Ha 10 anni, la Spagna lo proclama erede di Segovia di Gian Antonio Orighi

Ha 10 anni, la Spagna lo proclama erede di Segovia Antonio Rayo, detto Rayito (piccolo fulmine), sta diventando il più famoso chitarrista del Paese Ha 10 anni, la Spagna lo proclama erede di Segovia 77 ragazzo prodigio, oltre a suonare, si scrive da solo le musiche MADRID. I telegiornali mandano in onda spezzoni dei suoi concerti, in cui riscuote grande successo. Joaquin Rodrigo, il grande compositore del celeberrimo «Concierto de Aranjuez», dopo averlo ascoltato, ha perorato entusiasta il suo ingresso nella Sgae, la Società Generale degli Autori di Spagna. L'Auditorio Nazionale di Madrid, attualmente il tempio massimo musicale spagnolo, ha nel cartellone d'autunno un suo spettacolo, in cui accompagnerà i famosi ballerini Joaquin Cortes e Lola Greco. Ed ha appena inciso un disco, in cui ha scritto anche parte delle musiche. La star in questione si chiama Antonio Rayo, soprannominato affettuosamente «Rayito» (piccolo fulmine), ha solo 10 anni e suona benissimo la chitarra classica. Il «Segovia in erba» è un bel bambino di Siviglia, con un visino molto serio e vagamente orientale, che frequenta la prima media. «Rayito», fin dalla tenera età, è sempre stato attratto dalla chitarra. E dal flamenco che ascoltava e vedava in casa: suo padre, che si chiama come lui, è un conosciuto chitarrista che ha accompagnato il famoso «cantaor» Manzanita e la madre, la giapponese Maeko Gibo, è ballerina di «Cante Hondo». Quando «toca», la sua chitarra arriva ad essere quasi più grande di lui. Il padre racconta che il bambino prodigio pareva predestinato alla sua attuale professione, in cui è già, nonostante l'età, una «figura»: «Rayito invece di guardare i cartoni animati guardava le chitarre ed un giorno prese la più piccola e cominciò a suonare». Il precoce musicista, che ha ancora una vocina da bambino, conferma: «Da piccolo vedevo suonare mio papà, volevo suonare anch'io e ci sono riuscito». I gusti musicali di questo fenomeno, ovviamente, sono il flamenco, i suoi idoli Paco De Lucia e Tomatito. Il rock l'ascolta poco. E, come se non bastasse, è pure compositore. Insieme a Fernando Arbex ha composto la maggior parte dei dieci temi del suo primo long-playing. Arbex, molto conosciuto nel mondo del flamenco, sottolinea le sue doti di «guitarrista» e di autore. Rayito dice: «Mi capita che mi diano un tono e io comincio a improvvisare. Registro quello che faccio, poi lo ascolto, scelgo quello che più mi piace, scrivo la musica. Tutto qui». II più giovane professionista di Spagna non suona per i suoi amici, né per i suoi compagni di scuola e neppure esce di casa con la chitarra sotto il braccio. Con i suoi coetanei è timido. Ma con il grande maestro Rodrigo che, con i suoi 92 anni ha un orecchio super-raffinato ed esigentissimo, si è esibito senza problemi con vari pezzi, tra cui un «zapeteado», la difficilissima musica che accompagna il ballo omonimo con i tacchi, una delle interpretazioni che laureano un chitarrista anche perché le mani devono essere velocissime strimpellando le corde. Rodrigo gli ha fatto da padrino alla Sgae. «Rayito», pur essendo un ragazzino modesto, è comunque già cosciente della sua bravura: «Mi piacerebbe guadagnare molti soldi. Il mio è un lavoro e la gente pensa che suonare la chitarra sia una cosa da niente». Gian Antonio Orighi

Persone citate: Antonio Rayo, Cante, De Lucia, Hondo, Joaquin Cortes, Joaquin Rodrigo, Lola Greco, Segovia

Luoghi citati: Madrid, Siviglia, Spagna