Taradash: golpe strisciante per far cadere il Cavaliere

Taradush: golpe strisciante per far cadere il Cavaliere «Accordo grande industria-D'Alema». Maroni attacca Fiat e Olivetti Taradush: golpe strisciante per far cadere il Cavaliere MAGGIORANZA E ECONOMIA CM E' in giro un'aria da col" po di Stato bianco, strisciante»: lo dice Marco Taradash riferendosi ad una «specie di autogolpe, per cui i neocomunisti e i neodemocristiani, insieme ad ambienti confindustriali, puntano sulla magistratura perché tolga di mezzo con la violenza Berlusconi». Parole grosse, che arrivano dopo una giornata in cui molti esponenti della maggioranza hanno ancora denunciato l'esistenza di «poteri forti» che ostacolano il governo Berlusconi. Il presidente della commissione di Vigilanza ha commentato anche alcune indiscrezioni apparse sul quotidiano Mf su un incontro tra l'amministratore delegato della Fiat, Romiti, e il segretario del pds D'Alema, sostenendo che «è proprio quella del golpe la logica del tirare fuori il nome di Cossiga e del parlare di governo istituzionale. Altrimenti non ha senso tutto questo lavorìo». Secondo Taradash «il clima avvelenato è stato causato da un'anomalia: per la prima volta i grandi gruppi industriali e finan- ziari sono fuori della stanza dei bottoni della politica. Avevano puntato su Occhetto, ora continuano a puntare su D'Alema e Buttiglione». Quanto a Berlusconi, «per ora gioca in proprio e fino a questo momento non è sceso a patti. Ma, naturalmente gli Agnelli, i Cuccia e i De Benedetti sono pratici e realistici. Sono pronti a liquidare D'Alema e Buttiglione in un attimo se Berlusconi poi scendesse a patti». Gruppi industriali nel mirino anche del ministro Maroni. In un'intervista a Panorama, l'espo¬ nente leghista a chi gli chiedava che cosa pensasse dell'atteggiamento della stampa verso il governo, ha risposto secco: «Prevedo che i prossimi computer del ministero difficilmente saranno Olivetti. E le auto della polizia non è detto che siano Fiat o Alfa Romeo». Il ministro dell'Interno ha anche spiegato che «i prossimi 5 anni di governo si giocheranno tutti nel giro di due-tre settimane. Berlusconi deve dire sì o no all'antitrust e privatizzazioni. Ma io sono ottimista». Le nuove critiche a Bankitalia, invece, arrivano dal sottosegretario al Bilancio Antonio Parlato che, malgrado le dichiarazioni in senso contrario del ministero del Tesoro e di via Nazionale, rileva che le spese per promozione e collaborazioni della Banca centrale «non sono state indicate con chiarezza nel bilancio dell'Istituto». In una intervista a Milano Finanza, l'esponente di An insiste: «Voglio sapere da Fazio i nomi di giornalisti ed economisti a libro paga di Bankitalia. Voglio sapere chi sia stato pagato per consulenze, apporti su studi, convegni, perché penso che in quella lista si potrebbero trovare sorprese». E sull'autonomiale, Parlato aggiunge: «E' un diritto discuterne, penso che Bankitalia dovrebbe avere con il governo una sorta di consulenza obbligatoria, perché il Papa è infallibile quando parla ex cathedra e pronuncia dogmi, la Banca d'Italia no. Però anche il Papa prima di parlare ex cathedra, convoca i cardinali ed espone le sue opinioni: ascolta i consigli, e poi decide da solo. Per me Bankitalia dovrebbe avere col governo un rapporto simile a quello che ha il Papa coi cardinali». E il fuoco di An su Bankitalia non finisce qui. Il deputato Antonio Mazzocchi ha inviato a Berlusconi e Tremonti una nuova interrogazione nella quale chiede se è vero che la fusione tra il S. Paolo e la Bnc (operazione al cui progetto la Banca d'Italia ha dato il consenso) sia ad alto rischio di elusione fiscale. Mazzocchi rileva che «da un esame effettuato dal Servizio di super-ispettori delle Finanze, emerge che tra il 1990 e il 1993 sono state effettuate migliaia di fusioni tra società industriali e istituti di credito e che in queste operazioni si sarebbero eluse decine di migliaia di miliardi al fìsco». In serata, a gettare acqua sul fuoco, ecco Gnutti e Bossi: «Nessun attacco del governo all'indipendenza di Bankitalia. Bisogna tutelarla, anche se Bankitalia ha, rispetto ad altre banche, pregi e difetti diversi. Uno dei più grossi difetti è che manca una rappresentanza regionale e che è allo stesso tempo controllata e controllore». Il fossato con An è ancora profondo. [r. int.l La Lega frena su Fazio «Via Nazionale deve restare autonoma» Il ministro dell'Interno Roberto Maroni

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