L'obiettività è soltanto un'utopia di Oreste Del Buono

Cala Unno di Mameli, sale il Sole di Mascagni E la Loren casca giù RISPONDE O.d.B. L'obiettività è soltanto un'utopia Egregio signor Del Buono, mi consenta ancora una volta di parlare d'Informazione, questa volta, però, in un'ottica completamente diversa, cioè da un'altra angolazione. Una corretta Informazione dovrebbe avere due caratteristiche ben precise: I ) essere imparziale e obiettiva e limitarsi a informare; 2) non nuocere in nessun modo alla società che sente il dovere d'informare. Purtroppo, invece, prevale la frenesia dello scoop e latita sovente la prudenza, anche nel caso in cui le notizie trasmesse sono del tutto veritiere e riferiscono esattamente i fatti... ing. Giovanni Bordoni, Torino GENTILI: ingegnere, io non credo all'informazione obiettiva, credo all'informazione il più possibile esatta perché l'obiettività non è un dato, ma solo un'utopia dell'individuo. Tuttavia lei mi fa due esempi e sono tentato di prenderli in considerazione. Cominciamo dal primo: lei trova che non era il caso di far tutta la pubblicità che è stata fatta al lancio di sassi sulle autostrade. «Non c'era bisogno di essere genii», scrive severamente lei, «per comprendere l'effetto ampiamente negativo che questa informazione incauta su un gesto demenziale e cretino avrebbe avuto. Il gesto di un criminale incosciente si è trasformato in centinaia e forse migliaia di gesti analoghi in tutta la Penisola. Dobbiamo ringraziare l'informazione'....». Insomma, per lei in questo caso l'informazione torretta sarebbe stata nessuna informazione. Anche se il lancio dei sassi avveniva già da molto tempo e L'obieè solun'u ttività anto opia si è aspettato a parlarne che ci scappasse il morto (anzi la morta, la povera morta che non avrebbe avuto neppure diritto di esser compianta). Ma lei mi segnala anche un secondo caso. Per fare la pubblicità a un evento sportivo non di grande importanza, la partita amichevole fra Milan e Reggiana, è stato trasmesso uno spot che a lei è parso incitamento alla violenza. «Non tanto per il tono della musica bello e coinvolgente e nemmeno per le immagini altrettanto belle che si succedevano rapidamente», denuncia lei animosamente, «quanto per la scritta Brigate (penso rossonere perché si leggeva solo la prima parola). E poi si deplora civilmente la violenza negli stadi». Qui, gentile ingegnere, mi fa un poco cadere le braccia. Lei confonde la pubblicità con l'informazione. Non sono la stessa cosa, le assicuro. Quegli striscioni, comunque, non sono mai stati proibiti neppure negli anni di piombo. Ma, capisco: lei avrebbe risolto tutto, facendo uno spot per il Milan senza fotografarne il pubblico. Lei è padronissimo di esporre le sue opinioni, il non dubito che molti lettori (specie se non di fede rossonera) saranno d'accordo con lei. Ma, almeno per quanto riguarda l'informazione, mi permetto di continuare a credere die non dare una notizia il piìi possibile esatta sia, per un giornalista, un peccato non veniale. Oreste del Buono

Persone citate: Del Buono, Giovanni Bordoni

Luoghi citati: Torino