Quei «carbonari» di Santa Severa
La decisione attesa sabato GNOMI jQwe/ «carbonari» di Santa Severa A "oM>y di Santa SeveI ra, una tra le più invisibili e potenti tra quelle segnalate al pubblico ludibrio dal vicepresidente del Consiglio Pinuccio Tatarella, ha colpito ancora. Lunedì scorso ad Alpbach, infatti, Oscar Luigi Scalfaro ha censurato l'aggressione alla Banca d'Italia, attribuendola non ai perfidi gnomi della finanza rintanati nei loro grattacieli condizionati a Wall Street, ma piuttosto ad uomini di governo, il nostro, magari in operoso ozio a Rosamarina, ridente località sul litorale brindisino. Ora, si deve sapere che il presidente della Repubblica trascorre le vacanze a Santa Severa, sulla costa laziale, nella sua villetta, che sorge a pochi passi da quella di Carlo Azeglio Ciampi, governatore onorario della Banca d'Italia ed ex presidente del Consiglio, il quale, più di chiunque altro, sembra turbare i sonni dei postfascisti e del governo. Li separa soltanto qualche spalliera di bouganvillea e possono agevolmente incontrarsi, il presidente e l'ex governatore, vuoi passeggiando in bicicletta, vuoi remando in pattino. Ecco trovata la chiave dell'esternazione di Alpbach - si sarà detto l'astuto Tatarella -, dev'essere nata in un vertice segreto sul pattino di Ciampi, in navigazione davanti alla spiaggia di Santa Severa. L'occhiuto Maurizio Gasparri, sottosegretario all'Interno, ne avrà poi avuto la prova cartolare in qualche mattinale di polizia, visto che quelli provenienti da Santa Severa sono da lui compulsati con particolare attenzione. Sentite che cosa ha dichiarato martedì scorso al Corriere della Sera: «Il presidente onorario della Banca d'Italia si è incontrato nella sua residenza estiva di Santa Severa con altri esponenti del fronte avverso alla maggioranza: Romano Prodi, Antonio Maccanico, Giuliano Amato». Chissà se Gasparri sa anche che cosa si son detti i convenuti in quella riunione di carbonari, visto che, allarmato, si domanda: «Fanno politica? Niente di male - concede -, ma lo facciano alla luce del sole. E Ciampi, soprattutto, o fa politica o è un'istituzione: il problema è lui, non Fazio». Dichiarazione bardata di tutta la diplomazia di cui Gasparri è capace perché, in realtà, lui e i suoi colleglli sospettano che il governatore Fazio sia come una vergine inesperta caduta nelle rapinose mani di un Barbablù. «Fazio è competente - ha detto il sottosegretario al Tesoro Antonio Rastrelli -, anche se il governatore onorario Ciampi potrebbe averlo influenzato nella decisione sul tasso di sconto». Ma guarda che sottile analisi psicologica ha elaborato il sottosegretario al Tesoro, mentre il vicepresidente dei I deputati di Forza Italia, PieI tro Di Muccio, trascura la psi¬ cologia del governatore per rivelare inquietanti aspetti della propria. Ha detto di non sopportare che la Banca d'Italia abbia l'atteggiamento di chi dice ad autorevoli membri del Parlamento (lui?): «Ragazzo, lasciaci lavorare». L'onorevole forzitalista sembra così ignorare che questa è la funzione che, per nostra fortuna, l'Istituto di emissione ha sempre cercato di svolgere nei confronti di politiche populiste, irresponsabili o inette, sensibili soprattutto agli immediati interessi elettorali dei partiti, e che, per questo, la sua autonomia sta così a cuore al Presidente della Repubblica. Se mai, la Banca d'Italia non ha tirato abbastanza per la giacchetta la nuova maggioranza, visto che, in cento giorni, pare che il costo del servizio del debito pubblico sia aumentato di 50 mila miliardi o giù di lì. Il capo della lobby di Santa Severa, in combutta con i Ciampi boys, l'aveva ridotto invece di 20 mila miliardi. Ed ecco che, mentre a Santa Severa si trama, invisibili, e si discute forse angosciosamente del marco a 1020 lire, a Rosamarina, buen retiro pugliese del vicepresidente del Consiglio Tatarella si governa, cristallini, alla luce del sole: si espugna il Consorzio agrario di Foggia per Ambrogio Santangelo, nativo di Cerignola come Tatarella; si conquista manu militari il Consorzio di Bari e Brindisi per Carlo Catapano, antico sodale del vicepresidente; si definiscono le decisive strategie per la Fiera del Levante, che, cascasse il mondo, dovrà andare in dote al tatarelliano Franco Divella. Ricordate Lattanzio e Signorile? Nulla di nuovo sotto il sole, se non un cospicuo - come dire? - appetito arretrato. Ma non crediate che l'attacco alla Banca d'Italia sia soltanto opera di provinciali con tanto appetito, dediti alla conquista di poltrone e poltroncine. Tatarella è un uomo intelligente (Almirante consigliava a Fini di non farselo mai nemico) e sa che questa maggioranza, la quale ha condotto per la prima volta al governo i postfascisti, non soprawiverebbe a lungo su una politica di rigore finanziario. Anzi, forse ha soltanto una via d'uscita, proprio quella cui s'oppone ostinatamente la Banca d'Italia: l'inflazione. Rosamarina batterà allora Santa Severa? Alberto Staterà
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