Le immagini di Spadolini in tv i ragazzi aggressori di Cagliari

Le immagini di Spadolini in tv, i ragazzi aggressori di Cagliari lettere AL GIORNALE Le immagini di Spadolini in tv, i ragazzi aggressori di Cagliari E' stato un blob di coscienza Non sono d'accordo col signore di Ivrea che si preoccupa che Blob abbia riproposto la scena di quella giornata terribile in cui Spadolini è stato sconfitto per un solo voto al Senato. Certamente ha ragione quando dice che Spadolini aveva il viso di una persona che sembra aver perso tutto. Infatti, quando ho appreso la notizia della sua morte, ho esclamato: Questo governo insulso e sbruffone l'ha fatto morire! Ormai non c'era più posto per un uomo come lui in questa assemblea di ciarlatani. E bene ha fatto Blob a ricordare quel giorno, che non si deve considerare umiliante per Spadolini. Marisa Colombo, Torino Ma quel figlio è discriminato Mi riferisco all'articolo «Cacciano di casa figlio Testimone di Geova» (La Stampa, 31 luglio), secondo cui il gesto ha avuto per protagonisti due genitori di Prato «cattolici praticanti», motivato dall'adesione del figlio alla religione dei Testimoni. La denuncia presentata «per violazione degli obblighi di assistenza familiare» seguirà il suo corso e sarà interessante conoscerne l'esito, anche alla luce di tre recenti casi di affidamento di figli di cui la magistratura italiana si è recentemente occupata. Nell'aprile scorso, da ben tre diversi tribunali - a Bari, Taranto e Bolzano -, tre madri testimoni di Geova si sono viste ribaltare in appello, a favore dei mariti separati, le sentenze che in primo grado avevano «assegnato» loro i figli. Ravvisando nei giudizi il «vizio» della «discriminazione religiosa», le tre madri sono ricorse al ministro della Giustizia e al Csm. Alberto Bertone Ufficio Stampa della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova Smilitarizzare le Fiamme Gialle Sono rimasto sconcertato nel leggere da più parti che nonostante la clamorosa inchiesta dei giudici di «Mani pulite», che si è conclusa con l'arresto di numerosi ufficiali e sottufficiali delle Fiamme Gialle, c'è ancora chi si oppone alla smilitarizzazione della Guardia di Finanza. Ho letto affermazioni del seguente tenore: «La smilitarizzazione del Corpo, proposta da Pannella, complicherebbe le cose. I compiti del Corpo sono prettamente militari». Mi chiedo se per controllare dei bilanci e fare delle verifiche fiscali occorrano dei militari o degli esperti in controlli fiscali. Dopo tale inchiesta c'è anche da chiedersi se militare sia ancora sinonimo di efficienza e di disciplina. C'è anche da chiedersi, se i generali ed i colonnelli controllano la truppa, chi controlla gli alti ufficiali' Infatti, nell'inchiesta dei giudici di «Mani pulite» è emerso che le responsabilità maggiori vanno attribuite ad ufficiali superiori e che i sottufficiali ed i finanzieri, in molti casi, per quieto vivere, si sarebbero adeguati. Si può immaginare il dramma degli onesti che sono stati costretti a subire certe situazioni, andando contro i propri principi e la propria coscienza. Sono certo, invece, che in un organismo smilitarizzato il singolo, attraverso i sindacati, avrebbe trovato la forza di ribellarsi al sistema, denunciando le mele marce. Auspico quindi che anche la Guardia di Finanza, come la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria, venga smilitarizzata e sindacalizzata. Sono certo che ne troverebbero giovamento sia i cittadini che i finanzieri che non dovrebbero più subire l'arroganza e la protervia di certi ufficiali delle Fiamme Gialle Rolando Balugani, Modena Giovani incivili e pure ottusi I cinque giovani incivili che a Cagliari hanno malmenato brutalmente un giovane senegalese per odio razziale sono stati condannati con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Questo beneficio può dar¬ si soltanto quando è possibile presumere che il reo si asterrà dal commettere ulteriori reati. Ma nella specie tutte le circostanze, e in particolare l'ottusità mentale e il carattere violento dei cinque imputati (rivelati anche dalla devastazione della cella) dovevano far presumere esattamente il contrario. Sono troppi i giudici per i quali la sospensione condizionale della pena è come il sigaro o la croce di cavaliere che, secondo una battuta scherzosa fiorita nell'Italia pre-fascista, non si negavano a nessuno. dr. Mario Carisio magistrato a riposo, Roma Insostituibile elettrochoc In merito alle periodiche critiche che vengono mosse nei confronti dell'elettrochoc, leggo la garbata e competente messa a punto sull'argomento sottoscritta dal collega dott. Berrà [La Stampa del 14 agosto). Concordo pienamente sul principio che dovere intrinseco alla professione medica è quel ■ lo di guarire il malato e che a tal fine debba essere impiegato ogni mezzo che scienza ed esperienza suggeriscono, fatto salvo l'imperativo di coscienza che impone per prima cosa di non nuocere. Imperativo quasi sempre, consapevolmente o inconsapevolmente, ignorato da una certa tendenza a contestare sul terreno della filosofia, della ideologia o del mero esercizio letterario quanto andrebbe trattato con delicatezza e sensibilità nei confronti del malato prima ancora che con un minimo di specifica competenza nell'ambito della psichiatria clinica. I vari esponenti dei comitati per i diritti dell'uomo valutino bene il peso delle loro affermazioni, magari attingendo alle quotidiane esperienze professionali degli psichiatri, prima di esorcizzare una metodica terapeutica che, a dispetto del sinistro suono del termine (elettrochoc!), rimane uno strumento insostituibile e di gran lunga più innocuo degli stessi psicofarmaci, specie nelle fasi e nelle circostanze inerenti patologie psichiche ed affettive ad alto rischio suicidario. Ma soprattutto riflettano sul perché si insiste su questa strada dell'ostracismo al trattamento medico dei malati di mente soltanto nel nostro Paese e sul perché la nostra ed esclusivamente italiota legge «180», a 15 anni dal varo, non è ancora riuscita a varcare i confini. dott. Giovanni Gentile, Torino Nuove targhe un mistero Leggo ogni tanto sui giornali di qualcuno che protesta contro le nuove targhe automobilistiche che non permettono più di individuare la provincia di appartenenza del veicolo. Ritengo tuttavia che pure le nuove sigle qualche significato l'avranno. C'è qualcuno che potrà rivelarcene i misteri? Giuseppe Rosina, Torino Nessun francobollo per Gentile Leggo, il quattordici agosto, su La Stampa che le Poste italiane intenderebbero dedicare un francobollo a Giovanni Gentile. Tale iniziativa non mi trova assolutamente d'accordo (per quanto può valere la mia opinione di comune cittadino) e tanto meno se presentata come «pacificazione» o «riabilitazione». Nello stesso numero Enzo Bettiza - grande giornalista dedica un articolo a Palmiro Togliatti, condannandolo come politico immorale e cattivo maestro. Tale fu, forse a maggior titolo, Giovanni Gentile. Contrario come sono alla pena di morte, l'uccisione di Gentile mi addolora quanto quella di qualsiasi criminale. Ma non posso dimenticare che essa avvenne nel corso di una guerra civile - una necessaria e santa guerra civile - nella quale tanti italiani, certamente meno dotati di strumenti culturali di Giovanni Gentile, seppero scegliere la parte giusta e tante volte pagarono questa scelta con la vita. Se Giovanni Gentile fu insigne studioso e grande filosofo, ciò non diminuisce, anzi accresce, le sue responsabilità per aver scelto di collaborare col fascismo, perseverando in questa collaborazione anche dopo l'8 settembre 1943. Angelo Dina, Torino