« Attaccheranno il suo aereo»

« « Attaccheranno il suo aereo» Scambio di accuse tra serbi e musulmani ATTESA CARICA ZAGABRIA INACCE al Papa dal leader serbo bosniaco Radovan Karadzic. «E' meglio che il Papa non venga a Sarajevo perché potrebbe essere pericoloso». «E noi non possiamo garantire la sua sicurezza. L'esercito bosniaco cercherà di abbattere l'aereo sul quale il Papa viaggerà per poi buttare la colpa sui serbi». Karadzic ha poi ricordato che i serbi sono stati contrari fin dall'inizio alla visita del capo della Chiesa cattolica a Sarajevo. Ma è la prima volta che il leader serbo-bosniaco minaccia apertamente il Pontefice anche se annuncia il pericolo dietro un presunto «attentato» da parte dei musulmani. La visita di Giovanni Paolo II alla capitale bosniaca, ha subito suscitato le reazione dei serbi. E' stato il patriarca Pavle, capo della Chiesa ortodossa serba, a opporsi per primo all'eventuale visita del Pontefice, sottolineando che non vi è stato nessun invito ufficiale al Santo Padre dalle autorità serbe. Dal quartier generale dei serbi bosniaci a Pale hanno dato manforte al patriarca dichiarando che il Papa non sarà benvenuto neanche a Sarajevo. Dopo la dichiarazione di Karadzic ieri l'agenzia di stampa dei serbi della Bosnia «Srna» ha diffuso per tutta la giornata la notizia del presunto attacco al velivolo del Pontefice che starebbero preparando i soldati dell'esercito bosniaco. «Seri indizi fanno temere che le forze musulmane cercheranno di colpire l'aereo del Papa con l'intento d'incolpare i serbi, per questo sarebbe meglio che il Capo della Chiesa cattolica non venisse a Saraje- vo». Ma dal Vaticano hanno confermato che il Papa arriverà a Sarajevo l'8 settembre alle 10, e che incontrerà subito il presidente bosniaco Izetbegovic nella sua residenza ufficiale, per tenere poi una messa all'aperto nello stadio di pattinaggio. Intanto la situazione a Sarajevo diventa sempre più tesa. Un Casco blu francese è stato ucciso ieri mattina da un cecchino mentre era di servizio nella postazione di avvistamento dell'Unprofor nei pressi del cimitero ebrai¬ co, sulla linea di demarcazione tra le forze serbe che assediano la città e i soldati dell'esercito bosniaco. Nelle ultime 24 ore nella zona di Sarajevo ci sono state 536 violazioni della tregua, e in particolare dell'ultimo accordo firmato sei giorni fa da serbi e musulmani per fermare l'attività dei cecchini. Il ponte aereo con la capitale bosniaca è nuovamente sospeso dopo che giovedì è stata sparata una granata dal calibro di 120 mm contro l'aeroporto di Butmir. Le forze di pace dell'Orni hanno de¬ ciso di chiudere lo scalo finché non verrà accertata la provenienza del proiettile. «Per il momento i nostri esperti hanno stabilito che la granata che ha un raggio di portata di 9 chilometri è stata sparata dalle postazioni a Sud dell'aeroporto dove si trovano sia i serbi che i musulmani» ha dichiarato il portavoce dell'Unprofor Dacre Holloway. Lo scalo di Butmir è in stato d'allarme e per il momento sono vietati tutti i voli, compresi quelli militari. Nelle prime ore del pomeriggio l'inviato speciale del Segretario generale dell'Onu, Yasushi Akashi, accompagnato dal comandante dei Caschi blu per la Bosnia generale Rose, ha incontrato il leader serbo bosniaco Karadzic e il capo delle truppe serbe generale Mladic a Pale. ((Abbiamo parlato della situazione a Sarajevo, della posizione dell'Unprofor, della riapertura delle strade blu e dello scambio dei prigionieri» ha dichiarato Akashi che ha espresso soddisfazione perché i leader serbi hanno accolto i suggerimenti dell'Orni. Da parte sua Karadzic ha detto che l'Onu rimane l'unica organizzazione internazionale veramente interessata alla pace e che per questo intende cooperare con i Caschi blu. Ma per ora i convogli umanitari delle Nazioni Unite continuano ad essere bloccati dai soldati serbi che impediscono loro di raggiungere le enclavi musulmane della Bosnia orientale. La situazione è particolarmente drammatica a Srebrenica, una delle sei città bosniache dichiarate zona protetta dall'Onu. Le forze serbe impediscono l'evacuazione dei feriti gravi e degli ammalati da Gorazde, altra enclave musulmana assediata dall'inizio della guerra. Si tratta per lo più di donne e bambini ma i serbi impediscono ai Caschi blu di portarli fuori dalla città. Continuano infine i combattimenti tra l'esercito musulmano e le forze serbe a Nord del Paese. Ingrid Badurina Nella città è ritornato il terrore Nessuno riesce a fermare l'attività dei cecchini Tregua violata, ucciso un Casco blu francese IL PROGRAMMA DELLA VISITA © ■■■■ 9.30 ARRIVO A SARAJEVO © 10.30 VISITA AL PRESIDENTE IZETBEGOVIC © 11.45 MESSA NELLO STADIO DEL GHIACCIO 13.00 PRANZO COI VESCOVI, ALLARGATO A TUTTE LE AUTORITÀ' RELIGIOSE DELLA BOSNIA ERZEGOVINA CHE VORRANNO PARTECIPARE © 15.30 INCONTRO CONI LEADER REI IGIOSI [ANCORA DA DEFINIRE] PRESSO IL SEMINARIO MAGGIORE 0 17.40 PREGHIERA NELLA CATTEDRALE DEL SACRO CUORE 19.00 PARTENZA PER ROMA Un'immagine di Sarajevo, la citta martire che Giovanni Paolo II visiterà il prossimo 8 settembre: qui al mattino celebrerà una messa, incontrerà i religiosi e, nella stessa serata, rientrerà a Roma