II ritmo è verde alla mattina poi gli U2 speranze e tristezza

II ritmo è verde alla mattina poi gli U2, speranze e tristezza TIVU# & TIVU# II ritmo è verde alla mattina poi gli U2, speranze e tristezza E, molto gradevole trovare, in televisione, qualcuno che dimostri di sapere quello che fa. Ieri mattina, per esempio, i telespettatori hanno imparato come si riproduce la bagorda rex e che la pervinca era, nel secolo scorso, il simbolo dell'avvenuto innamoramento. Alle 11,25, su Ramno, va in onda «Verdemattina», un supplemento di «Unomattina» dedicato al giardinaggio. Un programma specialistico, dunque, rivolto a un segmento di pubblico ben preciso. Ebbene, sapete che non annoia, anzi, riesce a incuriosire anche i non adepti alla setta? Certo, se proprio le piante vi danno l'allergia, se la sola idea di una serra vi fa mancare l'aria e il terriccio umido provoca sonori sternuti, allora proprio no, quella è una trasmissione che non fa per voi. Ma se siete soltanto un poco interessati, vedrete che il verde potrà coinvolgervi più di un telefilm dozzinale. Grazie anche alla capacità dei conduttori, Luca Sardella e Janira Maiello. Sono simpatici, quei due lì, molto comunicativi, e hanno uno scilinguagnolo da far invidia a Maria simp I mun | guag Teresa Ruta. Sardella ha sempre il berretto in testa e camicie molto colorate, a imitazione dei suoi fiori; la Maiello, oltre a dare l'impressione di conoscere a fondo quello che dice e di non averlo soltanto imparato a memoria, è davvero carina, e porta con discrezione un bel paio di occhi azzurri impiantati su un viso di classe. Poi la trasmissione ha un gran ritmo, un ritmo accelerato tra i parassiti, i pomodori, il granturco e le ricette per tisane naturali. E non è soltanto un contenitore di pubblicità. A metà programma, arriva la Ruta a leggere un notiziario di curiosità che riguardano i prodotti della natura. Volendo, canta. Con lei la marcia non rallenta di sicuro, e contribuisce a fare di «Verdemattina» la miglior scelta televisiva di quella fascia oraria. Tra le tante pellicole di questi giorni d'estate, si trova, oltre alle intramontabili vecchie glorie, qualche novità. L'altra sera Raitre ha trasmesso «Volevamo essere gli U2» di Andrea Barzini, lo stesso regista di «Italia-Germania 4-3», il film che ricordava la mitica vittoria nella semifinale degli italiani in Messico, nei Mondiali di calcio del '70, rimasta segnata a lettere di fuoco nella memoria dei ragazzi di allora. «Volevamo essere gli U2» è nato come spettacolo teatrale, autore Umberto Marino. Ci sono dei ragazzi che formano un complesso rock, fanno le prove, si esaltano, lavorano insieme per un anno, hanno un po' di successo, poi tutto finisce. Una storia agrodolce, amara nell'epilogo, con radici nel «Grande freddo» e in «The Commitments», ricca di tutti quegli elementi che incantano: l'illusione, la speranza, «les amour entafantines», l'intravista possibilità di cambiare, la concretezza che alla fine ha il sopravvento con il suo triste, quieto, rassicurante grigiore. La malinconia è accentuata dal suicidio finale di uno del gruppo, il più vivace, che non sa reggere al famoso crollo dell'illusione. E allora crolla tutto, il gruppo si scioglie e comincia la vita vera. Il film è riuscito meno bene dello spettacolo di prosa, però è fresco e soprattutto riesce anche lui nello scopo: intristisce. Alessandra Coma zzi

Persone citate: Alessandra Coma, Andrea Barzini, Janira Maiello, Luca Sardella, Maiello, Sardella, Sono, Teresa Ruta, Umberto Marino

Luoghi citati: Germania, Italia, Messico