Sulle «baby» maggioranza divisa

Sulle «baby» maggioranza divisa Sulle «baby» maggioranza divisa Sgarbi: «Se le toccano ci sarà una rivoluzione» QUASI UNA CROMA ONTRO la scellerata ipotesi leghista di tagli delle pensioni-baby condurrò una battaglia durissima in Parlamento», parola di Vittorio Sgarbi. E il nuovo Masaniello-telematico promette di usare anche la «televisione» in questa battaglia contro il ministro Gnutti. Sì perché il deputato di Forza Italia è convinto che «se toccano le pensioni-baby in Italia scoppierà una rivolta con gravi disordini». Va giù duro Sgarbi: «l'idea» di Gnutti «è inaccettabile» perché «il ministro confonde i privilegi con i diritti acquisiti di chi è andato in pensione sospinto anche da leggi incentivanti dello Stato». Usa toni più ironici Domenico Gramazio, deputato di Alleanza Nazionale e sindacalista della Cisnal: «Mentre Alberto Sordi inventa la pensione per i cavalli, Mastella e Gnutti sognano di tagliare o di ridimensionare i diritti acquisiti dai pensionati italiani». Ma la so- stanza è la stessa: i tagli alle pensioni-baby dividono la maggioranza. Si perché non sono solo i partiti della coalizione a prendere le distanze da Gnutti, lo fanno anche due ministri: Pagliarini, pure lui leghista, e Mastella. L'altro giorno a Ponte di Legno il ministro dell'Industria aveva spiegato in un'intervista al Grl che bisognava «distinguere tra ciò che sono i diritti reali, e cioè ciò di cui si ha diritto, e quelli che sono i privilegi, che vedono invece richiedere riconoscimenti corporativi, frutto di pressioni sindacali e politiche per ricevere più di quanto si ha diritto di avere». Come dire addio alle pensioni baby. Ma ieri Mastella e Pagliari- ni hanno preso in parte le distanze da Gnutti. Il ministro del Bilancio ha spiegato che «non è una questione di età, l'importante è che la pensione sia in funzione dei versamenti effettuati. In altri termini, andando in pensione prima, si avrà una pensione più bassa». Mastella, in un'intervista al Tg3, è parso molto contrariato: «Non vorrei che, come dire, noi buttassimo l'acqua e anche il bambino... Cioè non vorrei che il fronte che si è alimentato in questi giorni sia quello della demagogia». Detto questo Mastella ha spiegato che occorre fronteggiare «il fenomeno delle pensioni baby. Ma questo deve valere per quelli che vanno attualmente in pensione, che utilizzano la norma che già per la verità è fortemente penalizzante per quelli possono usufruire appunto delle pensioni baby. Ma per chi già le ha avute, anche se noi emanassimo una norma, credo che ci sarebbero 10 mila Corti di Giustizia italiane e europee che evidentemente direbbero che sono, in questo caso, diritti acquisiti». Mastella ha ammesso che «si tratta di una stortura all'interno del meccanismo previdenziale, però così è. Quindi possiamo soltanto intervenire d'ora in avanti. E interverremo d'ora in avanti». Ma anche quest'idea non convince le opposizioni. «Non si tocchino i diritti acquisiti. E non si dica a chi sta per andare in pensione che ora si cambiano le carte in tavola», spiega Luigi Berlinguer, presidente dei deputati progressisti. Certo Berlinguer riconosce che il sistema pensionistico «va modificato, perché non tutela più i giovani che andranno in pensione» ma chiede che la riforma sia «graduale con l'accordo dei sindacati». Poi spara a zero sul governo: «Spesso con annunci ad effetto e sottoponendo i lavoratori a docce scozzesi, non fa che provocare il panico». E c'è anche chi propone al governo soluzioni alternative come il fiscalista Victor Uckmar: «Il deficit della previdenza italiana? Si può ridurre tassando i titoli di Stato, misura che tra l'altro consentirebbe di diminuire il debito pubblico». Maurizio Tropea no Berlinguer (pds): «Non si tocchino i diritti acquisiti dai lavoratori» w Emi!- Da sinistra. Luigi Berlinguer (pds) e il ministro Clemente Mastella

Luoghi citati: Italia, Ponte Di Legno