Parigi ha paura del ministro Superman di Gabriella Bosco

Anche il titolare degli Esteri polemico in tv: le sue retate di algerini ci creeranno problemi Anche il titolare degli Esteri polemico in tv: le sue retate di algerini ci creeranno problemi Parigi ha paura del ministro Superman Troppo potere a Pasqua, l'uomo che ha catturato Carlos PARIGI NOSTRO SERVIZIO Con la cattura del mitico terrorista Carlos, il ministro degli Interni Charles Pasqua ha segnato un punto di quelli difficilmente recuperabili da concorrenti ed avversari. Era il tocco che mancava, la rifinitura di un capolavoro. Adesso Pasqua giganteggia. Su una capitale estiva politicamente deserta, nel giorno di Ferragosto in cui tutti i colleghi, anche i più stakanovisti, avevano ceduto alle tentazioni marino-montane, Pasqua ha invaso gli schermi televisivi, i canali delle radio, le prime pagine dei giornali. E' stato il suo trionfo, in un giorno in cui nessuno poteva contendergli la scena fosse anche in misura minima. A vedere i fatti in quest'ottica, sembrerebbe quasi una scelta ad hoc del giorno e dell'ora per l'arresto di Carlos, l'annuncio, lo spettacolare trasferimento del prigioniero a sirene spiegate verso il carcere. Con un sorriso singolarmente malizioso, oltreché soddisfatto, Pasqua gettava là, agli agitati intervistatori, alcune di quelle sue frasi insieme colorate e già storiche sul nascere che lo contraddistinguono e piacciono alla gente: «Se non si va a pesca, non si pigliano pesci». «Non abbiamo lanciato dei cocoricò, ma abbiamo fatto il nostro mestiere». «Siamo stati bonn. Laddove il sintetico bon - bravi, efficaci, i migliori racchiude tutta l'autostima che sprizza da ogni poro del gran faccione del ministro. Dalla platea di telespettatori storditi, alcuni si sono ripresi prima di altri e hanno lanciato l'allarme che ora serpeggia, seminando panico. Il primo è stato Roland Dumas, ministro degli Esteri del precedente governo, molto misurato nelle parole ma preoccupatissimo nella sostanza. «E' incontestabile che esista nel governo un posto ministeriale che prende sempre più importanza», ha detto Dumas, rientrato appositamente dalle vacanze, ai microfoni di Rtl. «Vi è una linea politica chiara da parte di un membro im¬ portante del governo - ha continuato - di cui bisognerà tener conto in avvenire». Per riempire di contenuto le espressioni impersonali, ha poi fatto qualche esempio dell'invadenza in questione: l'affaire Carlos, il dossier algerino, il ruolo giocato in occasione della recente venuta di personalità irachene in Francia, il rinvio nei loro Paesi di presunti terroristi iraniani reclamati dalla Svizzera... Roland Dumas si è fermato in tempo per lasciar posto su un tg di un'altra rete a un ministro degli Esteri ben più scomposto, nero in volto e non per il sole: quello dell'attuale governo, Alain Juppé. Accortosi come di colpo che Pasqua gli stava rubando il lavoro. Di fronte a un successo non contestabile - il pesciolone Carlos nella rete del pescatore Pasqua Alain Juppé ha riversato il suo livore in materia di dispositivo anti-islamista. Le ferree misure prese da Pasqua per reperire militanti integralisti in suolo francese sono tali, ha lamentato, da creare seri problemi di politica estera. Le voci allora si sono levate a coro, tanto dall'opposizione quanto all'interno della maggioranza. Dove vuole arrivare Pasqua? A che cosa mira? Vuole sostituirsi al governo? Non è parso vero, da una parte come dall'altra, potersi appigliare a un'immediata polemica utilissima a gettare dell'ombra sul fulgore della cattura di Carlos. Ha senz'altro dovuto pagare un prezzo, per ottenerla. Ha mercanteggiato il «pesciolone» con il Sudan. Ha dato armi in cambio, informazioni sui servizi francesi, documenti riservati. Sereno e trionfale, Pasqua ha smentito dagli schermi di tutte le televisioni. «Storie da romanzo». «Non abbiamo dato niente in cambio». «Abbiamo preso». E gongola di ora in ora, gusta l'ulteriore ingigantire del suo trionfo mentre proliferano notizie come quella che rivela «Le Monde» di oggi: Maitre Vergès - uno dei due avvocati designati da Carlos - non solo fu negli Anni 80 «membro operativo» del suo gruppo terroristico, ma servì da intermediario nell'82 tra Carlos ed il governo francese. All'epoca era primo ministro Pierre Mauroy, e al posto che oggi occupa Pasqua c'era Gaston Defferre. Al lui Vergès, nome in codice «Herzog», trasmetteva le minacce per la Francia inviate dallo sciacallo se il governo non avesse accettato di liberare Magdalena Kopp e Bruno Bréguet. «L'ascensione di Pasqua», titolava ieri 1'«Express» giocando sulle parole. Prendere troppo spazio, salire troppo in alto: Pasqua di nuovo sorride sornione e risponde che se alla nomina insieme con gli Interni ha chiesto - e ottenuto l'incarico per 1'((Aménagement du territoire», la pianificazione del territorio, è forse stato per essere il disegnatore della Francia del 2000. Con quell'accento forte, di intenso sapore meridionale, il ministro emette le sue verità come farebbe un re. Anzi, un presidente. Gabriella Bosco Il ministro francese degli Interni Charles Pasqua (FOTO AFP]

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