«Scuola mai più rimandati»

Il ministro dell'Istruzione: la decisione venerdì a Palazzo Chigi Il ministro dell'Istruzione: la decisione venerdì a Palazzo Chigi «Scuola, mai più rimandati» D'Onofrio-, e arriva la parità per le private RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO «Dobbiamo fare nei prossimi tre anni tutto quello che non si è fatto in passato». Francesco D'Onofrio, ministro della Pubblica istruzione, anticipa al Meeting la scuola che ha in mente. Un affresco ambizioso che vuol realizzare a passo di carica. Ecco le tappe principali. «L'appuntamento è al Consiglio dei ministri di venerdì - esordisce D'Onofrio -. Dirò gli "obiettivi per una riforma organica della scuola italiana": la parità fra scuole dello Stato e non, il potenziamento delle materne, la revisione della riforma delle elementari, l'edilizia, la seconda lingua nella scuola media, la riforma delle medie superiori, la lotta alle dispersioni scolastiche. Sarà un piano triennale: questa è una maggioranza di legislatura». Nell'immediato: quelli del prossimo primo settembre saranno davvero gli ultimi esami di riparazione? «Il Consiglio dei ministri deve decidere come rendere certa la loro abolizione: con un decreto legge o con un disegno di legge. Non c'è ancora la necessaria disposizione legislativa. Sull'abolizione degli esami non ho raccolto obiezioni di principio; ci sono invece idee diverse su come sostituirli... Prevedo poi un secondo Consiglio dei ministri, entro il 13 settembre, sugli strumenti e sulle risorse per realizzare il piano triennale. Dico subito che il mio ministero non avrà tagli di spesa. Berlusconi mi ha detto: "Finanzia le tue riforme con i risparmi sul tuo bilancio". E io risparmio: ho individuato duemila miliardi con cui finanziare i prowedimenti meno dispendiosi». Come sarà la parità fra scuola pubblica e scuola privata? «Preferisco parlare di scuola statale e di scuola non statale: così la scuola resta comunque un servizio, un bene pubblico, a prescindere da chi lo gestisce. Dobbiamo prima fissare gli standard di qualità perché un'istituzione si possa definire scuola. Ci sono poi tre metodi per realizzare la parità: mediante il buono, la detassazione, la convenzione. Personalmente sono per la convenzione, ma la scelta del metodo deriverà dal più largo consenso delle forze nel mondo scolastico stesso (insegnanti, genitori) e in Parlamento. Io aspetto il ppi perché faccia una proposta. Per anni, come de, abbiamo detto di volere la parità ma di non poterla conseguire perché l'alleanza di governo coi laici non lo consentiva e l'opposizione di sinistra era schierata contro. Oggi il ppi è in una situazione paradisiaca: è all'opposizione, ma sa di avere una maggioranza di governo favorevole. Scelgano loro il tempo e il modo, purché rapidamente». Da trent'anni si discute di riforma delle superiori. Lei la dà per scontata... «Questo governo ha il dovere di prevedere questa riforma». Quando sarà firmato il nuovo contratto per gli insegnanti? «Abbiamo trovato la somma per il 6% degli aumenti per il '94-95. Ma la novità è un'altra: in futuro ci saranno aumenti differenziati fra docenti che scelgono il tempo pieno e quelli che non lo scelgono». Quasi quarantamila insegnanti hanno chiesto il prepensionamento. Una fuga? «Questo numero non deve impressionare, perché l'anno scorso i prepensionamenti non ci furono in base a una legge del governo Amato. E di fronte a 900 mila docenti non si può parlare di fuga». Claudio Alta rocca

Persone citate: Berlusconi, D'onofrio, Francesco D'onofrio