Piccoli satelliti, un mercato da non perdere

TECNOLOGIE AVANZATE TECNOLOGIE AVANZATE Piccoli satelliti, un mercato da non perdere L'Italia potrebbe lanciarli completando il razzo «Vega» LA domanda di piccoli razzi è in forte crescita. Multinazionali delle telecomunicazioni, università, enti di ricerca e organismi militari preferiscono satelliti leggeri che utilizzino piccoli lanciatori per la messa in orbita piuttosto che grandi satelliti per i quali sono necessari grossi vettori dai costi notevolmente più alti. Negli Stati Uniti, ad esempio, vi è la Lockheed in California, che con la sua famiglia di lanciatori pagante del razzo «Vega» è variabile tra mille e 1500 chilogrammi a seconda del numero dei «booster» aggiuntivi, che possono essere due o quattro Questa caratteristica lo rende molto flessibile e competitivo nei costi «Llv 1», 2 e 3 è già sul mercato internazionale a costi molto competitivi; e la Orbitai Science Corp. di Fairfax, Virginia, ha nei suoi vettori «Taurus» e «Pegasus» (anche se quest'ultimo recentemente ha fallito un ennesimo test) due alternative per acquisire contratti. E l'Italia? Il nostro Paese potrebbe essere validamente presente in questa competizione con un vettore chiamato «Vega» (Vettore europeo generazione avanzata) dell'industria nazionale più qualificata nel campo della propulsione aerospaziale, la Bpd Difesa &• Spazio di Colleferro. Ma finora i responsabili del dicastero della ricerca scientifica e tecnologica hanno sempre cercato di defilarsi dal prendere decisioni in merito. Tutto questo nonostante che il Cipe, nell'agosto 1993, abbia insediato una commissione con precisi compiti per la valutazione della situazione in ge¬ nerale e le potenziali prospettive di mercato di questo razzo. Sergio Ristuccia, presidente della commissione, e i suoi collaboratori giunsero a queste conclusioni: 1) il progetto per un piccolo lanciatore ha una sua logica economica e tecnica; 2) lo sviluppo delle iniziative spaziali deve riuscire a far dialogare il mondo scientifico universitario e il mondo industriale; 3) le industrie devono essere credibili e precise quando pianificano i programmi. Se analizziamo, ad esempio, i tre vettori sopra citati possiamo vedere che: 1. Il «Taurus» è un lanciatore a quattro stadi a propellente solido. Può mettere in un'orbita bassa fino a 1250 kg e circa 448 kg in un'orbita geosincrona. 2. La famiglia dei vettori «Llv» della Lockheed è composta da lanciatori a tre stadi, a propellente solido, che possono mettere in orbita 1044 chilogrammi (Livi), 2046 kg (Llv2), 4086 chilogrammi (Llv3). 3. Anche «Vega» è un lancia¬ tore a tre stadi, a propellente solido, utilizzabile per mettere in orbita satelliti tra i 1000 e i 1500 chilogrammi di carico utile: può infatti avere diverse configurazioni a seconda del carico da portare. Nel maggio 1993 furono effettuate, nel poligono di Perdasdefogu, in Sardegna, le prove statiche del primo prototipo tecnologico. Il primo stadio del razzo «Vega» è costituito dal motore «Zefiro» (Zero and First stage Rocket motor). Agganciati alla sua struttura, vi sono i «booster» composti da altri 4 motori «Zefiro», con un diverso coefficiente di riempimento rispetto al singolo «Zefiro». Il secondo stadio (quello centrale) è costituito dal motore «Sesamo». Attualmente questo stadio, essendo l'elemento totalmente nuovo del vettore, è in fase di studio e profonda analisi. Il terzo stadio è costituito dal motore «Iris». Questo gioiello dell'ingegneria propulsiva Bpd, è stato provato con successo per la messa in orbita del satellite Italiano «Lageos 2» lanciato da Cape Canaveral nell'ottobre 1992. «Iris» è l'unico motore a propellente solido abilitato dalla Nasa all'imbarco sugli Shuttle. Sarebbe un macroscopico errore non poter mantenere fede a impegni già presi con l'americana Motorola per il programma Iridium. Infatti la Motorola ci ha chiesto di mettere in orbita con il «Vega» tre satelliti entro il 1997 più altri venti entro il 2001. Attraverso questo accordo con la Motorola e l'altro partner americano della Bpd, la Loral, si può fare una stima di quanti lanci si possono effettuare per i prossimi dieci anni: una media di cinque all'anno. Il valore di ogni lancio oscilla intorno ai venti miliardi di lire. Considerando che sono previsti al massimo 120 lanci nei prossimi 10 anni, si può avere una fotografia nitida dell'utilizzo di «Vega»: una grossa fetta di questo mercato potrebbe essere acquisita dall'Italia con ritorni economici e occupazionali. Franco Quintini

Luoghi citati: California, Colleferro, Italia, Perdasdefogu, Sardegna, Stati Uniti, Virginia