NON AMA VARGAS LLOSA di Pierluigi Battista

«Vargas Llosa pagato dalla Cia» NON AMA VARGAS LLOSA un uomo di sinistra come Gillo Pontecorvo, curatore della suzione cinema della Biennale, consentono di ricondurre le malinconie epuratrici del consigliere pidiessino alla dimensione più rassicuranti.1 di un infortunio di Ferragosto, di una gaffe sorprendente ma pur sempre confinabilc nell'ambito dell'uscita estemporanea di un filosofo i cui impulsi intolleranti non trovano udienza in una sinistra finalmente vaccinata dal virus del fanatismo ideologico. Sennonché non e del tutto arbitrario interpretare la solitaria crociata di Curi come il segno di una duplice ossessione tutta italiana. La prima ossessione, antica ma vieppiù acuita dalla presenza di un governo che ha trovato nella Destra uno dei suoi perni insostituibili, consiste in una perdurante inclinazione che associa la Destra sempre e comunque a qualcosa di losco, di intrinsecamente golpista (ciò che autorizza nel nostro caso la stravagante assimilazione di Vargas Llosa al mondo sordido dei dittatori e dei gorilla sudamericani), di torbido, di maleodorante, di teppisticamente violento e in definitiva «fascista» e dunque, in questo caso, di radicalmente incompatibile con lo ragioni, il modo d'essere, le finalità di una prestigiosa manifestazione cultu¬ rale come la Mostra di Venezia. La seconda ossessione trae invece alimento dalla lettura palesemente autoconsolatoria che il ceto intellettuale di sinistra ha voluto ricavare dalla vittoria (dottorale della destra italiana. Una lettura che assume come postulato indiscutibile l'aspirazione a un ruolo monopolistico della sinistra nulla cultura, nell'eccellenza artistico-lctteraria, nella riflessività etico-politica (e finanche nell'eleganza e nelle buone maniere), con ciò assegnando inesorabilmente alla destra vincente il contro-monopolio dell'ignoranza, della rozzezza, della grossolanità pre culturale. Non a caso, null'altro ha agitato di più il sonno del ceto intellettuale di sinistra quanto gli spettri di Ambra e Fiorello: entrambe perfetta incarnazione di quell'immagine di totale, barbarica incultura di chi si ostina a concepire la vittoria elettorale politica dell'antisinistra come il segno di un trionfo dell'anticultura tout court. Naturali! che all'interno ; di una sindrome snobisticosussiegosa di tale natura possa i risultare choccante che la DcI stra venga rappresentata da un j uomo, apprezzato nei circuiti letterari internazionali, come Vargas Llosa. E possa indurre un intellettuale stimato come Umberto Curi a lanciare l'allarme: contro pericoli inesi stenti. Come se il lupo avesse indossato i panni di un grande scrittore peruviano. Pierluigi Battista

Persone citate: Curi, Gillo Pontecorvo, Umberto Curi, Vargas Llosa

Luoghi citati: Venezia