Volo di morto il giallo di un'esplosione
La sciagura in Marocco: identificati gli 8 italiani, non si esclude l'ipotesi di un attentato La sciagura in Marocco: identificati gli 8 italiani, non si esclude l'ipotesi di un attentato Volo di morto, il giallo di un'esplosione A bordo c'era un principe del Kuwait Le fiamme viste da alcuni testimoni ROMA. Il tempo era bello e l'aereo di recente costruzione. Le certezze, per ora, si fermano qui, e sul tragico volo dell'Atr 42 si possono fornire solo ipotesi. La più accreditata secondo gli esperti già al lavoro sulla scatola nera fa riferimento a un guasto, forse meccanico, forse ad una delle strumentazioni di bordo, come l'altimetro, alle superfici mobili. Che cosa è successo all'aereo della Royal Air Maroc, precipitato domenica notte con 44 persone a bordo, tra cui otto italiani, sta tentando di stabilirlo una commissione di inchiesta, della quale fanno parte esperti della compagnia aerea marocchina, della direzione civile dell'aeronautica di Rabat e del consorzio Alenia-Aérospatiale, costruttore dell'Atr 42. Ai lavori della commissione parteciperà, probabilmente, anche un esperto del servizio navigazione aerea dell'aviazione civile, la cui presenza è stata sollecitata presso il governo marocchino dal ministro ai Trasporti Publio Fiori. In attesa delle risultanze della commissione bisogna accontentarsi dei pochi dati a disposizione. L'aereo, in volo da Agadir a Casablanca, si è schiantato, dopo appena dieci minuti dal decollo, contro una montagna. Tra le vittime vi sono anche cinque francesi, un americano, il principe kuwaitiano Mohamoud Al-Jaber Al-Sabah, fratello del ministro della Difesa Cheikh Ahmed Hammoud Al-Sabahn, con la moglie. L'aereo della Royal Air Maroc era a 16.000 piedi di quota (circa 5000 metri), quando ha improvvisamente perso quota. Il velivolo si è completamente disintegrato e i suoi resti si sono dispersi su una vasta e impervia zona nelle montagne dell'A- tlante, vicino a Tizounine, 23 km a Nord di Agadir. Certo è che, come hanno confermato i tecnici della torre di controllo, un membro dell'equipaggio è riuscito a lanciare un messaggio di soccorso segnalando un'avaria pochi atti¬ mi prima del disastro. Un guasto improvviso oppure, perché no?, un attentato. L'ipotesi dell'attentato è stata, però, esclusa categoricamente dai partecipanti alla riunione della cellula di crisi che si è tenuta ieri sera a Casablanca. Lo stesso ambasciatore italiano a Rabat, Giuseppe Panocchia, ha affermato che «non vi è nulla che possa accreditare un'ipotesi di questo tipo». D'altra parte, rimane il fatto che alcuni testimoni avrebbero confermato di aver visto il velivolo esplodere prima di precipitare. E l'Alenia, una delle due società produttrici, «tende a ritenere improbabile il guasto». L'esemplare del volo 630 era recente, essendo stato consegnato solo nel 1989. Poche ore di volo, scarso affaticamento strutturale e della cel¬ lula e manutenzione presumibilmente buona, dato che la compagnia aerea marocchina gode fama di efficienza (l'ultimo incidente risale al 1970). E' vero, l'Atr 42 è lo stesso tipo di velivolo precipitato nell'ottobre 1987 a Conca di Crez- zo, vicino Como. Infinite furono le polemiche, ma la Cassazione decise che la tragedia non era dovuta a difetti di costruzione. Da allora nessuno dei 264 Atr 42 finora consegnati è andato perso. All'Alenia sostengono che l'Atr 42, biturboelica a medio raggio, è uno degli aerei più sicuri del mondo. E citano gli ordini ancora da evadere, 280 per 52 clienti, tra i quali cento chiesti dalla società statunitense American Eagle, una delle commesse aeronautiche più significative degli ultimi anni. Sull'ipotesi dell'attentato rimane comunque rischioso avventurarsi. Nondimeno bisogna considerare la presenza a bordo dell'alto funzionario kuwaitiano, e ricordare che il Marocco è da anni alle prese con la guerriglia del Polisario, movimento di liberazione che sarebbe in possesso di missili terraaria, [s. s.] Un Atr-42, l'aereo che si è schiantato sulle alture del Marocco tra Agadir e Casablanca
Persone citate: Cheikh Ahmed Hammoud, Conca, Giuseppe Panocchia, Publio Fiori
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