondo, mi manca la freschezza». Di Livio e Carrera hanno confidato: «Troppe partite consecutive». E Rampulla: «Qui si lavora dieci volte più che col Trap». Il professor Ventrone, l'«imbastitore», risponde: «L'obiettivo non è andare al massimo adesso. Quando fai la preparazione non puoi tenere conto delle partite amichevoli, pensi solo a portare la squadra in condizione per il campionato. Dico condizione e non forma, perché in un gioco collettivo non bisogna mai raggiungere il top perché poi ci sono i cali di rendimento. Noi invece dovremo raggiungere un livello ottimale e mantenerlo per tutta la stagione», [f. bad.]