Anche la cioccolata sotto la minaccia dell'estinzione
AMBIENTE AMBIENTE Anche la cioccolata sotto la minaccia dell'estinzione Le varietà della pianta del cacao sono 2500 ma la deforestazione le sta sterminando virus per spazzare via in breve tempo l'intera produzione mondiale. E con essa 500 anni di storia della cioccolata. E' solo grazie a Colombo che il cacao ha fatto la sua apparizione in Europa, dando vita a grandi tradizioni di pasticceria e a colossali giri d'affari. La parola «cioccolato», tra l'altro, deriverebbe dall'azteco «chocollatl» (che molti ritengono sia un incrocio tra «kakawatl», cioè «bevanda di cacao» e «cokoatl», «acqua che bolle»). Nel nostro vocabolario, insomma, c'è anche un po' di azteco. A lanciare l'allarme sono alcuni esperti dell'Università delle Indie Occidendali a Trinidad. Sebbene siano state contate ben 2500 diverse varietà selvatiche di questa pianta, nessuno conosce la loro situazione attuale. La pianta del cacao infatti cresce allo stato naturale solo nel continente americano, in aree sottoposte ad un intenso disboscamento tra il Centro Ame¬ rica e l'alto Bacino Amazzonico. Il timore che assieme agli alberi abbattuti vadano perduti per sempre anche geni preziosi, con caratteristeche uniche, ha spinto John Spence, il responsabile del Centro di ricerca sul cacao di quest'Università a lanciare un appello per il reperimento di fondi. L'obiettivo è di realizzare spedizioni nelle foreste tropicali per catalogare ciò che rimane delle varietà selvatiche del cacao. La prima soluzione che viene in mente per salvare questa pianta è ovviamente quella di creare una «banca genetica» che conservi i semi delle varietà più minacciate. Un po' come accade per esempio per i semi dei numerosi tipi di grano e di granoturco, che vengono mantenuti in uno stato di vita latente per anni, a bassa temperatura e a bassa umidità. Per il cacao purtroppo ciò non è possibile: i semi muoiono dopo poche settimane. Il solo sistema per fare sopravvivere le diverse varietà selvatiche è quello di farle crescere direttamente in speciali serre. Esistono attualmente due «banche genetiche» del cacao, una a Trinidad, l'altra nella Costa Rica: entrambe possiedono alcuni esemplari cresciuti in serra. A Trinidad ve ne sono 16. Ma è ben poca cosa di fronte ai 2500 tipi diversi finora scoperti (e non è da escludere che ne esistano ancora di più). Per questo è necessario muoversi in tempi brevi. Chi è direttamente interessato alla salvaguardia del patrimonio genetico di questa pianta, oltre agli amanti della cioccolata, sono ovviamente i grossi produttori di cacao. Ma al di là di un modesto sostegno finanziario alla «banca genetica» di Trinidad, le compagnie che detengono il monopolio del mercato mondiale, secondo Spence, si sarebbero dimostrate assai poco propense ad occupar¬ si del problema. Il motivo è semplice: migliorando la qualità genetica delle piante, aumenterebbe la produzione globale del cacao ed i prezzi tenderebbero inevitabilmente a scendere. Del resto il pericolo di un'epidemia, sebbene reale, rimane in termini commerciali una semplice ipotesi... Il caso del cacao in fondo rispecchia ciò che accade in natura a molte altre specie viventi, dal ghepardo, alla sequoia, ai salmoni. Conservare la diversità genetica di una specie e quindi il numero di individui costituisce il solo modo per garantire la sua sopravvivenza. Questo principio non è valido solo per le singole specie ma anche per l'intero ambiente: conservare la biodiversità della natura (cioè la sua ricchezza in specie) è stata infatti la parola d'ordine emersa dalla famosa Conferenza di Rio. Alberto Angela
Persone citate: Alberto Angela, John Spence, Spence, Trinidad
Luoghi citati: Costa Rica, Europa
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