Marocco fossa comune per i 44 morti in aereo di R. I.

Domani i funerali, le famiglie indignate Domani i funerali, le famiglie indignate Marocco, fossa comune per i 44 morti in aereo Assalto a un hotel, uccisi due spagnoli davanti a decine di turisti italiani AGADIR. Saranno sepolti in una fossa comune i resti delle 44 vittime, otto delle quali italiane, dell'incidente aereo di domenica in Marocco. I corpi - bruciati e frammentati - secondo le autorità non possono essere identificati e quindi è stata esclusa la loro consegna ai familiari nei Paesi d'origine. La prefettura di Agadir (la cittadina da dove era decollato l'Atr-42 della Royal Air Maroc diretto a Csablanca e poi precipitato dopo appena dieci minuti di volo) ha confermato che domani alle 12 (14 italiane), si terrà una cerimonia funebre presso il locale cimitero musulmano. Un sacerdote cattolico, un rabbino e un imam benediranno ciò che rimane dei 40 passeggeri e dei 4 membri dell'equipaggio. L'ambasciatore d'Italia in Marocco, Giuseppe Pannochia, ha chiesto un rinvio dei funerali, in un primo tempo previsti per oggi, per consentire ai familiari delle vittime di assistere alla cerimonia. Da parte italiana, è stata intanto espressa la disponibilità ad inviare esperti della polizia scientifica per collaborare con le autorità locali all'eventuale riconoscimento dei resti. Un velivolo dell'Aeronautica multare sarà messo a disposizione dei familiari per consentire loro di partecipare alla cerimonia. La Farnesina replica inoltre alle reazioni, pur comprensibili nel momento di dolore, alla notizio che la traslazione dei resti è impedita dalla impossibilità di procedere all'identificazione delle spoglie. «Viviamo un momento di grande dolore e di amarezza per il fallimento della diplomazia italiana commentano i familiari di Rosario Savatti -. Se questi sono i risultati del nuovo ministero degli Esteri, non possiamo che dirci amareggiati. Non è possibile che nel Duemila si debbano tenere cerimonie funebri davanti a una fossa comune. Dopo anni sono tornati in Italia resti di nostri soldati in Russia, in Albania. Abbiamo collaborato per ore con la polizia scientifica per favorire il riconoscimento di Rosario: abbiamo dato il calco della protesi dentaria e oggetti sui quali sicuramente sono sue impronte digitali. Prima non volevamo andare al funerale, per non avallare la decisione di quel governo, alla fine credo che ci andremo, anche se continuiamo a sperare. Ci accontenteremmo anche di poche ossa, in una bara sulla quale la madre possa andare a piangere e a pregare». Silenziosi i familiari di Massimo Graziani. «La decisione assolutamente non ci fa piacere. Ma in queste circostanze bisogna aver fiducia nella magistratura e nelle autorità lasciando da parte la cronaca». E «questa vicenda sta aggiungendo dolore a dolore, ma noi non vogliamo fare polemiche: mio fratello è morto e nessuno ce lo potrà ridare. Desideriamo solo che tutto si concluda al più presto», dicono i parenti di Sergio Pacifici. «Noi abbiamo deciso di partire lo stesso per il Marocco, insieme con i familiari dei suoi amici Francesca Alunni, Ilaria De Giovanni e Francesco Bravetti. Una cosa però mi amareggia più delle difficoltà incontrate per riavere le salme, ed è il comportamento di un quotidiano nazionale: ha pubblicato l'elenco dei morti nel numero in edicola lunedì, prima che fossimo avvertiti. E poi ha descritto Sergio e i suoi amici come "Giovani, belli e ricchi": due cose che ci hanno offeso e indignato profondamente». Intanto, il Marocco è stato funestato ieri da una sanguinosa rapina in un albergo di lusso di Marrakech, l'Atlas-Asnì, costata la vita a due spagnoli e dalla quale sono invece usciti illesi decine di turisti italiani. [r. i.]

Persone citate: Francesca Alunni, Francesco Bravetti, Giuseppe Pannochia, Graziani, Ilaria De Giovanni, Rosario Savatti, Sergio Pacifici

Luoghi citati: Albania, Italia, Marocco, Russia