Vallone

Vallone Vallone «Il mio sindaco già pidiessino» IL mio personaggio, il sindaco di Pontorno, era una figura del tutto nuova per il cinema italiano. Non si dice mai apertissimamente che è comunista, però lo si capisce molto bene, non fosse altro perché legge «l'Unità». E' un uomo non autoritario, profondamente democratico, onesto, generoso, in cui il credo politico è mescolato alla grande umanità e al buon senso. Era già un comunista del pds, e questa fu una modernissima intuizione di Lattuada. Costruimmo il personaggio senza sforzo. Lattuada era stato un ottimo socialista e io ero stato molto segnato dall'incontro con comunisti come Pastore e Montagnani, che avevano fatto anni di galera, quadri frutto di una selezione politica e umana molto severa. L'atmosfera del set era quella di una famiglia enorme, molto numerosa, ricca di presenze uniche come Marco Ferreri o la figlia del pittore Mazzacurati. La famiglia era governata con paterna bonomia da Lattuada, uomo straordinario nel ridimensionare tutto. Credo che Lattuada riuscì a relativizzare perfino il fatto che quello fosse il suo primo film a colori. Spotorno era mite, dolce, meravigliosa. Facevo splendide passeggiate su quelle colline selvagge con Martine Carol, amante dell'ignoto e del mistero. Martine, una magnifica compagna di lavoro: fummo solo amici, di un'amicizia purissima. Raf Vallone

Persone citate: Lattuada, Marco Ferreri, Martine Carol, Mazzacurati, Montagnani, Pastore, Raf Vallone