Per tre ore il Sud isolato dal mondo

Paralisi per un guasto nella centrale di Latina che serve Campania, Puglia, Basilicata e Calabria Paralisi per un guasto nella centrale di Latina che serve Campania, Puglia, Basilicata e Calabria Per tre ore il Sud isolato dal mondo Black-out elettrico, città e comunicazioni in tilt ROMA. Tre ore di panico, di caos, di treni fermi sotto il sole o in galleria, di ascensori bloccati con la gente dentro, di clienti intrappolati nelle porte di sicurezza delle banche, di interventi chirurgici interrotti. Tre ore di superlavoro per le squadre di soccorso (un migliaio di persone in aggiunta con quattrocento automezzi e trenta elicotteri in aggiunta ai mezzi locali) per evitare che un'interruzione di corrente si trasformasse in tragedia. Mai l'Italia aveva vissuto un black out così lungo ed esteso come quello che ieri, a partire dalle 11,30 e fino al pomeriggio, ha paralizzato quattro regioni, il Sud, circa diciotto milioni di cittadini. Duecento i treni bloccati (uno addirittura in una galleria sulla tratta Cosenza-Paola, poi tratto in salvo da una motrice a gasolio); banche nel panico per i sistemi di sicurezza inceppati; traffico cittadino in tilt per i semafori fuori uso. «Ma le situazioni più critiche sono state negli ospedali di Torre del Greco, Formia, e Brindisi - dice Elveno Pastorelli, direttore generale della protezione civile -: i gruppi elettrogeni non funzionavano e i chirurghi stavano operando. Per fortuna siamo arrivati in tempo con i nostri generatori». Anche nelle banche si è sfio¬ rata la tragedia: centinaia di persone sono state liberate dalle porte automatiche. «Erano imprigionate in spazi strettissimi protetti da vetri antiproiettile - continua Pastorelli - e il black out aveva bloccato gli impianti di aerazione. Rischiavano la morte per asfissia». Nel porto di Napoli, l'intervento delle squadre di soccorso ha evitato che la merce nelle celle frigorifere si avariasse. Qualche gestore di supermercato nelle località balneari ha denunciato episodi di sciacallaggio. Tutto è cominciato alle 4,30. Nella centrale Enel di Latina scoppia un trasformatore. Alle 11 un incendio di sterpaglie mette fuori uso un'altra importante linea nella zona di Valmontone. E' una reazione a catena, con una serie di interruzioni automatiche dovute al sovraccarico. Alla fine vaste zone di Campania, Basilicata, Campania e Puglia rimangono senza corrente. Per i più fortunati il black out dura soltanto cinque minuti, ma in molti casi si arriva alle tre ore. La risposta all'emergenza è stata «tempestiva e massiccia», come ha riconosciuto lo stesso ministro Maroni, che si è complimentato con la direzione generale della protezione civile e dei servizi antincendio: subito attivati i centri operativi nelle prefetture delle quattro regioni colpite; integrati i contingenti dei vigili del fuoco con l'invio di uomini e mezzi anche aerei. Molta paura, ma è finito tutto bene e ieri sera la situazione è tornata alla normalità, fatta eccezione per qualche problema di sovraccarico derivato dalla contemporanea attivazione di molti apparecchi elettrici al ritorno dell'energia. Spiega il direttore generale dell'Enel per il settore produzione e trasmissione Giuseppe Potestio: «Il guasto nella centrale di Latina ha interrotto subito una delle due linee ad alta tensione (380 mila volt) che passano a Latina, ma ha finito per bloccare anche l'altra linea dello stesso tipo che transita sempre nella stessa stazione. L'incendio delle 11 ha poi causato presumibilmente una caduta di isolamento sulla linea Valmontone-Presenzano, interrompendo il flusso sul terzo grande collegamento con il Sud. A questo punto, tutto il flusso di energia elettrica dal Centro-Nord verso il Sud - aggiunge il rappresentante dell'Enel - si è automaticamente dirottato sulla linea adriatica, con conseguenti sovraccarichi e interruzioni del flusso. I nostri tecnici hanno subito proceduto a "ricucire" i collegamenti interrot¬ ti, in modo da poter riprendere il servizio, ripristinato attorno alle 14,30». Alla fine, il direttore della protezione civile è soddisfatto: «Gestire un'emergenza che coinvolge diciotto milioni di persone non è stato facile, ma è andato tutto bene. Ora dobbiamo studiare con l'Enel un piano nazionale di intervento che garantisca una sicurezza ancora maggiore». In particolare si chiede che i gruppi elettrogeni siano messi con tempestività a disposizione dei prefetti per fronteggiare le situazioni più drammatiche. Stefano Mancini Mai in Italia uno stop così lungo ed esteso: bloccati duecento treni Negli ascensori 500 in trappola Panico in alcuni ospedali: i gruppi elettrogeni non hanno funzionato mettendo a rischio le operazioni 30 ELICOTTERI IMPIEGATI A La centrale di Latina, principale respopsabile del black-out. In alto un bar di Napoli che testimonia uno dei tanti, piccoli e grandi, disagi avvenuti ieri nel Sud Italia

Persone citate: Elveno Pastorelli, Giuseppe Potestio, Maroni, Pastorelli, Stefano Mancini