Il suicidio del Kaiser di Emanuele Novazio

Grande guerra, un massacro cercato il caso. Dagli archivi tedeschi emerge una sconcertante verità Il suicidio del Kaiser Grande guerra, un massacro cercato BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Partendo per il fronte, nell'agosto del 1914, i soldati dell'esercito tedesco erano convinti di «tornare a casa per Natale». «Andiamo a Parigi a fare il tiro a segno», cantavano, e sui vagoni che li portavano verso Occidente c'era scritto: «Arrivederci sui boulevard». Andò altrimenti: finora, tuttavia, i piani della «guerra lampo» preparati per il Kaiser da Alfred von Schlieffen - capo di Stato maggiore fino alla vigilia del conflitto - erano considerati la prova che tutti, nell'esercito del Reich, erano convinti del successo. Sfondamento in Belgio, svelta avanzata in Francia, e poi via verso la Russia: due fronti, ma una vittoria rapida e senza conseguenze devastanti. Guglielmo Secondo e i generali dell'«Ohi», l'alto comando del suo esercito, conoscevano benissimo la verità, invece: sapevano che la guerra sarebbe stata lunga e avrebbe avuto effetti sconvolgenti per l'Europa. Sapevano che la «passeggiata sui boulevard» sarebbe stata, in realtà, una tremenda carneficina e una «catastrofe per la civiltà» dell'intero continente. Sapevano, ma non fecero nulla per opporsi allo scoppio delle ostilità: al contrario affrontarono la guerra con cinico coraggio, e insistettero perché l'attacco arrivasse subito, improvviso. Grazie alle ricerche dello studioso svizzero Stig Foerster la sconcertante verità - destinata a riaprire le dispute storiche sulle responsabilità della classe dirigente tedesca - emerge soltanto adesso dagli archivi militari dell'ex Germania comunista, custoditi a Potsdam e inviolabili fino alla caduta del Muro. Assieme a una domanda soprattutto: perché, pur prevedendo nel dettaglio la catastrofe verso la quale erano avviati, gli uomini del Reich scelsero la guerra? Per folle sprezzo del ri- schio, per torbido desiderio di tragedia? Per insensibilità e irrisione della vita altrui? Dietro quel «comportamento irresponsabile e criminale» che provocò dieci milioni di morti, risponde Foerster, c'era in realtà un disagio profondo e ra- dicato, anche se gretto e miope: c'era l'angoscia di esser risucchiati dalla storia, la necessità di intervenire ad ogni costo sugli eventi per conservare un ruolo, un privilegio, l'influenza sul potere. Se il conflitto fosse stato evitato dalle Cancellerie europee, lo Stato maggiore del Kaiser avrebbe perduto la propria «funzione di garante» della potenza tedesca: la prima guerra mondiale, per gli alti ufficiali del Reich che la promossero, fu insomma «un suicidio, ma per paura della morte». L'ottimismo dell'«Ohl» e del suo comandante - il generale Helmuth von Moltke - era dunque una leggenda, garantisce il carteggio fra il Kaiser e i generali ritrovato a Potsdam. Dietro il velo della propaganda c'era una consapevolezza da tutti condivisa e da lungo tempo emersa. Era stato lo stesso Helmuth Cari Bernard von Moltke - vincitore di Sedan e zio del generale Helmut von Moltke - ad avvertire, alla svolta del secolo: una guerra in Europa durerà da sette a trent'anni, nessuna «guerra lampo» fra le grandi potenze sarà mai possibile. All'immediata vigilia del conflitto, il 28 luglio del 1914, suo nipote Helmuth scriveva al cancelliere del Reich Theobald von Bethmann Hollweg: conseguenza della guerra sarà «il reciproco massacro delle nazioni guida della civiltà europea». Ci volle poco ad accorgersene, le illusioni di vittoria lampo sbiadirono in fretta: la flotta tedesca d'alto mare si dimostrò assolutamente inefficace come «arma contro l'Inghilterra», ma clamoroso fu soprattutto il fallimento del «piano Schlieffen». Contrariamente a quanto c'era scritto in quel testo - destinato a diventare la prima esposizione sistematica del «Blitzkrieg» l'esercito belga resistette, rallentò l'avanzata dei tedeschi e li spinse alla fine verso Est. Fu una manovra fatale, come von Moltke fu costretto a riconoscere presentando le proprie dimissioni. Ma, paradossalmente, fu anche una conferma: le previsioni sul disastro si erano avverate. Emanuele Novazio Uno studioso rivela: gli alti comandi sapevano di avviarsi a una colossale carneficina A sinistra, il Kaiser Guglielmo li A destra, la Grande Guerra

Persone citate: Bernard Von Moltke, Foerster, Guglielmo Secondo, Helmut Von Moltke, Kaiser, Kaiser Guglielmo, Stig Foerster

Luoghi citati: Belgio, Europa, Francia, Germania, Inghilterra, Parigi, Potsdam, Russia