L'inasprimento dell'embargo non dà risultati: gli esuli arrivano al ritmo di milleduecento al giorno

La Casa Bianca «Vogliamo subito l'avvio delle riforme» L'inasprimento dell'embargo non dà risultati: gli esuli arrivano al ritmo di milleduecento al giorno Il blowo, arma finale contro Fidel Clinton vuole isolare Cuba: Castro deve cadere WASHINGTON. Bill Clinton sta esaminando la possibilità di imporre un blocco navale attorno a Cuba. Lo ha anticipato ieri il capo dello staff della Casa Bianca Leon Panetta nel corso di un'intervista televisiva. «E' certamente una delle opzioni che esamineremmo in futuro a seconda che Castro compia o meno dei movimenti verso la democrazia», ha detto il collaboratore di Clinton. La misura, oltre che aggravare ulteriormente le già disastrose condizioni economiche di Cuba, potrebbe costituire un altro deterrente contro il flusso degli esuli, che continuano a partire imperterriti nonostante venerdì Clinton abbia annunciato che verranno mandati via dagli Stati Uniti e detenuti a Guantanamo. Sabato è stato stabilito il nuovo record: in una sola giornata la Guardia Costiera americana ha raccolto in mare 1189 «rafter», come vengono chiamati gli esuli per via delle rudimentali zattere («raft») con cui affrontano lo stretto della Florida. Nel corso dell'intervista a «Ahc-Tv», Panetta ha spiegato che l'amministrazione Clinton si pone due obiettivi rispetto a Cuba: forzare la nascita della democrazia e porre fine all'ondata di emigrazione illegale. «In questo momento siamo impegnati su entrambi i fronti», ha detto Panetta. «Mentre non permetteremo un esodo di massa come quello dell'80 - ha aggiunto - continueremo a alzare la pressione su Castro perché quanto sta succedendo adesso non e questione di rifugiati o di emigranti». «Il problema - ha continuato - è il regime di Castro, che è la causa di tutto». Sabato Clinton aveva annunciato un appesantimento delle sanzioni economiche americane contro Cuba. Una misura in particolare e destinata a pesare considerevolmente sulla già grama vita quotidiana dei cubani: il blocco imposto alle rimesse degli emigrati. Il danaro che i fuoriusciti cubani mandano ai familiari rimasti sull'isola ammonta a 400 milioni di dollari all'anno. Per avere un'idea di cosa significhi questa cifra basta considerare che è supe¬ riore alla metà di quanto Cuba ha ricavato attraverso le esportazioni di canna da zucchero nel '93, 778 milioni, e pari a quanto si prevede ricavi quest'anno. Assieme alla canna da zucchero e alle rimesse degli emigrati, l'altra grande entrata di Cuba ò il turismo, 700 milioni di dollari l'anno. Con il bloc¬ co delle rimesse, le entrate di Cuba si contrarranno di un quarto. La misura è stata suggerita a Clinton dalla Fondazione Cubano-Americana come mezzo per accelerare la fine di Castro. «Non è una cosa piacevole, ma crediamo sia necessaria», ha dichiarato il presidente della Fondazione Francisco Hernandez. Una parte della comunità dei cubano-americani aveva protestato contro la decisione di Clinton di non accogliere più gli esuli, giudicata crudele. L'altra parte ritiene che il flusso vada arrestato perché così Castro perderà una valvola di sfogo. Ma entrambe le parti sono fieramente anticastriste e Clinton con questa misura ha accontentato tutti e due. Il presidente americano, criticato su molti piani e vittima di un disastroso calo dei consensi, non vuole ripetere su Cuba lo stesso disastro del suo idolo giovanile, John Fitzgerald Kennedy. Kennedy si riprese, per Clinton un altro errore sarebbe fatale. Uopo aver reagito con un po' di ritardo e le solite incertezze, Clinton sembra aver abbracciato una linea decisa su Cuba. Ma il problema è lontano dall'essere risolto. Il flusso degli esuli continua e, anzi, si intensifica. Molti cubani preferiscono rischiare in mare la vita propria e dei familiari per essere poi rispediti a Cuba, anche se sull'altra parte dell'isola. Almeno alla base di Guantanamo si mangia. Ma a Guantanamo possono trovare posto altre 6 mila persone, in aggiunta ai 15 mila haitiani già ospitati nella tendopoli. Cosa farà dopo Clinton? Paolo Passarmi La Casa Bianca «Vogliamo subito l'avvio delle riforme» Una esule cubana in un centro a Miami. Sotto da sin: profughi partono da L'Avana e rifugiati negli Usa