E' straniera, si paghi l'operazione

l'straniera, si paghi l'operazione La sanità pubblica non può contribuire alla spesa necessaria per l'intervento l'straniera, si paghi l'operazione Gara di solidarietà per salvare Chiara, 3 anni Chiara ha tre anni e mezzo. E' allegra, vivace, intelligente. La tragedia della sua vita è racchiusa nelle poche, terribili parole della diagnosi emessa quando è nata' «tetraparesi spastica». Una condanna alla paralisi, alla sedia a rotelle, alla lotta quotidiana per veder riconosciuti diritti di cittadinanza. Nel futuro della piccola c'è un sicuro peggioramento che procederà con l'età. La bimba, nata prematura a soli sei mesi con gravi segni di iposviluppo e rachitismo pesa attualmente solo dieci chili. E' minuscola, delicata, ma piena di vita. Vorrebbe camminare, ma non può, vorrebbe inseguire la palla, ma non riesce. E' in grado solo di muovere pochi passi nella sua camera solo se sostenuta dalla mamma o con l'aiuto di due bastoni, ma con una grandissima fatica. Chiara non è italiana; è nata a Torino, vive qui con i genitori Thilahun Alemu Mogese di 42 anni e Elfnesh Mekone di 36. Lui è arrivato a Torino dal'Etiopia otto anni fa per studiare medicina; lei lo ha seguio poco dopo. Adesso Thilahun, quasi prossimo alla laurea, lavora come fisioterapista in una clinica privata, la moglie trascorre tutto il suo tempo con a figlia che deve essere accudita come quando era neonata. Eppure Chiara parla italiano e nglese, comprende l'amarico, a lingua madre dei genitori. E proprio il suo essere cittadina straniera complica la sua già difficile esistenza. Per legge non ha diritto a alcun conributo da parte del servizio sanitario nazionale per una eventuale operazione che venga effettuata all'estero. E solo un'operazione a New York potrebbe forse migliorare la sua situazione Lo garantisce l'associazione «Amici dell'infanzia» di Venaria, fondata nel '91 per aiutare economicamente e moralmente bambini malati o handicappati dalla nascita. Dice la fondatrice, Jacqueline Dolo: «Il dottor Nicholas Tzimas del medicai center di New Jork ha già operato altri casi così difficili con ottimi risultati; due casi li abbiamo seguiti direttamente e adesso i bambini sono molto migliora¬ ti. Non credo che in Italia sia possibile fare di meglio». Per visite, operazione, sei mesi di rieducazione servono, come minimo, 200 milioni che la famiglia di Chiara non possiede. Al medico nordamericano sono già state inviate le cartelle cliniche della bimba e un filmato che documenta le sue condizioni. Ha risposto che è disponibile a visitare Chiara nei prossimi giorni e eventualmente a operarla. Il problema rimangono i 200 milioni che devono essere trovati e in fretta. L'associazione di Venaria ha organizzato una serie di iniziative (concerto, rassegna di poesia, banco di beneficenza, gara di baristi) per raccogliere fondi. Inoltre è stato aperto presso l'agenzia di Venaria della Banca di credito del Piemonte un conto corrente bancario, intestato a «Chiara Alemu Mogese» numero 1401. [m. cas.] Costa 200 milioni farla curare a New York Chiara, di origine etiope è afflitta fin dalla nascita da «Tetraparesi spastica»

Persone citate: Alemu, Jacqueline Dolo, Nicholas Tzimas

Luoghi citati: Italia, New York, Torino, Venaria