Fiumana di profughi sui campi minati di I. B.

Trentamila bosniaci in fuga dal proprio esercito nei territori croati occupati dai serbi Trentamila bosniaci in fuga dal proprio esercito nei territori croati occupati dai serbi Rumano di profughi sui campi minati Cade Bihac, l'enclave musulmana ribelle a Sarajevo ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO All'alba di ieri le unità speciali del quinto corpo dell'esercito bosniaco sono entrate a Velika Kladusa, nella sacca di Bihac, in Bosnia Occidentale, prendendo così definitivamente il controllo della roccaforte del secessionista musulmano Fikret Abdic. Per alcune ore nei quartieri periferici della città sono continuati i combattimenti corpo a corpo tra i soldati delle forze regolari bosniache e gli ultimi gruppi di miliziani fedeli ad Abdic, nel pomeriggio a Belika Kladusa è ritornata la calma, ma intanto decine di migliaia di profughi musulmani hanno abbandonato la città scappando di fronte all'esercito di Sarajevo. Inutili sono stati gli inviti alla popolazione da parte del comandante del quinto corpo dell'esercito bosniaco generale Dudakovic di mantenere la calma perche il governo di Sarajevo ha promesso l'amnistia a tutti quelli che dichiareranno la propria lealtà alle autorità ufficiali bosniache. In preda al panico, davanti all'avanzata dei militari, la gente è fuggita in massa dirigendosi verso la vicina Krajna, la regione della Croazia occupata dalle truppe sorbe. Secondo una prima stima dell'alto commissariato per i profughi, più di 30 mila prò- fughi musulmani della sacca di Bihac hanno attraversato il confine, preferendo entrare nei territori in mano al «nemico» serbo in Croazia. In realtà la maggior parte dei profughi vorrebbe attraversare il cosiddetto settore Unpa Nord, zona controllata dalle forze di pace dell'Onu ma effettivamente occupata dai ribelli serbi, per raggiungere le regioni libere della Croazia. Sulla strada che dalla Bosnia Occidentale porta a Turanj, uno dei posti di separazione tra le milizie serbe e l'esercito regolare croato controllato dai caschi blu, si è formata una colonna di 15 chilometri di automezzi di ogni genere. Ma la Croazia, che ospita quasi mezzo milione di profughi, di cui più della metà provengono dalla vicina Bosnia, non ha più possibilità di accogliere nuovi rifugiati. Per questo, d'accordo con i rappresentanti dell'Onu e dell'Alto Commissariato per i profughi le autorità di Zagabria hanno rifiutato di fare entrare la nuova ondata di profughi nella parte libera del paese, invitandoli a rientrare a Velika Kladusa o a rimanere nei campi profughi allestiti dall'Onu e dalla Croce Rossa Internazionale nella Krajina. Ma la situazione diventa di ora in ora più drammatica perché tra la gente in fuga ci sono centinaia di feriti, tra cui donne e bambini. A detta del portavoce dell'Alto Commissariato per i profughi Peter Kessler, scappando dalla Bosnia Occidentale alcune migliaia di profughi musulmani sono stati spinti dai serbi verso i campi minati della cosiddetta terra di nessuno. I caschi blu del contingente polacco stazionati nel settore Nord della Krajina croata stanno facendo l'impossibile per recintare le zone minate ed impedire nuove stragi tra i profughi. Intanto la presidenza bosniaca ha rinnovato l'invito a tutti i profughi musulmani della sacca di Bihac di rientrare alle proprie case, garantendo che verranno protetti dall'e¬ sercito bosniaco. A tutti i miliziani delle forze separatiste di Abdic che entro il 24 agosto si ricongiungeranno all'esercito regolare di Sarajevo verrà concessa l'amnistia a meno che non si siano resi colpevoli di crimini di guerra. Da Sarajevo il portavoce delle Forze di Pace dell'Onu ha confermato ieri sera che la situazione a Velika Kladusa si sta normalizzando anche se i caschi blu francesi stazionati nella sacca di Bihac non possono ancora circolare del tutto liberamente in città. Non è stata data nessuna notizia sulla sorte del leader secessionista Abdic di cui si è persa ogni traccia. [i. b.]

Persone citate: Abdic, Cade Bihac, Fikret Abdic, Peter Kessler, Turanj