Passa Biondi, la spiaggia si divide

Passa Biondi, la spiaggia si divide Passa Biondi, la spiaggia si divide «Ministro l'avrei strozzata». «Forza, avanti così» Cambia il vento sulla costa sarda di Nord-Ovest, a un'ora di macchina dalle vacanze ormai ignorabili di Mario Segni. Dalle viscere della borghesia in vacanza spira una brezzolina garantista che massaggia l'umore del ministro Biondi, mentre in ciabatte e calzoncini guida la sua jeep fra viottoli polverosi e turisti plaudenti. E' passato appena un mese dalla fine ingloriosa del decreto sulla custodia preventiva che portava il suo nome. «Che giornate! Quando entravo in un ristorante, la gente si girava dall'altra parte». Adesso si alzano in piedi e vanno a stringergli la mano. E' successo a Salice d'Ulzio, dove Alfredo Biondi ha consumato la prima tranche di riposo, e sta risuccedendo con maggior clamore anche qui, in questo villaggio di medio-ricchi a strapiombo sul mare, che il ministro di Grazia e Giustizia vent'anni fa ha onorato di un investimento immobiliare, «tremila metri, quindici milioni, l'unico affare della mia vita». La fauna locale, messa continuamente a repentaglio dalle sterzate della jeep biondiana, comprende imprenditori dal soldo facile e professionisti di ferro come lui: per dare un'idea, l'altro inquilino illustre è il fiscalista Viktor Uckmar. Al passaggio del ministro motorizzato, il popolo del villaggio si divide come un test estivo in quattro categorie. Profilo A: la-signora-che-legge (senza esagerare). Modello di riferimento: Letizia Moratti. Capello lavorato in technicolor, dentatura cavallina, abbronzatura alla piastra, voce milanese con strascico. «Ministro, da lei non me l'aspettavo. Mica per De Lorenzo, sa, che tanto quello in un modo o nell'altro ormai, puff, è andato. Uno zombi. No, no: è per Berlusconi. Perché, chiaro, è lui che volevate proteggere. Mi sbagliooo?». Profilo B: commercialista-in bermudatinta-unita. Modello: Arrigo Sacchi. Corpo e spirito sotto controllo, concentrato e professionale anche nel cazzeggio da spiaggia. «Provaci ancora, Fred. Il momento era sbagliato, ma la cosa era giusta. Insomma, dai, parliamoci chiaro, troppo comodo scoprire i reati mettendo la gente in galera. Se non sanno fare le indagini in un altro modo, che assumano Sherlock Holmes. Dico bene?» Profilo C: commercialista-in-bermuda-a-fiorelloni. Modello: un mix fra Emilio Fede, Massimo Boldi e il ministro del Bilancio Pagliarini. Sprigiona ciccia modera- ta dai fianchi ed entusiasmo in salsa pragmatica dalle vene: «Forza! Resistete! Forza ministro! Resisti! Resistete! Forza!». Infine, profilo D: mammina-con-pupostrillante. Modello: sorella maggiore di Ambra o minore di Rosanna Lambertucci, a scelta. Le sue fonti sull'argomento-giustizia sono, nell'ordine: il tg delle venti e le telefonate con un'amica che guarda anche quello delle tredici: «Quando ho visto il Di Pietro tutto pallido e barbuto in tv, l'avrei strozzato, il signor ministro. Adesso però non ne sono più così sicura...». Questa è la spiaggia con il sistema proporzionale. Passando al maggioritario, si va al ballottaggio fra i commercialisti, esponenti dei due partiti «che qui vanno per la maggiore», come direbbe uno dei loro miti, Mike Bongiorno. Vince di misura il bermuda a fiorelloni, un personaggio così diffuso che lo trovi dappertutto, persino sulla scogliera a precipizio in cui Biondi sta per precipitare con la jeep. «Bello qui, eh? La sera ci vengono i ragazzini a fare l'amore. Ai miei tempi, andare a donne in un posto come questo sarebbe stato un evento mondano. Adesso è ordinaria amministrazione». E indica un cespuglio che improvvisamente si muove. Una baby-coppia fuori orario? No, l'ennesimo bermudone-fantasia, il signor Squeo, che strilla «Ministro, resistete!», stringe la mano a Biondi e scompare fra i rovi, gli occhi accesi da qualcosa che assomiglia alla felicità. Da vecchio gigione, il ministro adegua le risposte al profilo del'interlocutore. Indignato con la signora A: «Lei pensa davvero che un uomo di principi come me possa aver agito per coprire gli inte¬ ressi di Berlusconi! Cioè lei pensa che un uomo come me... Ah, ecco, non lo pensa davvero, meno male». Con il commercialista B il tono diventa più suadente: «Per i giudici la custodia preventiva è un po' come per noi avvocati l'acconto: ci si fa pagare un paio di milioni prima, perché dopo non si sa mai se il cliente potrà regolare il resto. I magistrati nutrono forti dubbi che l'imputato, una volta riconosciuto colpevole, sconterà davvero la pena. E allora pensano: almeno cominciamo a fargliene fare un po' adesso. E' l'assurdo italiano: i processi cominciano con un'istruttoria durissima e diventano molli man mano che vanno avanti. Parliamoci chiaro: è anche per questo che gli americani non ci vogliono restituire la Baraldini». Con l'adoratore del profilo C, un sorriso basta e avanza. Ma di fronte ai tormenti della ragazza D, quella che lo voleva strozzare ma ha cambiato idea, solleva il suo mento importante. Segno che sta per fare una dichiarazione di principio: «Toccare il culo a un bambino di tre anni per me è più grave che intascare una mazzetta. Prima della sentenza, chi intasca non può essere considerato pericoloso e sbattuto in galera come chi tocca. Avrò sbagliato il momento della proposta, ma appunto, ho sbagliato solo quello». A tutti, poi, racconta di Di Pietro. Perché c'è questo di curioso, fra i biondiani da spiaggia: gli osanna postumi al decreto del ministro riescono a convivere senza il minimo imbarazzo con un perdurante rispetto per il magistrato che lo ha osteggiato. «Lo conobbi quando difendevo un imputato delle lenzuola d'oro. Il mio cliente parlava e lui, zitto, ticchettava al computer. Poi alza la testa: "Quel che mi ha raccontato è successo altre volte?" Al che io mi inalbero: guardi, signor giudice, che non siamo mica in un confessionale. Se lei ha delle accuse precise, bene, le muova, altrimenti... Di Pietro mi scruta, addino: "Avvocato Biondi, lei parlerà con me il giorno in cui dovessi interrogarla". E io: "Egregio dottor Di Pietro, se mi capitasse mai una simile disgrazia, la informo fin d'ora che mi avvarrei della facoltà di non rispondere". E finì così?, chiede golosa e a bocca aperta - la platea. «No, io gli scrissi una lettera. Quando l'ho rivisto, mi ha sorriso duro: complimenti, lei ha un carattere forte, avvocato. E io: non si preoccupi, la cosa è reciproca. Dopo questa storia del decreto non ci siamo ancora sentiti. Un grande investigatore, comunque». Basta con i ricordi, il ministro deve correre a casa per farsi trovare al telefono dal telegiornale di Italia Uno. Inganna l'attesa con un po' di zapping commentato: «Guarda Maroni, con quella faccia da fante di picche. E Pagliarini? Mamma mia, il ragionatt. Vianello e Mondaini, ancora quei rincoglioniti! E questo Buttiglione! Sarà anche intelligente, ma di faccia mi fa venire in mente quel comico napoletano, ve lo ricordate?, Pietro De Vico. Ah, ecco Lamberto Sposini». Interviene la moglie Giovanna: «Quello è incredibile: qualunque notizia dia, ha sempre la stessa faccia». «Sì, sembra un brigadiere in congedo». «No, Alfredo, direi più un garzone di barbiere. Guarda chi c'è, Fini. Ma è davvero così in gamba? Le mie amiche dicono: hai sentito come parla bene? Sì, d'accordo, ma non dice mai nulla. Banalità allo stato puro». La signora Biondi, però. Faccia e modi austeri da grande borghese ligure, l'ideale controcanto di quel marito un po' bambino che porge la guancia al figlio para-quarantenne in accappatoio biancoverde, intimando: «Bacino», e poi va in veranda a molestare un paio di nipoti: «Fate vedere che begli occhi che avete, così il signore lo scrive sul giornale». Lo guardano come Di Pietro, quel giorno delle lenzuola d'oro: stanno dividendosi un pacchetto di patatine e non hanno tempo per queste sciocchezze. Massimo Gramolimi «Ai miei tempi, andare a donne in un posto come questo sarebbe stato un evento mondano» «Il decreto? Avrò sbagliato il momento della proposta ma ho sbagliato solo quello» Breve vacanza in Sardegna per il ministro della Giustizia Alfredo Biondi. A destra, la moglie Da sinistra, il pm Antonio Di Pietro e il ministro dell'Interno Roberto Maroni

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