« Non siamo i carnefici dei boschi »

F: Or « Non siamo i carnefici dei boschi » La Forestale: la colpa è degli stagionali HfllllBllllMiTIi ■ T-r :>~ ?73r« 1 mm !-;„ 1 • :>rv.:: mm "Mm del bosco F: ROMA ORESTALI che fanno i piromani in Sardegna e in Sicilia. Altri forestali che si ammazzano tra di loro in Calabria. Ma chi sono questi uomini che dovrebbero difendere i boschi? Riedizioni agresti di dottor Jekyll e mister Hyde? «Guardi, per noi del Corpo forestale ogni titolo di giornale è una mazzata. Bisogna sempre distinguere: un conto sono gli agenti del Corpo, un altro sono gli operai stagionali. Ci accomuna solo un aggettivo». La voce dell'ingegner Fausto Martinelli, alto dirigente dei forestali e braccio destro di Alfonso Alessandrini, responsabile nazionale, è affranta. L'argomento è di quelli che hanno gettato un intero ministero nello sconforto. Hanno un bel darsi da fare, infatti, gli ottomila agenti forestali, nel curare tutto l'anno i parchi e nel girare i boschi. Poi arriva l'estate: scoppiano gli incendi e c'è la «carica» degli operai stagionali. Un numero imprecisato, ma imponente. Sono almeno centomila e vengono assunti dalle Regioni, specie quelle meridionali, secondo criteri su cui è meglio stendere un velo pietoso. La Calabria da sola ne ha ventimila. Allora, ingegner Martinelli, non ci fate proprio una bella figura. «Lo sappiamo. La gente legge e pensa: ma che bravi, questi forestali! Con una mano accendono e con l'altra spengono. Anche i più avvertiti, quelli che sanno la differenza tra un agente e uno stagionale, penseranno che non sappiamo sceglierci i collaboratori. E poi, che vuole, star lì a precisare è una cosa antipatica. Sembra che vogliamo nasconderci dietro un dito. Ma si sappia che le assunzioni le fanno gli assessori regionali. Noi non c'entriamo niente, neppure in via gerarchica. Gli operai forestali vengono assunti per piantare alberi e ripulire i boschi. Fanno attività antincendio solo quando gli si chiede di dare una mano». Il Wwf, però, ha dato l'allarme. Sostiene che dietro gli incendi c'è un vero e proprio business e chiede maggiore prudenza nelle assunzioni. «Guardi, le ripeto che con noi gli operai forestali non c'entra- no niente. E comunque, è vero, sappiamo tutti che molti incendi nascondono il grande malessere del Mezzogiorno. In tanti casi, dietro il fuoco, c'è l'intenzione di crearsi un lavoro anche in futuro. Inutile nascondere che il settore agro-forestale è uno degli sfoghi alla disoccupazione. Più che dare un lavoro, si fa assistenza. E allora, se passa la logica che più si brucia e più si lavora, si può anche arrivare a queste aberrazioni». E invece voi lavorate a salvarli, i boschi. «Quest'anno, nonostante gli ultimi eclatanti casi, la situazio¬ ne è molto migliorata rispetto al 1993. Il numero degli incendi finora è dimezzato. C'è da dire, però, che quell'anno fu una tragedia». Ma davvero sono i forestali, nel senso di operai stagionali, a dare fuoco ai boschi italiani? E poi, sono davvero invincibili, questi incendi? ((Azzerare gli incendi è un'utopia - risponde l'ingegner Alfonso Alessandrini -. Colpiscono in tutto il mondo e il Mediterraneo è un'area particolarmente sensibile. Il vero antidoto è la prevenzione. E in questo l'Ita¬ lia ha fatto molti passi avanti. Venti anni fa, non avevamo nemmeno un'autobotte. Oggi abbiamo uomini e mezzi, anche se servono più sinergie. Ma soprattutto occorre dimostrare che l'industria del fuoco è un clamoroso boomerang anche per chi cerca lavoro. Perché si distrugge una miniera di nuova occupazione». Quale miniera? «Ci sono progetti, del governo e della Cee, che stanziano complessivamente mille miliardi per la manutenzione e la creazione di nuovi boschi. Significano ventimila posti di lavoro ogni anno. Centomila occupati in cinque anni. E non si tratta di lavorare come boscaioli, ma come gestori della foresta. L'Italia si avvia ad avere un terzo del territorio coperto da boschi. Eppure continuiamo a importare l'80 per cento del fabbisogno di legno. E' ora di imparare a rispettare e sfruttare le foreste. A considerarle un bene di grande valore, come accadeva in passato, quando gli incendi erano molti di meno perché il bosco era considerato un bene di tutti». Francesco Grignetti «E' vero dietro i fuochi spesso c'è l'intenzione di assicurarsi un lavoro anche per il futuro Ma noi non c'entriamo» «Ad accomunarci con gli operai è soltanto un aggettivo Le loro assunzioni le decidono i politici» IL COSTO DI UN ETTARO BRUCIATO [compreso il lavoro] AUT0B0TTI 2 mllionl MEZZIAEREI 10-30 mllionl CANADAIR (un'ora di volo] 10 mUlonl ELIC0TTER0 [un'ora di volo] 1,5-5 mtHottl RIMB0SCHIMENT0 10 mllionl 1 DAMNS DI QUEST A ESTATE ETTARIDISTRUTTI 21i mtia RIMB0SCHIMENT0 260 mSSartfi SPEGNIMENT0 IftiiHffti T0TAIE „ v SMmWaNR Un aereo «Canadair» impegnato in un'operazione di spegnimento

Persone citate: Alfonso Alessandrini, Fausto Martinelli, Francesco Grignetti, Hyde, Jekyll, Martinelli

Luoghi citati: Calabria, Italia, Roma, Sardegna, Sicilia