FUTURO VERDE Non servono altre leggi Deve cambiare la cultura

r— r— Non servono altre leggi Deve cambiare la cultura ERI, in un articolo di Camon che intervistava Olmi, si parlava di incendi boschivi e di giovani incendiari e violenti che «adottano un modo, brutto e colpevole, per non entrare nella nostra cultura». Ma andiamo in ordine: il primo a incendiare boschi è stato Zeus che scagliando un fulmine ha colpito un albero rinsecchito. Gli umani hanno avuto grande spavento, poi dopo quante lune? - hanno rimosso il terrore e imparato a usare il fuoco per cucinare la carne delle prede e per riscaldare le atre caverne. Dopo millenni, quando alcuni divennero agricoltori, il fuoco fu usato per liberare il terreno dagli alberi per far crescere i cereali. E dopo altri secoli come terribile arma di guerra, così che ancora oggi si dice: il fuoco della prima linea, il fuoco del nemico, i cannoni fanno fuoco e «fuoco!» è l'ordine di sparare. Fuoco terrorizzante e benefico, salvifico e distruttivo, morte e vita, calore e luce. Ma ogni estate, purtroppo, bruciano i boschi e le televisioni e la stampa dilatano il problema che da sempre esiste, come fosse cosa solo di oggi e dicono «L'Italia brucia», «L'Italia va a fuoco», «Migliaia di ettari di boschi in fiamme» e si propongono nuove leggi e, persino, la pena di morte per i piromani. Chi non ha memoria corta, chi sa guardare il paesaggio, può confrontare e vedere come invece i boschi d'Italia siano in continuo progredire, guadagnando anno dopo anno quei terreni che erano stati sboscati nell'Ottocento per far pah" per il telegrafo e traversine per le strade ferrate, o al tempo della Prima guerra mondiale per travature e tavolame da usare in linea, o al ^tempo del Ventennio per fare spazio alla ((battaglia del grano». Ecco dei semplici dati rilevati dall'Inventario Forestale Nazionale: nel 1870 erano 5.300.000 gli ettari di bosco, nel 1911 4.564.000, nel 1950 5.620.000; ma nel 1988 ben 8.675.000. Dal '50 all'88 sono aumentati di oltre tre milioni di ettari, e a questi, fino ad oggi, ne dobbiamo aggiungere forse ancora un milione o più. Quasi un terzo del nostro territorio nazionale è coperto di boschi. Per il 60 per cento sono da considerarsi sani; il rimanente 40 per cento presenta danni, anche lievi, per piogge acide, azioni meteorologiche o malattie tradizionali. Insomma la natura e la cultura forestale sanno riequilibrare i danni. Quello che occorre non sono nuove leggi - ci sono! - o frettolosi decreti ministeriali fatti sotto la spinta di immagini televisive o di emozioni, ma leggere e riflettere per formare una nuova coscienza e un maggior impegno individuale. E questo vale più degli aerei antincendio, dei pompieri e dei volontari perché dove si viveva di bosco il bosco ancora vive. E, infine, i giovani che bruciano il bosco, o che tirano sassi dai cavalcavia, o che bastonano uno di colore diverso, sono per fortuna molto pochi: fatti simili sono sempre esistiti, solo che oggi sono ampliati a dismisura dai media. A questi giovani ignoranti e imbecilli si contrappongono i moltissimi che studiano e lavorano, consapevoli dei problemi del nostro tempo. Mario Rigoni Stem

Persone citate: Camon, Mario Rigoni, Olmi

Luoghi citati: Italia